Vedi queste mani?
Han misurato la terra,
han separato i minerali e i cereali,
han fatto la pace e la guerra,
hanno abbattuto le distanze
di tutti i mari, di tutti i fiumi,
e tuttavia
quando percorrono
te, piccola,
grano di frumento, allodola,
non riescono a comprenderti,
si stancano raggiungendo
le colombe gemelle
che riposano o volano sul tuo petto,
percorrono le distanze delle tue gambe,
si avvolgono alla luce della tua cintura.
Per me sei un tesoro più colmo
d’immensità che non il mare e i grappoli,
e sei bianca e azzurra e vasta come
la terra nella vendemmia.
In questo territorio,
dai tuoi piedi alla tua fonte,
camminando, camminando, camminando,
passerò la mia vita.
Pablo Neruda
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… “Così profondo è il suo logos”!
Volessimo intendere l’intero scomponendolo nelle sue componenti, perderemmo l’essenza che dà forma all’intero. Per questo l’intero è sempre maggiore delle sue parti. È l’essenza ciò che sfugge alla comprensione ed è la relazione profonda, “latente” perché non si perde, quel senso del movimento, tra l’intero e le sue componenti, esse stesse interi.
Mai così appassionante fu l’educazione (alla) Fisica con la peripatetica!
Platonica Valeria dell’Anna, complimenti per il tuo commento!… Secondo me acuto… e pertinente…
Winah (Mario)