Quando sarai arrivata e ti avrò vista, piangendo
a forza di aspettarti, cosa ti dirò?
E dell’angoscia di amarti, aspettandoti
ritrovata, come ti amerò?
Che bacio tuo di lacrima avrò
per dimenticare ciò che ho vissuto ricordando
e che farò del vecchio dolore quando
non potrò dirti perchè ho pianto?
Come nascondere l’ombra in me sospesa
per l’angoscia della memoria immensa
che la distanza ha creato – fredda di vita
immagine tua che io ho composto serena
attenta al mio richiamo e alla mia pena
e che vorrei non perdere mai più…
Vinicius De Moraes
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spero non le dispiaccia Gabriele, se commento con una poesia le poesie che pubblica, è una reazione naturale per me…. Buona giornata
Congiungersi
Aspetto che Saturno cambi la sua orbita
sputando gli scheletri indigesti degli anelli,
e immagino l’impatto del tuo corpo
sulle lune piene dei miei seni.
Tu sfogliami la pelle per farne una rosa
bianca ombra che il tempo intesse con la morte.
Ti dono la fontana del mio sangue
abisso da riversare nei tuoi occhi,
cosicchè l’artiglio che ghermisce i miei capelli
allenti la sua presa secolare.
Le tue cicatrici sono il covo dei miei sogni,
il sentiero che le mie labbra tracceranno.
L’amore
nella sua stanza liquida
come il verme del mescal
succhia la sua stessa linfa e se ne nutre.
Certo che non mi dispiace… anzi, mi fa piacere 🙂
:):):)