Una critica penetrante del modo di concepire la nostra esistenza, in particolare in rapporto con il nostro modo di abitare il mondo. Nell’epoca dello scientismo e della tecnica come fede accecante, del mercato globale, la natura ha finito per ridursi ad una massa estranea da cui trarre soltanto merci. L’uomo sembra definitivamente estromesso dal suo ambiente, avendo costituito attraverso il potere della sua mente un mondo artificiale e artificioso, sostitutivo di quello reale. Una società ormai composta
da individui tanto narcisisti psichicamente quanto mercantilmente intercambiabili
dichiara Duque, e
tanto autarchici quanto sottomessi a un’identica impronta mediatica, tanto desiderosi di un’estetica contemplazione della natura quanto pienamente sradicati dalla terra natale… tanto pieni di tecnica quanto manchevoli di mito e di storia.
Duque non inneggia però ad un ritorno ad un’area epoca felice, ad una natura virginea e ad un uomo edenico, ma indica una strada che attraversa e combina filosofia ed architettura, il pensiero di Heidegger e il modo di costruire di Meis. Una via in cui l’industria e la tecnica non conducano ad un olocausto dell’interiorità, ad una nuova stagione dell’essere.
Félix Duque, Abitare la terra. Ambiente, Umanismo, Città. Moretti & Vitali, 2007
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è un piacere leggere di architettura nel blog di Gabriele La Porta, è bello che la ricerca interiore entri anche in architettura.
Caro Giulio,
sono felice del tuo commento a proposito dell’apertura dell’architettura alla ricerca interiore!
Spero che ci aiuterai a continuare in questo cammino, nella volontà di riallacciare le fila, in molti casi obliate, apparentemente perdute, che legano ed intrecciano indissolubilmente il modo di abitare la terra e la psiche!
Un affettuoso saluto. A presto!
Interiorità e architettura è un campo di indagine aspro e forte, una terra di mezzo poco battuta e irta di insidie. Se proviamo ad indossare gli occhiali del poeta e a guardarci intorno, ad esaminare il paesaggio urbano, le periferie delle nostre città, le recenti costruzioni, ciò di cui le ultime generazioni sono state artefici, in molti e dolenti casi ci germina nel profondo dell’anima un senso di spaesamento esistenziale, di squallore morale ed estetico, ci stringe alla gola una solitudine strisciante, apatica, terribile. L’assenza di simboli ‘pesanti’, di quei significati condivisi capaci di scuotere dal comodo torpore dell’egoismo, di aggregare i mille rivoli di individui indistinti e senza volto, stranieri nella notte, atomi che ruotano intorno a se stessi, indifferenti al destino altrui.
La bella architettura faccia ritorno! Esprima ed ispiri lo spirito interiore a cui per nostra natura ci vogliamo rivolgere: la partecipazione, la pietas, la bellezza, l’amore.
Un saluto sincero, e complimenti per l’iniziativa.
Ha proprio ragione Sokela,
la “bella architettura faccia ritorno”. E credo che la moderna società in cui viviamo non può immaginare di esistere sulla faccia della terra trasformando tutto ciò che ci circonda in una merce, in un prodotto del mercato, in una espressione di esigenze materiali. La tecnica, la scienza e l’industria hanno garantito all’uomo moderno (almeno in occidente), un grado di benessere mai prima ottenuto. Questo tuttavia non basta. Neanche nel campo dell’architettura. L’uomo moderno è spiritualmente arretrato, e accecato spesso da un positivismo di accento mistico tende a trasformare tutte le sue esigenze e a risolverle in equazioni matematiche. Il tutto deve essere interpretato in chiave scientifica; deve essere verificabile e ripetibile, altrimenti sembra per noi “non esistere”.
Bisogna che l’uomo torni a coltivare la sua spiritualità e i suoi “naturali” bisogni interiori per ottenere il ritorno della “bella architettura”. Quella attraverso cui si abita poeticamente la terra.
Siamo veramente felici che abbiate apprezzato l’iniziativa.
A presto
Anch’io sono dell’opinione che la bella architettura è scomparsa da un bel pò, credo sia colpa del materialismo di massa e del fatto che gli uomini non sappiano più sognare. I simboli architettonici che amo di più sono le arcate e le colonne, che hanno in se un simbolismo arcaico immenso. Dove vivi io ci sono rarissimi elementi architettonici o cose belle da vedere, per questo mi sembra quallido e privo di armonia.
le colonne e i templi tondi volontariamente vogliono ricordare l’archetopo del FEMMINILE. non a caso i regimi totalitari, fascosmo, nazismo e stalinismo, hanno creato un’architettura squadrata, colonne spigolose, per sottolineare un machismo puntuto e aggressivo (ma siamo sicuri che questi super machi riuscissero davvero ad amare?)
salve a tutti…questo è il mio primo intervento in questo bellissimo sito a cui faccio i complimenti…
ma devo dissentire su una sola cosa però…
non è vero che il mondo è sempre più brutto…
date un’occhiata a questo sito…
http://europaconcorsi.com/
diceva Alessandro Mendini, grandissimo architetto:
“50 anni fa studi di Architettura che facevano grande architetture erano 50…oggi 5000…nel mondo si intende”
CON I SOGNI NEGLI OCCHI,
E LA NOSTALGIA NEL CUORE,
LE RAGAZZE GEORGIANE,
S’INCONTRANO TRA DI LORO
OGNUNA RACCONTA LA SUA
QUOTIDIANA AVVENTURA,
IO LE GUARDO,E CAPISCO
LA LORO NOSTALGIA,PUR NON
CONOSCENDO LA LORO LINGUA,
PIENA DI SUONI,E DI COLORI,IO
NE DECIFRO IL SENSO,E COME SE
IN QUEL LORO LINGUAGGIO COSI’
ARCAICO, DOVE NEMMENO UN FRAMMENTO
DELLA PRESENZA ROMANA,IO SENTO ,
DEDUCO,CHE FU NEL PASSATO,COME NEL
PRESENTE.UN POPOLO FIERO.LIBERO
COME DOVREBBE ESSSERE OGNI POPOLO,
OGNI UOMO.
MA LE RAGAZZE GEORGIANE,OGNI SERA,SI TROVANO TRA DI LORO.CREANDO IN QUELLO SPAZIO UNA MINUSCOLA GEORGIA QUELLA FATTA DI SUDORE,E SPERANZE DA QUESTA MIA PROSPETTIVA,TUTTA OCCIDENTALE,SALUTO LE FIERE DONNE ,DELLA GEORGIA
———————–GINA TOTA.OMAGGIO ALLE DONNE FIERE,DELLA GEORGIA..
CIAO AMICI.
OGGI L’ARCHITETTTURA NON LASCIA SPAZIO NE’ ALLO SPIRITO,E NE’ AL’ARMONIA,MOLTI CASERMONI
NELLA MIA CITTA’, BUTTARONO GIU’ PALAZZO CAPELLUTI,CHE LA FACCIATA,ERA SIMILE ALLA REGGIA DI CASERTA,PER FAR POSTO,AD UN BLOCCO DI CEMENTO, E TANTE ALTRI INCUBI ARCHITETTONICI.GLI ARCHITETTI SI ADEGUANO ,DICONO VIA IL PASSATO,CHE ENTRI IL PRESENTE..NON C’E’ UNA CITTA’ ITALIANA,SENZA CHE UN’ARCHITETTO NON ABBIA FATTO SCEMPIO.
COME LA CHIESA DOVE VISSE SAN PADRE PIO,CHE NULLA DICE ALL’ANIMA,NIENTE CHE ACCAREZZA IL NOSTRO SGUARDO.SOLO LA FREDDA PRESUNZIONE DI RINNOVARE RIFARE ATTRAVERSO L’ARCHITETTURA LUOGHI DELLO SPIRITO E DELLA QUOTIDIANITA’.MA NON LASCERANNO NIENTE AI POSTERI,SE NON CON I TENTATIVI DI ECHEGGIARE ATTRAVERSO I SECOLI COME IL RINASCIMENTO,CHE CI HA DONATO GRAZIE,NON SOLO AI GRANDI ARTISTI,MA ANCHE ALLA POLITICA DI ALLORA,ALLA CULTURA,ALLA CONSAPEVOLEZZA, DI UOMINI CAPACI DI USARE LA RAGIONE,E LA GENIALITA’ .
—————————————-GINA TOTA.12-OTTOBRE,2012.
CON I SOGNI ANCORA NEGLI OCCHI,
E LA NOSTALGIA NEL CUORE,
LE RAGAZZE GEORGIANE S’INCONRANO
TRA DI LORO,E OGNUNA RXCCONTA LA SUA
AVVENTURA QUOTIDIANA,OGNUNA RIVEDE LA SUA TERRA LONTANA,ATTRAVERSO UNA RAGAZZA
ARRIVATA DA POCO.
IO LE GUARDO,E CAPISCO LA LORO NOSTALGIA,
PUR NON CONOSCENDO LA LORO LINGUA PIENA
DI SUONI,E COLORI,MA NE DECIFRO IL SENSO,
E COME, SE IN QUEL LORO LINGUAGGIO ARCAICO,DOVE NEMMENO UN FRAMMENTO DELLA PRESENZA ROMANA IO SENTO,DEDUCO DALLA LORO FIEREZZA,DI DISCENDERE DA UN POPOLO FIERO.MA LE RAGAZZE,SORVOLANO LA STORIA,HANNO LA LORO STORIA DA RACCONTARE,
QUANDO S’INCONTRANO TRA DI LORO,CREANDO IN QUELLO SPAZIO SENTIMENTALE,UNA MINUSCOLA GEORGIA,TENUTA STRETTA NEL CUORE,E NELLA MENTE.ED IO,DA QUESTA MIA PROSPETTIVA TUTTA OCIDENTALE,DIVORATA
DAL CAOS ,SALUTO LE FIERISSIME RAGAZZE DELLA GEORGIA, LA SUA GENTE.
———————————GINA TOTA 11.OTTOBRE.2010. POESIA DAL TITOLO LE RAGAZZE DELLA GEORGIA..R.C.
Aforismi DI GINA TOTA
————————————–
NON SIATE PRECIPITOSI NEL GIUDICARMI,PERCHE’ RISCHIATE DI DARE A ME,LA POSSIBILITA’ DI METTERE IN ATTO,QUALCHE VOSTRA STRATEGIA,CERTAMENTE NON DA UOMINI LEALI,QUALI VOI,VI VANTATE DI ESSERE.
———————–
MOLTI MI DICONO CHE MI VOGLIONO BENE,MA VORREI SAPERE CHI HA LANCIATO UNA PIETRA,QUANDO HO VOLTATO LE SPALLE? TANTO E’ VERO,CHE LE PIETRE SI SONO AMMUCCHIATE..NON CREDEVO DI ESSERE AMATA COSI’ TANTO..
——————————
NESSUNO SENTE,NESSUNO PARLA.E ALLORA MI SAPETE DIRE CHE CA….ANDATE A FARE DIETRO I CORTEI,CON LE FIACCOLE ACCESE CONTRO LA VIOLENZA?QUI LA VIOLENZA LA FATE VOI, CON L’OMERTA’,GRAZIE ALL’OMERTOSO,FANNO FESTA I MALAVITOSI.ANCHE IN FAMIGLIA SI ANNIDA LA SERPE….NESSUNO VEDE,NESSUNO SENTE,NESSUNO PARLA..
—————————-FUORI D’AFORISMA.
CARA GINA,
…LANCIAI LA PIETRA E…
SULL’ORLO DELL’ABISSO,
DOVE ARCHETIPI, “TALI” E “FRATTALI” SI ERANO DATI CONVEGNO,
GUARDAI NEGLI OCCHI DI DIO!
UN ABBRACCIO
i regimi totalitari hanno prodotto sicuramente in linea di massima architetture monumentali, fuori scala, disumane,perchè frutto del narcisismo…Hitler con la sala delle udienze di dimensioni spropositate voleva incutere un senso di inferiorità in chi veniva ricevuto in questa sala… se l’uomo non supera il narcisismo, non si incontra certo la parte più profonda di se, espressa nei sogni attraverso la figura che Jung ha chiamato Anima…
BLA BLA BLA
BLA BLA BLA
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———————–VUOTAGGINE IN VERTICALE
OVVERO,IRONIA POETICA.
GINA TOTA
Alojarse encima de hoteles románticos mientras las vacaciones aumesnta nuestros recursos si desea elegir compras, paseos y salidas.
No obstante evidentemente, exhortta de una indagación previa mucho más agaz por
otra parte minuciosa que sin duda nos decidiéramos por opciones del costo mayor.