Il termine Stalking, dalla parola inglese “to stalk”, indica un insieme di comportamenti tramite i quali un individuo affligge un’altra persona con ingerenze insistenti nella vita quotidiana. Ciò avviene in maniera indiretta, es. pedinando la persona, informandosi sulle sue attività, cercando di contattarla continuativamente tramite sms, chiamate telefoniche, mms, email, social network, o in maniera diretta tramite appostamenti, entrando dentro casa in maniera forzosa, fino a scaturire in atti violenti: insulti, minacce, aggressioni, fino all’omicidio. Tutte queste azioni sono subite dalla vittima in maniera continuativa, a tal punto da provocarle spesso un sentimento di ansia e di angoscia, con conseguenze che portano anche a modificare le proprie abitudini di vita per evitare di trovarsi in tali situazioni.
Lo stalking è una malattia?
No. Ma può essere uno dei sintomi di una malattia mentale come l’erotomania, un tipo di delirio in cui il paziente ha la convinzione infondata, pervasiva e inconfutabile che un’altra persona provi sentimenti amorosi nei suoi confronti. Nella forma più comune di questa patologia, il presunto amante è una persona famosa, o di una classe sociale superiore a quella del paziente. Questa variante viene chiamata sindrome di de Clerambault, dal nome di uno psichiatra francese che nel lontano 1921 pubblicò un trattato sull’argomento. Nel linguaggio comune, il termine “erotomania” viene usato in modo improprio anche per riferirsi a atteggiamenti ossessivi in campo amoroso. Tuttavia lo stalking può essere un sintomo anche di una sindrome ossessivo-compulsiva o di un grave disturbo della personalità oppure ancora di parafilie quali voyeurismo o pedofilia. Sarebbe cruciale, nell’ambito di un intervento psicologico precoce, individuare la corretta diagnosi, se si tratta di un disturbo mentale (e stabilire se non lo è, nel qual caso il fenomeno non è di pertinenza medica). Purtroppo, anche se raramente, diverse malattie organiche (ad esempio una neoplasia cerebrale, un malattia autoimmune) possono produrre sindromi o sintomi psicologici. Queste cose purtroppo si tende troppo spesso a trascurarle, a “dimenticarsene”.
Quando invece dunque non si tratta di una malattia?
Nel caso delle persone che hanno rancori per traumi affettivi ricevuti da altri a loro avviso ingiustamente (tipicamente un ex-partner di una relazione sentimentale), delle persone opprimenti e invadenti principalmente per poca dimestichezza nelle modalità relazionali, oppure dicoloro che vogliono vendicarsi dell’affronto costituito ad esempio dal rifiuto.
Lo stalker si insinua nella vita della vittima gradualmente o dopo un “raptus”?
Il termine raptus è decisamente in disuso sia medicina che in psicologia. Penso ad esempio a “L’amore fatale”, un romanzo dello scrittore inglese Ian McEwan, pubblicato col titolo Enduring Love da cui è stato tratto l’monimo film del 2004, diretto da Roger Michell in cui improvvisamente Joe diventa l’oggetto di una implacabile persecuzione amorosa da parte di Jed. A mio avviso questo non accade sovente nella realtà: in letteratura vengono infatti descirtti peridi di incubazione subdola, di lunga durata, con sfumati cambiamenti di condotta. Notare questi comportamenti insoliti e intervenire in queste fasi sarebbe ideale, specie se all’origine dello stalking c’è una psicosi erotomanica o comunque un disturbo psicolgico.
E’ un fenomeno che riguarda solo le donne?
Circa la metà delle donne in età 14-65 anni (10 milioni 485 mila, pari al 51,8 per cento) hanno subito nell’arco della loro vita molestie in senso lato come pedinamento, esibizionismo, telefonate oscene, molestie verbali e fisiche (Istat, 2012). Lo Stalking è un fenomeno molto diffuso nel nostro paese, dati della prima e unica indagine nazionale sulla violenza alle donne che l’Istat ha pubblicato invece nel 2006, ha rilevano che quasi il 50% delle donne vittime di violenza fisica o sessuale ha subito comportamenti persecutori, 937 mila donne hanno subito violenza fisica o sessuale e lo stalking, ovvero comportamenti persecutori che le hanno particolarmente spaventate da parte del partner al momento della separazione. A queste vanno aggiunte 1 milione 139 mila donne che hanno subito lo stalking ma non violenze fisiche o sessuali. In totale sono 2 milioni 77 mila le donne vittime dello stalking dall’ex partner, il 18,8% del totale. Il 68,5% dei partner ha cercatoinsistentemente di parlare con la donna contro la sua volontà, il 61,8% ha chiesto ripetutamente appuntamenti per incontrarla, il 57% l’ha aspettata fuori casa o a scuola o al lavoro, il 55,4% ha inviato messaggi, telefonate, e-mail, lettere o regali indesiderati, il 40,8% l’ha seguita o spiata e l’11% ha adottato altre strategie. Tra le donne che hanno subito una violenza fisica o sessuale da ex partner la percentuale di stalking arriva al 48,8%. Lo stalking è più accentuato per le donne che hanno subito violenza fisica o sessuale da parte dell’ex fidanzato (54,1%) rispetto alle donne che hanno subito violenza dall’ex-marito o exconvivente (42,7%). Lo stalking è un fenomeno che può sfociare in femminicidio. Il femminicidio è un’emergenza sociale, in Italia solo nel 2012 sono già oltre 70 le donne uccise in quanto donne per mano di un uomo, da gennaio a luglio. Sono state uccise una donna ogni tre giorni, spesso per mano di un marito, un fidanzato un ex che non accetta la separazione.
Le è mai capitato di avere come paziente uno stalker?
Si. Paradossalmente sono stato costretto trattare in ospedale una donna italiana, recatasi in Inghilterra convinta che un uomo londinese conosciuto durante una vacanza tempo addietro, si fosse innamorato di lei. Questa convinzione non era scalfita minimamente dai fermi rifiuti della persona in oggetto, dalle numerose percosse da lui poi subite, da una ingiunzione di un tribunale che le impediva di avvicinarlo. Continuava incredibilmente ad interpretare tutti questi eventicome “segnali d’amore”.
Ci sono altri aneddoti simili che lei ricordi?
Pochi forse sanno che la perizia psichiatrica disposta per Massimo Tartaglia lo dichiarò incapace di intendere e di volere quando aggredì l’allora premier lanciandogli addosso un souvenir del Duomo di Milano. L’esito della perizia psichiatrica disposta dal gup Luisa Savoia stabilì che il 42enne all’epoca dei fatti era in cura per problemi mentali di natura sostanzialmente erotomanica al Policlinico di Milano. Alcuni giornali riferirono che lo stesso aveva maturato la convinzione assolutamente delirante che Berlusconi avesse una relazione con una sua (diciamo così) “fidanzata immaginaria”. Quindi il suo gesto retrospettivamente è plausibile interpretarlo come un “vendetta di gelosia (seppur patologica)”. Ricordo che molti dissero che “la responsabilità di tutto era dei toni politici troppo accesi” e del “clima televisivo esasperante nei talk show”. La politica, invece, verosimilmente non c’entrava nulla!
Cosa prevede la legge in Italia?
In Italia lo stalking è diventato un reato grazie alla legge n. 38 del 2009 che sancisce, finalmente, la pericolosità di questo tipo di atti. Le donne vengono seguite, pedinate, sommerse da sms e/o mail, molestate con approcci di ogni genere. Anche se non sempre lo stalking si accompagna a comportamenti violenti, le vittime di questi atti persecutori non riescono più a lavorare, ad avere una normale vita sociale, giungendo perfino a subire gravi danni materiali, psicologici e anche fisici. Lo stalker o il molestatore è nella maggioranza dei casi una persona dell’ambito familiare ed affettivo della vittima. Nella maggioranza dei casi si tratta di ex mariti e/o ex fidanzati che non si rassegnano alla rottura della relazione e cercano, mediante comportamenti persecutori, di restaurare un contatto con la vittima, anche in maniera incessante e minacciante. donna in stato di gravidanza o di una persona con disabilità di cui l’articolo 3 della legge 5 febbraio 1992, n. 104, ovvero con armi o da persona travisata. Il delitto è punito a querela della persona offesa. In base a questa norma, ci si può rivolgere alle autorità di pubblica sicurezza, chiedendo al questore un ammonimento nei confronti dello Stalker(autore della persecuzione) Se il questore dopo aver raccolto le informazioni dai testimoni ne ravvisa la necessità ammonisce verbalmente lo stalker. Se la persecuzione continua, presentata la querela, lo stalker colpevole di atti persecutori contro la stessa vittima vedrà aumentata la pena. Ci si può rivolgere ad un Centro Antiviolenza o al numero verde 1522, gratuito.
Massimo Lanzaro
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