Morale

È noto quel che esigo dai filosofi, porsi cioé, al di là del bene e del male – avere sotto di sè l’illusione del giudizio morale. Questa esigenza consegue a una idea che è stata formulata per la prima volta: che non esistono per nulla fatti morali. Il giudizio morale ha in comune con quello religioso la credenza in realtà che non lo sono. La morale è soltanto una interpretazione di determinati fenomeni, o per parlare con maggior precisione, una falsa interpretazione. Al pari di quello religioso, il giudizio morale appartiene a un grado di ignoranza al quale manca ancora il concetto stesso del reale, la distinzione del reale e dell’immanginario: cosicché, a un tal grado, verità designa semplicemente cose che noi oggi chiamiamo chimere […] In tutti i tempi si è voluto migliorare gli uomini: soprattutto a questo si è dato il nome di morale. Ma sotto la stessa parola sta nascosta la massima diversità di tendenze. Sia l’addomesticamento della bestia uomo, che l’allevamento di un certo genere di umanità, sono stati detti miglioramento: solo questi termini zoologici esprimono realtà – certo, realtà di cui il tipico miglioratore, il prete, non sa nulla – non vuole sapere nulla… Chiamare miglioramento l’addomesticamento di un animale è quasi facezia per le nostre orecchie. Chi sa che cosa avviene nei serragli, dubita che quivi la bestia venga migliorata. Essa viene infiacchita, viene resa meno nociva, diventa, grazie al dolore, alle ferite, alla fame, una bestia malaticcia.

Friedrich Wilhelm Nietzsche

Pubblicità

L’amore romantico

L’esperienza dell’amore romantico trascende ogni condizionamento, pretende devozione  al di là di ogni vincolo. Per Platone, la “mania” era possessione da parte degli dèi, nella fattispecie di Afrodite e di Eros. Poche cose nella vita danno l’impressione di essere rivolte  in modo così esclusivo e diretto a noi personalmente come l’invasamento dell’amore romantico. L’amore romantico ha un sapore di fatalità, di destino, di karma.

James Hillman

L'”Io” che fluttua

L'”Io” che fluttua lungo l’onda del tempo

Guardo a distanza .

Con la polvere e l’acqua,

Col frutto e il fiore,

Col Tutto egli irrompe avanti.

Si trova in superficie,

Lanciato dalle onde e danzando al ritmo

Della gioia e della sofferenza.

La più piccola perdita lo fa soffrire,

La più piccola ferita lo offende –

Lo vedo da lontano.

Questo “Io” non è il mio Io reale,

Io sono ancora dentro di me,

Non fluttuo sulla corrente della morte.

Sono libero, senza desiderio,

Sono pace, sono illuminato,

Lo vedo da lontano.

Rabindranath Tagore