Media e politica: riflessioni preliminari su paradossi e contraddizioni

Viviamo in uno stato di cose imbevuto di indecidibilità, stallo e interminabili oscillazioni che finiscono per bloccare la possibilità di direzionarsi e comprendere

Il doppio legame (in originale: double bind) è un concetto psicologico elaborato dall’antropologo e pensatore G. Bateson e utilizzato in seguito da altri membri della cosiddetta Scuola sistemico-relazionale di Palo Alto. L’ingiunzione: “sii spontaneo” è il prototipo del messaggio paradossale. Chiunque riceva questa ingiunzione si trova in una situazione insostenibile, perché per accondiscendervi dovrebbe essere spontaneo entro uno schema di condiscendenza e non di spontaneità, spiegò Watzlawick.

Gli elementi essenziali di un doppio legame sono:

a) una forte relazione complementare (autorità-subordinato);
b) un’ingiunzione che deve essere disubbidita per essere ubbidita;
c) l’impossibilità di uscire dal sistema di relazione, cioè di metacomunicare sulla comunicazione, perché sarebbe un atto grave di insubordinazione.

Bateson ipotizzò come possibile causa della schizofrenia  (teoria che ha subito diverse critiche in verità) l’esposizione cronica a situazioni di doppio legame in ambito familiare.

Il termine schizofrenia, detto per inciso, fu coniato dallo psichiatra svizzero Eugen Bleuler nel 1908 e deriva dal greco σχίζω (schizo, diviso) e φρεν (phren, cervello), ‘mente divisa’.

Consideriamo ora un ulteriore esempio di relazione paradossale, innescata, ad esempio, dall’ingiunzione : “Non essere così ubbidiente!”.

Ancora il destinatario è preso in un doppio vincolo, poiché la frase dev’essere disobbedita per essere obbedita e viceversa; non si può reagire ad essa in modo adeguato.

Ho introdotto i concetti di paradosso e doppio legame per metterli in relazione a comunicazioni più o meno normative e messaggi che ci arrivano ogni giorno da situazioni socio-politiche italiane. Siamo infatti pronti ad aprire un quotidiano recente e leggere, a mò di esempio:

– Le colonnine arancioni finiscono fuorilegge, sono efficaci per scoraggiare chi corre in macchina, ma non sono omologate. Vengono adottate sempre di più dalle polizie municipali, ma per il Codice della Strada non esistono.
– Caos (appunto) Stamina: il Tar boccia la bocciatura.
– Sembra che abbiamo un Parlamento incostituzionale.

In un conflitto la scelta è una soluzione, ma l’ingiunzione paradossale fa fallire qualsiasi scelta o presa di posizione (perché devo accettare le leggi di un parlamento incostituzionale? e se qualcuno boccia una bocciatura cosa ne desumo?).

Qualcuno ha detto che la attuale classe di giornalisti è nettamente figlia della classe politica. Entrambe sembrano contribuire, per restare in tema di paradossi, al cortocircuito.

Se sorvolassimo sul fatto che da un po’ di tempo a questa parte, come dice qualcuno, in Italia “la parola di un fuorilegge è legge”, che destra e sinistra governano assieme, o sul dato di fatto che il precariato è la norma tragica di “una repubblica fondata sul lavoro”, continuare il discorso dei paradossi sarebbe un mero divertissement.

Ma nella realtà quello che leggiamo e che ci viene detto riflette uno stato di cose sempre più imbevuto di indecidibilità, stallo e interminabili oscillazioni che finiscono per bloccare la possibilità di direzionarsi e comprendere. E ciò che emerge dai media forse è l’epifenomeno rivelatore di una patologia politica, sociale e antropologica di fondo. Nessuno è più libero di non essere parte di questo sistema invischiato dell’estrema fittizia libertà.

Nelle contraddizioni autoperpetuantesi la scelta non è possibile e molti giovani sono costretti ad emigrare. Leggere questo fenomeno in base alla teoria delle comunicazioni paradossali secondo cui può verificarsi un cambiamento soltanto uscendo fuori dal modello (fuggire, appunto) è quantomeno suggestivo. Mi fa pensare (un po’ pessimisticamente) alla nostra nazione come una enorme famiglia patogena.

Cui prodest? Non so se questa domanda è lecita. Non sono un esperto di dietrologia e non so in fondo neppure se queste riflessioni siano troppo frammentarie (di certo sono eterogenee ed un po’ ipersemplificate). Però ho sempre amato la teoria della pragmatica della comunicazione. E so che in una famiglia  sarei molto perplesso se un genitore comprasse due cappotti, uno verde e uno rosso, e poi si lamentasse che se indosso quello rosso è perché non mi piace quello verde che mi ha regalato. E viceversa.

Massimo Lanzaro

Media e politica: riflessioni preliminari su paradossi e contraddizioni

17 Risposte

  1. ..la conciliazione degli opposti è già di per sè una impresa 😀

  2. Carissimo Dott. Lanzaro “non è che SEMBRA che abbiamo un parlamento incostituzionale…. Ma è proprio veramente altamente incostituzionale…

    Vediamo di gettare una sintesi veritiera… di quello che suggerisce il nostro caro Francesco Amodeo..

    Prima di spiegare la mia strategia per mandare in tilt il sistema con delle azioni che possano davvero centrare l’obiettivo, è doveroso un breve preambolo.

    Nel 2011 c’è stato un golpe finanziario a danno dei cittadini di alcuni paesi europei tra cui l’Italia. E’ stata indotta una crisi sui mercati con la complicità della Banca Centrale Europea guidata da Mario Draghi (un vero TDM) e di banche come la Goldman Sachs dalla quale proveniva Draghi stesso. Tutto pianificato per far cadere governi democraticamente eletti e trovare la strategia per sottrarre silenziosamente la sovranità al popolo ed imporre uomini provenienti dalle lobby para-massoniche dell’alta finanza.

    Prima di analizzarle, riassumiamo le fasi di quello che è accaduto: Crisi sui mercati, spread impazzito, dimissioni di governi eletti, niente elezioni ed arrivo dei tecnici.

    A noi hanno imposto Mario Monti, (altro TDM) che in seguito scopriamo essere Presidente Europeo della Commissione Trilaterale la lobby di banchieri creata da Rockefeller, Kissinger e Brzezinsky gli uomini che più di tutti gli altri hanno sempre dichiarato il loro disprezzo per i popoli e per le democrazie. Nel rapporto della Commissione Trilaterale “the crisis of democracies” viene dichiarato chiaramente che bisogna superare quelli che loro definiscono lenti, farraginosi ed inutili processi democratici. Nella Commissione Trilaterale si decide ufficialmente che la tecnocrazia debba prendere il posto della politica sacrificando l’autodeterminazione degli stati e la sovranità popolare.

    Mario Monti è membro del Direttivo del Club Bilderberg quello che viene definito il governo ombra e che riunisce ogni anno, in delle riunioni a porte chiuse e totalmente censurate dalla stampa, i 120 uomini dell’alta finanza, della politica e delle grandi multinazionali. Un Club sempre fondato dai grandi banchieri americani a cui fa capo Rockefeller. Mario Monti proviene anche lui dalla Goldman Sachs la banca d’affari americana incriminata per aver indotto la crisi sui mercati, la stessa che ha inspiegabilmente effettuato una vendita massiccia dei nostri titoli di stato causando l’impennata dello spread che ha provocato la caduta del governo Berlusconi. (un altro TDM)

    In Grecia è successa la stessa identica cosa, cade il Governo democraticamente eletto di Papandreou ed arriva il tecnico Papademos, membro del Bilderberg, della Commissione Trilaterale e proveniente guarda caso dalla Goldman Sachs la banca che nel 2001 proprio insieme a Papademos aveva truccato i conti della Grecia per permetterle l’entrata nell’euro che poi avrebbe causato il collasso del sistema bancario greco.

    Il golpe è servito. Sono stati mandati via i rappresentanti scelti dal popolo e sono arrivati i tecnici espressione delle lobby finanziarie. Infatti se proviamo a ricapitolare il tutto mettendo in evidenza i punti in comune ci accorgiamo che proprio quell’anno viene messo Mario Draghi alla Banca Centrale Europea (proveniente dal Gruppo Bilderberg, dalla Commissione Trilaterale e dalla banca Goldman Sachs); Mario Monti come Presidente del Consiglio tecnico in Italia proveniente dal Gruppo Bilderberg, dalla Commissione Trilaterale e dalla banca Goldman Sachs. Papademos come Presidente del Consiglio tecnico in Grecia (proveniente dal Gruppo Bilderberg, dalla Commissione Trilaterale e dalla banca Goldman Sachs). Esiste solo un altro uomo che ha tutte queste lobby nel suo Cv ed è proprio Romano Prodi (altro TDM) ossia colui che c’ha portato in questa europa (egli proveniente dal direttivo del Gruppo Bilderberg, dalla Commissione Trilaterale e dalla banca Goldman Sachs).

    Se tutto ciò non dovesse bastare a rendere chiara qual’è stata la regia della crisi economica aggiungiamo pure che a sostituire Monti al governo del paese sarà poi Enrico Letta (altro T.M.) che guarda caso era stato proprio l’unico politico italiano chiamato qualche mese prima a sostituire Monti alla riunione Bilderberg del 2012 in America.

    Enrico Letta era già membro della Commissione Trilaterale ed è nipote di Gianni Letta della Goldman Sachs. Il cerchio si chiude. La realtà è incontrovertibile ma estremamente grave.

    Questo golpe finanziario serviva a tenere i popoli in crisi con Governi fantoccio pronti ad adottare misure di austerity e permettere alla Troika (Commissione Europea, BCE e FMI)di togliere sempre più sovranità agli stati costretti a chiedere prestiti e ad indebitarsi per sopravvivere.

    A testimonianza di quanto da me affermato vediamo che nel 2011 viene firmato silenziosamente e senza chiedere il parere dei cittadini il Mes (Meccanismo Europeo di Stabilità) che ci costringe ad indebitarci per 125 miliardi di euro con un fondo “salva stati” che in realtà servirà sempre e solo a ricapitalizzare le banche dei paesi in difficoltà e che attribuisce ai 17 Governatori che lo amministrano poteri al di sopra della legge. Questi soldi in attesa di essere usati vengono parcheggiati nei titoli di Stato dei paesi con la tripla A e quindi nei titoli di Stato di paesi come la Germania.

    Sempre in quei mesi viene siglato il Fiscal Compact e quindi inserito (silenziosamente e senza chiedere il parere dei cittadini) il pareggio di bilancio in Costituzione, che obbliga l’Italia a ridurre dal 130% al 60% il rapporto Debito/Pil in 20 anni il che si potrà raggiungere solo con la media di 40 miliardi di euro di tagli o tasse ogni anno. Esso implica anche il vincolo del 3% nel rapporto Deficit/Pil che come abbiamo visto stringe il paese in una morsa dalla quale non si riesce ad uscire. Come se non bastasse vengono prese tutte misure a tutela delle banche e dei grandi potentati finanziari ma a discapito dei popoli basti pensare che Mario Monti ha creato i Monti Bondi non per salvare gli esodati nati da un errore del suo stesso Governo ma ben 4 miliardi di euro sono stati usati per salvare il Monte dei Paschi Di Siena.

    Ora che conosciamo la situazione, arriviamo alle possibili azioni da intraprendere:

    Se oggi si decide di scendere in piazza a protestare o di organizzare una mobilitazione nazionale ignorando queste realtà si fa un grosso buco nell’acqua alimentando solo una lotta contro i fantasmi chiamati (politici ladri, parassiti ) ed usando frasi come (tutti a casa; se ne devono andare, via tutti) (io per conto mio ne ammazzerei uno al giorno ) che denotano un qualunquismo che non può assolutamente portare a dei risultati concreti e che nasconde una realtà nella quale i responsabili hanno invece nomi e cognomi.

    La prima cosa che deve fare chi organizza una manifestazione del genere è creare dei volantini cartacei da distribuire durante la manifestazione ed altri da diffondere on line che informino i partecipanti alla protesta ed attraverso di loro quanti più italiani possibile su quelli che sono i reali responsabili di questo economicidio e quali sono i sistemi a cui opporsi.

    Abbiamo nomi e cognomi usiamoli. C’è bisogno che gli organizzatori con l’aiuto dei legali formalizzino dei prestampati con una denuncia verso i responsabili sopraccitati e di quanti hanno concorso con loro (è già disponibile la denuncia dell’avvocato Paola Musu). Piuttosto che mandare migliaia di persone nelle piazze più disparate bisogna mandare migliaia di persone nelle questure a depositare le proprie denunce. In questo modo si manda in tilt un sistema, caserme e questure piene di gente pacificamente in fila per usare lo strumento della legge e giudici che si troverebbero a dover fare i conti con migliaia di denunce ed esposti. Questa è la prima azione da fare nei confronti degli artefici del golpe finanziario.

    Una volta che abbiamo canalizzato le energie e le azioni concrete verso i responsabili bisogna poi concentrarsi nell’individuare i mezzi che essi hanno usato per soggiogare il popolo. Il sistema finanziario ed il sistema bancario sono i due principali sistemi da paralizzare. Sostituiamo le proteste fuori alle piazze e per le strade con proteste e siti fuori alle banche. Ovviamente non lo si potrà fare fuori a tutte le banche del Paese ed allora bisognerà fare una mappatura di tutte le principali filiali di quegli istituti di credito che sono azionisti della Banca d’Italia e quindi anche della Banca Centrale Europea mediante la quale è stata tolta la sovranità monetaria agli stati utilizzando un sistema di emissione della moneta fraudolento che di fatto crea un debito inestinguibile che si riversa sui cittadini e del quale le banche private si appropriano indebitamente. Una volta avuto il quadro completo e l’indirizzo delle sedi principali di queste banche si coordinano gli organizzatori delle varie regioni dove esse hanno sede e si decide la protesta da fare per paralizzarle. Utile sarebbe anche fare in modo che tutti i manifestanti si rechino nelle filiali delle proprie banche d’appartenenza a prelevare i propri soldi creando file enormi agli sportelli e mettendo in grosse difficoltà di liquidità la banca stessa (non ci sarebbe neanche bisogno che tutte le persone in fila abbiano davvero la possibilità di prelevare il proprio denaro perché vi assicuro che ai direttori delle filiali prese d’assalto basterà vedere centinaia di persone in fila per essere costretti a suonare il campanello d’allarme alle sedi centrali e a prendere provvedimenti se non addirittura a chiudere gli sportelli.

    Paralizzare le banche invece di paralizzare piazze o autostrade è molto più utile molto più diretto e lancia un segnale forte al sistema che si intende colpire.

    La gente non informata ed i media servili sarebbero obbligati a chiedersi il perché di tanta gente che protesta fuori agli istituti di credito e così verrebbe fuori che oggi il nostro debito pubblico è creato da banche private che emetto il nostro denaro addebitandolo agli Stati e che quindi quello che dovrebbe essere un credito per i cittadini diventa invece il loro peggior nemico nella disinformazione generale.

    Parallelamente bisogna colpire il sistema dei media che sono i veri responsabili della disinformazione che ha permesso agli esponenti delle lobby finanziarie di prendere potere in Italia e di firmare trattati a loro favore e a discapito dei popoli sovrani facendo affidamento proprio sulla censura e sulla mancanza d’informazione.

    Anche in questo caso andrebbe creata una mappatura delle varie sedi Rai presenti nelle diverse regioni italiane e coordinare gli organizzatori della manifestazione delle suddette regioni per indirizzare proteste e situazioni mirati a paralizzare quelle sedi dei media nazionali. Andrebbero in quell’occasione consegnati volantini nei quali chi paga il canone dovrebbe chiedere esplicitamente di trattare in Tv tutta una serie di argomenti censurati suggerendo i nomi degli economisti e dei giornalisti da invitare in Tv scegliendo tra quelli più noti sul web ma volutamente censurati nei programmi televisivi (pensate per esempio che Montanaro e Beha sono stati allontanati dalla Rai proprio perché trattavano temi ritenuti scomodi).

    Questo sarebbe un’altro messaggio forte e mirato a smascherare i veri responsabili di quello che stiamo subendo.

    Poi bisogna tener conto con i dati alla mano che i diktat che il nostro paese subisce provengono principalmente dalla Germania i cui influenti politici si sono resi conto che il sistema europeo funziona come una sorta di bilancia con due piatti, dove più scende quello relativo al peso dell’Italia più sale quello relativo alla Germania. Ne sono un esempio i dati incontrovertibili che registrano chiaramente che noi abbiamo un calo delle esportazioni, mentre la Germania ha avuto un surplus delle stesse; noi abbiamo un aumento della disoccupazione e loro hanno registrato un forte calo. Da noi in Italia aumenta l’insolvenza verso le aziende mentre la Germania ha esibito con fierezza i suoi indici che registrano il maggior calo in quel senso. Questo spiegherebbe perché la Germania ha interesse a farci rimanere in questo stato e perchè non è più pensabile per noi piegarci ai suoi diktat.

    Pensate che ora vuole addirittura vietare l’etichetta Made in Italy sui nostri prodotti per la paura (giustificata) che i consumatori possano favorire i nostri prodotti ad i loro. Bisogna fare quindi una mappatura delle ambasciate o dei consolati tedeschi in Italia ed organizzare manifestazioni e Siti in quei luoghi.

    In questo modo il cerchio si chiude. Ricapitolando le azioni principali da intraprendere ci accorgiamo che così facendo i responsabili verrebbero denunciati, le principali banche occupate e messe in difficoltà; i media non potrebbero continuare la loro opera di disinformazione vedendosi nel mirino e la Germania e quindi l’Europa verrebbe messa ufficialmente sotto accusa.

    Una protesta così organizzata avrebbe un effetto molto più forte, dimostrerebbe ad i poteri forti di essere stati smascherati e canalizzerebbe le energie verso azioni concrete e mirate.

    Detto questo devo aggiungere che a differenza di quanto dichiarato dagli organizzatori della manifestazione del 9 Dicembre circa la presenza non gradita dei partiti e movimenti politici, bisognerebbe al contrario augurarsi che essi partecipino per due principali motivi: 1) chi partecipa è poi obbligato a portare in Parlamento le istanze della protesta o finirebbe sotto accusa e perderebbe consensi. 2) avere esponenti di un partito a protestare sotto un’ambasciata tedesca, fuori una banca o fuori ad una sede Rai vorrebbe dire avere una copertura mediatica enorme e lanciare un messaggio molto forte che nessuno potrebbe ignorare ma che anzi farebbe il giro d’Europa tanto da permetterci in futuro di coinvolgere altri paesi europei nella medesima protesta. Non permettere ai politici di intervenire equivarrebbe, invece, a fornirgli l’alibi per dire che i loro esponenti c’erano a fianco dei cittadini ma esonererebbe gli stessi dalle responsabilità che la presenza ad una manifestazione del genere comporterebbe.

    Se il 9 Dicembre gli organizzatori della protesta nazionale sarebbero riusciti a dimostrare con l’aiuto di tutti che la loro strategia di comunicazione ha funzionato e che si è creata una rete tra i cittadini unita e compatta io credo che questo potrebbe essere il piano B per permetterci finalmente di mandare in tilt il sistema e riprenderci la nostra sovranità.

    Ecc…

    Pensate proprio che Napolitano l’uomo d’onore, con tutta la sua bella ciurma sia fuori da tutto questo casino?

    e come se non bastasse… ci sono troppi mangiatori/roditori a tradimento….

    FORSE è giunta l’ora di mandare veramente a va fan culo tutti sti stronzi uomini di potere…. compreso tutti gli enti di controllo di riscossione o di giudizio (tanto ormai sappiamo che la giustizia non vale per tutti perché è in mano anche a magistrati altamente corrotti) Un bel SISTEMA DI CONTROLLO che come rapaci hanno le loro radici che succhiano continuamente il sangue umano della gente….. Il bello è che ancora c’è gente che crede nelle istituzioni e nella politica, perché è proprio vero, che siamo quasi tutti degli AMMUCCALAPUNA / INCREDULONI 😀

  3. Carissimo Dott. Lanzaro e pregiatissimo medico dei pazzi, lei ha scritto un articolo interessante, colto, tuttavia asciutto e senza lacrime. Bravo, Prof. ! Non tutti, però, riescono a comprendere il suo alto pensare e la sua alta formazione interiore…. .

    Uno di questi, che non afferrano il misterioso e difficile sapere, sono io, Maestro Lanzaro. Non c’ è da vergognarsi. E, io non mi vergogno… .

    Mi vergognerei, se facessi del male. Le sembra ?

    Ritorniamo al suo post.

    Un lettore dopo aver letto il suo scritto, secondo lei, che idea, che concetto, che principio, dovrebbe portare nella sua anima e nel suo sistema interiore, per migliorarsi, per comprendere, per appoggiarsi ?

    Buon Natale e uno ” spacchioso ” 2014. Buon proseguimento.

  4. Ci provo anche io, a fare comunicazione pragmatica, dopo aver cercato invano il frammento del film “Striscia, una zebra alla riscossa” in cui i mosconi Ronza e Sbronza sussurrano all’orecchio dell’amico, che tra i vari appellativi ha anche quello di “passaggio pedonale a quattro zampe con il pallino della corsa”, la frase giusta che provoca in lui il giusto scatto d’orgoglio che lo condurrà, sulla pista dell’ippodromo, alla vittoria sugli stalloni, arroganti e classisti…

    Non ho capito la metafora dei cappotti, per dire che il figlio non ha chiesto di poter scegliere ma la possibilità di avere quello che avrà scelto. Infondo il figlio sceglie quella “strada”, e non un’altra. E’ l’allegoria di una pseudo scelta… Meglio: è un’allegoria che contiene in sè il suo contrappasso e la politica, quando non può incarnare una scelta, poichè impone il successo come unico mezzo per poterla realizzare, è proprio questo tipo di Figura retorica. Dice: “Non amarmi per il gusto di qualcosa di diverso…”, ingiungendo ad ognuno di correre per se stessi, lontani dalle sue linee guida…

    Immagino che è a questo punto che Lao-Tzu avrebbe detto: “… l’umanità superiore fa e non ha fini; la giustizia superiore fa e ha fini; l’etichetta superiore fa e, se non ci si conforma, snuda le braccia e mena le mani. Perciò, perduta la via poi venne la virtù; perduta la virtù poi venne l’umanità; perduta l’umanità poi venne la giustizia; perduta la giustizia poi venne l’etichetta…” , principio del disordine.
    Ecco: la politica oggi non è l’economia del divenire, ma un’etichetta…
    “Perciò il grande adulto si attiene al solido e non si ferma al sottile, si attiene al frutto e non si ferma al fiore [scienza e prescienza, il fine e l’inizio della stoltezza!!!] perciò scarta quello e sceglie questo.”

  5. Da “Striscia, una zebra alla riscossa” in corsa (il momento è importante, perchè certi messaggi prendano il tono di un’ingiunzione)…(Sono andata a rivedermi il Dvd) :

    – Gegè ti manda a dire facciamo un ultimo tentativo, se non ce la fai ritirati, non fa niente.
    Striscia: – Ho un messaggio per lui: quando senti che la forza muore, ci devi buttare il cuore”

  6. Caro Raffaele,

    grazie per questo che hai scritto.,…..
    io la penso esattamente come te….
    bisogna cominciare a aribellatrsi a questi signore del potere…e del dolore
    Baci

  7. Rispondo a Stalin-raffaele che gli manca un pezzo grosso di storia politica italiana, dal 1990 al 2011: e poi andrò a denunciare me stessa per aver permesso alla politica italiana di invecchiare, ogni volta che, caduti tutti i governi, perchè qui da noi i governi cadono per mancanza di fiducia da parte dei partiti alleati, mi sono persa l’occasione di non andare a votare il “Porcellum” che conosco; altresì denuncerò me stessa per aver bisogno del carburante libico per spostarmi e del metano russo per riscaldarmi. E siccome questo è il post che lascia libero spazio ai paradossi, non sembrerò populista se andrò a denunciare me stessa qualora non dovessi dire che quegli stessi mezzi di comunicazione, che sono figli dei partiti, sono anche figli di nessuno se possono pubblicare in un mondo così sconfinato e libero come il web. Personalmente inneggio alla pluralità che comprende anche l’eventualità di leggere e prendere per vere notizie anche più disarmanti e fresche di quelle che qui ci rappresenta Raffaele. Se non avessi conosciuto la gogna mediatica, potrei pensare anche che raffaele andrà a denunciare veramente la persona giusta.

  8. A proposito delle reazioni alle ingiunzioni che lo smembramento dell’unità provoca nella coscienza di molti, ho trovato interessante un articolo di Luca Nannipieri, su il Giornale:

    Dopo aver scritto che in Italia, il “centralismo, con ciò che vi è connesso (uniformità e autoritarismo), è un grande mito polemico” (L’italia: una società senza Stato?, il Mulino, 2011), dunque dopo aver negato una verità lapalissiana, ovvero che lo Stato italiano stia ammorbando i suoi cittadini con burocrazia, tasse, procedure e leggi di vincolo, il giurista Sabino Cassese, membro della Corte Costituzionale, più volte proposto alla presidenza della Repubblica in quota Pd, fa un passo avanti nel nuovo libro appena uscito “Chi governa il mondo? (il Mulino).
    Se infatti nel volume precedente si ferma all’Italia, dichiarando che per risollevare il paese occorre uno Stato accentratore, non genuflesso ai poteri locali, come invece lo è dalla nascita della Nazione nel 1861 con due Costituzioni (lo Statuto Albertino e la Costituzione repubblicana) sostanzialmente inapplicate, nella nuova opera Cassese riflette sull’ordine mondiale. E anche sull’ordine mondiale applica la stessa medicina. All’Italia servirebbe un autorevole potere centrale come “agente della collettività”; al mondo intero servirebbe una struttura simile, che definisse un nuovo sistema di regole ovunque applicabili. UIl giurista mostra sofferenza per una global polity “ancora imperfetta e incompleta” che “manca di organicità e avanza in modo asimmetrico e settoriale. Di fronte a un pianeta ancora fortunatamente acefalo, nel quale si moltiplicano i soggetti decisori (gli Stati. le aggregazioni come l’Europa, gli organismi non governativi, le organizzazioni multilaterali), invece di vedere questa polifonia di soggetti, questa molteplicità di centri, come una ricchezza che testimonia la diversità delle aspirazioni e dei percorsi individuali e collettivi, Cassese reagisce con la sottigliezza di una domanda: come governare tutto questo?
    Alla molteplicità il giurista risponde con un bisogno di controllo e di regole uniformanti.
    Anche Papa Francesco però lo sconfessa. Infatti, fin dalla sua elezione, si è fatto chiamare Vescovo di Roma (dunque circoscrivendo il suo potere), e negli ultimi mesi sta rivedendo la struttura del papato, dando più potere alle chiese locali, perciò decentrando e non accentrando l’autorità. La commistione di ordini giuridici plurimi non si combatte governandola dall’alto. Delegiferare, ovvero abbassare il tasso di leggi e regolamentazioni, è la vera strada per rispettare la diversità degli individui e dei territori.”
    (16 – 12 – 2013)

  9. Perdonatemi, ma credo che non risponderò stavolta ad alcun commento che sia insieme sarcastico e anonimo.
    Ringrazio invece Raffaele per la sua sintesi. So che in molti condividono appieno quello che ha scritto.
    Cara Valeria, grazie per la citazione! Quella dei cappotti non è una metafora ma un esempio ulteriore di messaggio a doppio legame, come se io dicessi: non legga questo post! Non è possibile perché se ha letto la mia frase vuol dire che lo sta già leggendo.
    Se io faccio due regali per poi dire che qualsiasi venga scelto e indossato è sbagliato perché l’altro non è piaciuto metto la persona in una posizione di scacco matto. Uno più gustoso? Pensate al caso di un uomo che ogni venti secondi batte le mani. Quando gli si chiede il motivo del suo strano comportamento, risponde: «Lo faccio per far scappare gli asini». «Asini? Ma non ci sono asini, qui» si stupisce chi chiede. «Visto?» replica l uomo, «funziona».

  10. Qualsiasi forma sociale nasce dall’esigenza di una comune civile convivenza di coloro che decidono di farne parte.
    Costoro, pertanto, si accordano sulle regole di convivenza. Queste regole costituiscono le leggi.
    In una società come la nostra (che dovrebbe essere) avanzata e moderna, le persone ritenute più “sagge” scrivono anzitutto la Costituzione. Questa è la legge “madre”, poiché da un lato riconosce i principi fondamentali dei diritti dell’uomo (salute, lavoro, istruzione, libertà di opinione, libertà di culto, uguaglianza, ecc.), dall’altro distingue i tre poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario), reciprocamente autonomi, su cui poggia la democrazia, e delinea l’intelaiatura dell’intero apparato dello Stato, dal livello centrale a quello periferico.

    Un eminente giurista (Maggiore) definì la legge quale “morale cristallizzata in un suo momento”. Ecco, dunque, che lo scopo fondamentale della legge è quello di fungere da collante tra più persone che condividono innanzitutto le medesime convinzioni etiche. Ovviamente, chi viola le leggi si auto-esclude dalla società che lo punisce.

    Ora, quanto sopra conserva un senso logico finché le leggi, cioè le regole di convivenza, vengano rispettate.
    Una società subisce degli scossoni che attentano alla propria sopravvivenza, ogni volta che lo Stato rinnega se stesso, cioè quando coloro che dovrebbero garantire il rispetto delle leggi sono i primi a violarle.
    Uno Stato può anche sopportare molte situazioni paradossali e contraddittorie, soprattutto in nome della libertà, perché, ricordo, che le leggi non possono prevedere e regolare tutte le situazioni che in concreto si verificano: le leggi rincorrono le esigenze ed i cambiamenti della società.
    Ma, ritengo che difficilmente uno Stato possa uscire indenne dal verificarsi del paradosso per eccellenza, che si determina quando entrano in conflitto i tre poteri su cui esso si fonda (legislativo, esecutivo e giudiziario), e quando coloro che dovrebbero garantire l’osservanza delle leggi, le violano.
    Infatti, in quest’ultimo caso, a mio avviso, ciò che viene meno è proprio quella etica che costituisce l’humus delle leggi medesime.
    In altri termini, la regolare e costante disapplicazione delle leggi da parte delle Istituzioni ne vanifica la funzione e ne tradisce l’origine finendo per ingenerare nei cittadini confusione su quale debba essere il comportamento più corretto da seguire.
    Si genera, così, l’erroneo convincimento che è meglio cercare di aggirare le leggi, come se fossero un ostacolo; la fiducia nelle Istituzioni viene meno, la gente non sente l’appartenenza alla comunità finendo per rinforzare le proprie spinte egoistiche.

    Insomma, …. la società si ammala di schizofrenia, dove tutti sono contro tutti, in un caos in cui ognuno tende a dar voce alla propria protesta e alle proprie insoddisfazioni.

    Ora, di fronte a tutto questo, come reagiamo?

    Ritengo, in base al rapporto che ognuno di noi ha con la società in cui convive.
    Da qui si potrebbe fare un elenco infinito di categorie con le differenti conseguenze.
    Personalmente ritengo, però, di doverne evidenziare in particolare due, che si contrappongono:
    alla prima appartengono coloro che vivono pienamente immedesimati nella società della quale, nel bene o nel male, sentono di far parte.
    Per tali persone (presumibilmente, ritengo le più numerose), la società agisce come una sorta di grossa famiglia. E quando i componenti principali (padre e madre – cioè le Istituzioni Statali) di una famiglia non vanno d’accordo, i figli (i cittadini) tentano di recuperare l’unità della medesima, prima di esser costretti ad abbandonarla definitivamente, sbandati, in cerca di una nuova identità.
    Alla seconda categoria appartengono coloro, pur osservanti delle leggi, vivono senza immedesimarsi nella società poiché, per questi, esistono solo “gli uomini” che, nell’arco dei secoli, tentano di organizzare la loro vita creando società di volta in volta idonee a soddisfare i loro interessi.
    Io penso, che coloro che appartengono alla seconda categoria difficilmente subiscono le nefaste influenze di una società in evidente crisi di valori.

  11. Dottore, se la posizione di scacco matto dipende dall’avere un legame di parentela con il donatore dei cappotti, allora le assicuro che la mia posizione, invece, per aver io trasformato l’esempio da lei proposto in una allegoria, è quella di chi ha intuito erroneamente tra le righe un “fesso a chi legge”!
    Grazie per avermi dato l’opportunità di rilassarmi con la sua spiegazione. 🙂

  12. Si pensi che le distorsioni della teoria del doppio vincolo
    giunsero a coniare il termine di madre schizofrenogenica, terreno di congiunzione tra un certo tipo di psicoanalisi e di terapia familiare. Niente di più lontano dalle intenzioni di Bateson.
    Se è vero che nelle psicosi gli psicoanalisti parlano di meccanismi per-edipici, se anche Bateson, in Epidemiologia della schizofrenia, parla di circostanze di predisposizione, ciò significa, che la schizofrenia è un esito possibile, che deriva da qualcos’altro rispetto al triangolo mamma-papà-figlio ipotizzato dalla tipica impostazione del doppio legame.

  13. Effettivamente essere sarcastici, scherzare, ridere, essere allegri, pensandoci bene, non è una cosa bella. Perdonatemi.

    ESSERE TOCCATI D ALL’ IRONIA UMANA E PRENDERSELA…. .

    Perbacco !

    Qui siamo, non per tutti, ma per molti, in una specie di scuola per l’ infanzia: il grembiulino, la borsa con la merendina, il nastro con il fiocco, che scende lungo il petto, tutti composti, tutti perbene, guai a sbagliare, guai a fare una battuta, i bambini diventano tristi e diventano nervosi.

    Prima, bisogna arrivare ad una sufficiente guarigione, di se stessi, per poi, poter aiutare gli altri, ad uscire dal proprio caos interiore, ad uscire dalle proprie tenebre. Questo è difficile ed è il vero problema, che abbiamo dalla nascita, alla morte..

    Il desiderio dell’ uomo è vincere, ciò che lo tormenta; è vincere ciò che non lo renda sereno; E’ VINCERE QUESTO MONDO, il resto è importante, ma è secondario.

    IL LIBRO PIU’ NOBILE E PIU’ PERFETTO, CHE ESISTA AL MONDO, E’ L’ ANIMA. LA PSICHE RISVEGLIATA DAL SUO TORPORE, GUARITA, VITTORIOSA SULLE PAURE E SUI DOLORI, DA’ ALL’ UOMO’ L’ IO SONO, OVVERO, LA CONOSCENZA.

    L’ Innominato.

  14. Apro anche io una parentesi letteraria sulla Schizofrenia, il “mal di madre”, che si pensava fosse trasmesso di madre in figlia. Per l’inguaribile idealista e professore Dionisio Vernoni, nel racconto “Dal naso al cielo” di Pirandello, è questa un’altra azzardata deduzione della scienza che rinuncia vigliaccamente di risolvere i problemi dell’esistenza, riparandosi entro i confini del conoscibile. Il professore oppone al “mal di madre”, dedotto da un difetto di percezione della coscienza nello stato normale, una sensibilità personale a recepire la presenza di esseri sovrumani, spiriti della natura che vivono ovunque e sono oltre la povera umanità perchè soggetti ad altre leggi che la coscienza ignora, ma alle quali gli umani obbediscono inconsciamente…

  15. … Sì, penso che la capacità di ascolto, come anche la capacità di guardarsi dentro, sia determinante nella rottura di certi possibili doppi legami inconsci.

  16. Cara Valeria, purtroppo da un po’ di tempo in effetti una certa parte della scienza ufficiale preferisce percorrere le curve della statistica che non affrontare i problemi reali e i percorsi dell’esistenza.

  17. … e magari, proprio nello stadio di numero, che l’inimmaginabile ha inizio. Per chi è sempre stato orgogliosamente il numero due, perchè quello è il posto da cui non si smette mai di provare e riprovare, non rientrare nella media è diventata una sfida con se stessi e lo scopo dell’esistenza.

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