Sopra: Albert Bierstadt, “Tra le montagne”, 1867
Ti do me stessa
le mie notti insonni,
i lunghi sorsi
di cielo e stelle – bevuti
sulle montagne,
la brezza dei mari percorsi
verso albe remote.Ti do me stessa,
il sole vergine dei miei mattini
su favolose rive
tra superstiti colonne
e ulivi e spighe.Ti do me stessa,
i meriggi
sul ciglio delle cascate,
i tramonti
ai piedi delle statue, sulle colline,
fra tronchi di cipressi animati
di nidi –E tu accogli la mia meraviglia
di creatura,
il mio tremito di stelo
vivo nel cerchio
degli orizzonti,
piegato al vento
limpido – della bellezza;
e tu lascia ch’io guardi questi occhi
che Dio ti ha dati,
così densi di cielo –
profondi come secoli di luce
inabissati al di là
delle vette –4 dicembre, 1934
Antonia Pozzi, “Parole”, a cura di Alessandra Cenni e Onorina Dino, Garzanti, 1989.
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E’ l’immagine della madre che allatta suo figlio; di chi “alleva” la sua rosa… E’ quel dialogo senza fraintendimenti che nutre la Memoria; è trasfusione e scambio di Immagini in colui che solo può custodire intatta la Bellezza di un ricordo, poichè libero dalle gabbie della Ragione.
E’ il dono del Sè, che “prelude” e introduce… all’Idea di un Dono più grande.
Quei momenti mi hanno “ridato” molta felicità!
BELLEZZA
Caro Gabriele (e amici tutti) ….
non potrebbe essere questa idealmente la dolce serenata d’amore che ha conquistato il cuore della donna della poesia ?
è incantevole 😉
[…]
(è una antica canzone della tradizione popolare portoghese,
che in italiano suonerebbe più o meno così :
Menina estás à Janela
bambina stai alla finestra
con i tuoi capelli alla luna
non me ne andrò da qui
senza avere un tuo dono
gli occhi chiedono occhi
e i cuori cuori
e i miei chiedono i tuoi
…in ogni momento
poi i versi si ripetono e si incastrano diverse volte ma le parole sono quelle
_
Caro Emanuele,
sì, quanta “bellezza” ci hai donato oggi! Grazie