La scomparsa dei padri

La scomparsa dei padri è un collasso psicologico, nella mente loro e in quella della collettività. Sconvolge anche gli equilibri di chi aveva sofferto sotto il patriarcato. I padri assicuravano la psicologia collettiva. Nell’immaginario collettivo, la loro presenza era la presenza della responsabilità, anche se non sapremo mai fino a che punto questo corrispondesse a una realtà quotidiana. Il loro rarefarsi provoca confusione e rimproveri, perché la responsabilità è per definizione ciò da cui non è possibile dimettersi. Lo smarrimento e le critiche generano un circolo vizioso: i padri vi trovano nuovi motivi per allontanarsi ed evitare di essere padri. In quest’epoca di brutali fatti economici, il padre si comporta come un’azienda in crisi: se tutti ne dicono male, le sue azioni prima scendono, poi crollano, valgono come carta straccia; nessuno gli concede più credito, tutti esigono che paghi immediatamente i suoi debiti. Arriva alla bancarotta, è cancellato come entità.

Luigi Zoja

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14 Risposte

  1. questo giusto asserto è verificato nel “collettivo politico” dove i vari leader attuali, più o meno squalificati, lasciano un inquietante vuoto nello psicologico collettivo.

  2. Un salutone a tutti…
    sono influenzata e un bel pò “rimba”…
    ma vi leggo tutti i giorni!
    Bacini per tutti

  3. Su questa celata manovra di potere ci sarebbe tantissimo da dire, ma basta solo pensare che ci sono meccanismi induttivi, già studiati calcolati e programmati che apposta tendono a destabilizzare i mercati per creare scompiglio economico a discapito di tanti e a favore dei pochi veri detentori del potere…

  4. Che cosa significa.? Collettivo. Chiedo scusa ,Francesco.Vi sono “donne” anche,nel collettivo
    politico ,perchè più manovrabili.Di quale inquietante
    vuoto parli?Gli uomini quali uomini;ener andros?

  5. Padri.Tutto è Madre i padri sono un mero surrogato.

  6. Bea, ti faccio tanti auguri x una prestissima guarigione, attento al freddo freddo e prendi la tachipirina, oppure se sei omeopata ” bella donna”,però di questo prodotto, non hai bisogno, lo sei bella

    Nel sogno eri superba come una dea, possedevi l’ incanto, la magia e il fascino di una fata.

    Il Logos ti aveva dato il potere di parlare con le rose, le più belle si giravano per guardare la tua bellezza. Amica, una carezza.

  7. Bea se ascolterai, con le corde della tua anima, questo video, guarirai dalla febre e mi sognerai.. par condicio ahahaha

    Voleremo insieme su un cavallo bianco, all’ inizio avrai paura, però ti farò vincere le tempeste, il male e la morte, ahahah, ciao Beonaaaa.

  8. Iria ciao. Penso che l’affermazione di Zoja risponda ad una concreta realtà. Oggi la maggior parte (…e non tutti per fortuna) degli uomini – i padri in questo caso – per puro disenteresse perchè completamente occupati dal loro lavoro, dalla loro carriera e dalla realizzazione del proprio ego effettivamente nelle famiglie sono un “latitanti”. Che tutto “sia femminile” è un discorso che inq uesto caso, secondo me, non dovrebbe entare nella discussione perchè cmq il padre all’interno della famiglia ha sempre avuto un “ruolo ben definito”…ed oggi mi sembra che egli “snobbi” questo ruolo, ruolo che smepre più la donna/madre deve assumere sulle sue spalle creando questa inversione dei ruoli genitoriali però un notevole disagio psichico nei confronti dei suoi figli…
    Scusa se mi permetto, ma sembra che tu abbia una qualche risentimento nei confronti della figura del padre!
    Che intendi per “donne” nel collettivo politico più manovrabili?? Mi sembra che nella politica tutto abbia un costo, tutto di possa acquistare ….e a “vendersi” sono sia uomini che donne, non mi sembra sia un fatto di essere maschi o femmine..
    Bacio

  9. Grazie caro Luigi!
    Un bacione

  10. …Luigi…io non ho paura di volare…spesso sono caduta e, qualche volta mi sono fatta anche molto male, qualche volte magari mi sono anche spezzata un’ala, ma dopo una più o meno lunga “degenza” ho ripreso il mio volo!…
    nella vita bisogna sempre riprendere il proprio volo e volare alti nel cielo, più in alto che si può…..
    …non mi servo di cavalli per volare, per quanto sia un animale davvero bello e regale…io sono un’aquila, volo fiera e decisa da sola….le persone possono volarmi accanto e volermi bene, ma….solo io decido dove andare…insomma sono libera…sì, dopo tanto soffrire e tanto faticare, sono diventata “un’essere libero”…..e di questo devo ringraziare me stessa e chi – con amore, pazienza e saggeza – mi ha aiutato a conquistare la mia libertà, a prendermi le mie responsabilità, a rinunciare “al finto oro” di una gabbia dorata e….aprire quella porta e…. uscire dalla gabbia senza più paura!! Da alloraa volo…tra alti e bassi, tra voli a picco e sferzate del vento, tra giorni di sole e mari calmi…ma volo!!!!
    Ti mando un bacio e grazie ancora per gli auguri di guarigione!!!

  11. “…quindi venne Eros, che è l’amore,
    il più bello tra gli Dei immortali,
    colui che fiacca la forza delle membra,
    che di tutti gli Dei e di tutti gli uomini,
    sopraffà l’intelligenza e tutti i piani più astuti”

    Esiodo (in Teogonia)

  12. Provocazione:

    Basterebbe che un padre pagasse per tutti, per saldare il debito con se stesso e l’intera collettività.
    Oppure che continuasse a pagare la donna; una per tutti: i figli, i mariti, i padri…
    Il silenzio non sarebbe più interpretato come omertà e complicità, ma necessaria difesa della propria “azienda”. Certe catene (di montaggio e smontaggio delle responsabilità!) sono da attribuire all’abitudine. In generale l’uomo (razionalità) non sa dialogare con i figli perchè la donna (emotività) ha smesso di dialogare con l’uomo ed I figli rimangono l’unica “merce” di scambio, quando “l’azienda” fallisce. E’ pubblicità ingannevole e negativa, per l’intera collettività, rilanciare l’azienda a mezzo di un’immagine di una donna che giudica un uomo. Perchè dovrebbero trascorrere molte transazioni, nella psiche collettiva, prima che dietro quell’abito si possa vedere il giudice e non la persona. Il padre e la madre devono essere riabilitati all’educazione dei figli. Ma immagino che i fligli dovranno ancora per molto tempo assistere a scandalosi depistaggi.

  13. Cara Beatrice,non sono un poeta, però quelli che lo sono, quando scrivono, non utilizzano disciplina del pensiero e la sua forma logica e severa.. .

    Sono ” disperati ” e cercano la fonte salvatrice e armonica della loro anima.

    La loro, non è la sapienza dei dotti, ma la sapienza che supera la dimensione della terra e simultaneamente fanno appello ad suono metafisico, che nasce dal cuore e che essi solo conoscono

    E per essere perdonati della loro ” follia” , del loro uscire fuori dal pensiero comune, vengono soccorsi dalla cosiddetta ” licenza poetica”

    Beatrice, condivido e sposo il tuo ” cattedrale ” scritto.

    La libertà è la più alta espressione dell’ animo umano, chi è libero ha vinto il buio e la tenebra dell’ anima. Un bacio, amica Beatrice

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