I poeti lavorano di notte

I poeti lavorano di notte
quando il tempo non urge su di loro,
quando tace il rumore della folla
e termina il linciaggio delle ore.
I poeti lavorano nel buio
come falchi notturni od usignoli
dal dolcissimo canto
e temono di offendere iddio
ma i poeti nel loro silenzio
fanno ben più rumore
di una dorata cupola di stelle.

Alda Merini

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26 Risposte

  1. POETI

    Personaggi squilibrati,
    inutili cercatori di gloria e di consensi,
    cacciatori di pensieri,
    catalogatori di sensazioni,
    di perdizioni,
    di ansie,
    di sgomenti.
    Inseguitori instancabili
    d’una pace vanamente cercata,
    pugnalatori della violenza
    e della guerra.
    Falsi profeti di una umanità
    imperfetta,
    confusa e ammucchiata
    in luride cantine
    dove l’odor acre del fumo
    si confonde con il lezzo dei locali
    e con l’urlo sguaiato delle locandiere.
    Frequentatori squallidi di bordelli,
    collezionatori di blenarrogie e di lue,
    seminatori di inutili parole,
    affamati senza speranza,
    illusi senza futuro.
    Barboni arrotolati nei cartoni,
    con i manoscritti per cuscini,
    che nessun contemporaneo mai leggerà,
    che nessun critico mai commenterà,
    che nessun editore pubblicherà.
    Morti assiderati nella notte,
    nel disgusto collettivo,
    nell’oblio più profondo.
    E poi cent’anni dopo
    l’inutile enfasi dei vostri scritti,
    osannati,
    interpretati,
    riscoperti,
    che producono ricchezza
    agli eredi di chi vi ha ignorato,
    ai critici che non vi hanno commentato,
    agli editori che vi hanno snobbato,
    ai librai che vi hanno deriso
    e regalato solo miseria e disprezzo.

    Salvatore Armando Santoro
    (Boccheggiano 27.3.08 17:35)

  2. POETI

    Sogni dimenticati,

    immagini disperse

    nel buio del cuore.

    Libri impolverati

    nella memoria,

    soli al mondo,

    senza un nome;

    la vita è il vostro cognome.

    Vaghiamo senza una meta!

    La nostra casa:

    la Poesia.

    Angela Francesca Russo (22 anni)
    (Patù 2007)

  3. Anche il buon senso lavora notte, perchè se fosse scoperto, sarebbe ucciso e nei peggiori dei modi!!!!
    🙂

  4. mi viene il buon vecchio Giordano Bruno…

  5. L’acrobata ( di Michele Zarrillo)

    C’è un mare
    in silenzio quassù
    e rete non ho
    Ma cresce il tamburo nel blu
    e mi lancerò
    E fermano il fiato per me
    ma li stupirò
    Nel cerchio che poi
    nel vuoto farò.
    La case la gente le vie
    lontane laggiù
    Gli errori degli uomini qui
    non contano più
    La soglia del male che è in noi
    io supererò
    E fino in platea ti raggiungerò.

    Amore che devo inventare
    io come i poeti e gli uccelli
    qui in terra equilibrio non ho
    Ma il cuore mi spinge a rischiare
    E su questo filo attaccato alla luna
    ogni sera vivrò
    Morendo davanti ai tuoi occhi
    e al tuo seno mi libererò
    Nel volo che so.

    Accarezzo il tuo grano e poi
    su nell’immensità
    Qualunque promessa sarà
    più vera da qua
    Per lunghi secondi finché
    dimenticherò
    Che un uomo quassù
    restare non può.

    Amore che devo inventare
    io come i bambini e gli acrobati a terra
    un mio senno non ho
    Ma il cuore mi spinge a rischiare
    E su questo trapezio che passa ogni sera
    e non torna mai più
    E che tenerezza afferrarti le mani,
    portarti nel blu
    E non scendere più

    …Perdonami questa bugia
    più grande di noi
    ma come vorrei
    portarti lassù
    non scendere più…
    non scendere più…

  6. W i poeti, W il buon senso,
    W chi ha il coraggio di
    GRIDARE a voce alta le proprie idee
    anche se lì per lì possono “spaventare”….
    gli altri…
    e tutti gli altri potrebbero dire:
    però ineffetti questa idea renderebbe tutto più semplice, però…

    Mannaggia a tutti quei “Però”…(che hanno nomi e facce ben precisi)..
    notte!!!

  7. Faccio il Poeta
    Gli orrori della guerra,
    i pregiudizi religiosi,
    infangano la Terra
    d’istinti bellicosi…
    Olocausti fratricidi,
    malattie e povertà,
    assassini, suicidi
    e bugiarde verità
    umiliano la gente,
    contagiano il Sistema
    e minacciano il presente
    come un tragico anatema;
    in un circolo vizioso,
    droga, mafia e corruzione
    deturpano il glorioso
    onor d’una Nazione…
    Siamo solo uomini:
    ecco l’alibi perfetto
    per i nostri crimini.

    E io che faccio? Il poeta:
    piazzista d’emozioni,
    falsissimo profeta
    e venditore d’illusioni;
    inventor dell’acqua calda,
    accendino per il cuore,
    curioso che vi guarda,
    ruffiano e mentitore;
    strana specie d’animale,
    preda e predatore,
    un po’ intellettuale
    e un po’ calcolatore
    che scrive per diletto
    e per le persone sole;
    il mio peggior difetto
    è giocar con le parole,
    mentre il mondo muore
    in oceani d’indifferenza,
    ed orfano d’amore…

    Ma che ci posso fare,
    se ho scelto di sognare?

    Davide Vaccino
    (è morto quest’anno ed aveva solo 51 anni)

  8. IL POETA

    Il poeta
    è come i gatti,
    vede nel buio
    e illumina la notte.

    Santoro Salvatore Armando
    (Boccheggiano 28.9.05 – 10,37)

  9. IL POETA

    Confuso tra la folla,
    seduto ad un caffè,
    per strada con gli amici
    a casa con i parenti.

    Se parla, tu l’ascolti,
    come faresti abitualmente
    e spesso non fai caso a tutto quel che dice.
    Lui brontola, critica, impreca,
    urla, borbotta,
    come tutta la gente.

    Tu guardi all’orizzonte,
    le barche in mezzo al mare,
    un fiore sopra un prato,
    il sole che tramonta.

    Tu guardi solo:
    e non ci fai mai caso
    se il sol gioca con l’onda
    e in mar si fa cullare,
    se un tramonto indora il colle,
    colora la campagna,
    se con il cielo si confonde
    e a volte s’accompagna.

    Tu guardi il prato coi suoi fiori,
    ma lui di mille luci li avvampa,
    di variopinti colori li ricama,
    con lor s’abbraccia
    e del loro vibrare si commuove,
    spesso s’intenerisce.

    Tu ascolti il parlar confuso della gente,
    lui intreccia parole e li dipinge
    con le dolci visioni
    che la natura a secchi ci regala.

    Tu continui a guardare:
    lui osserva pensoso una miseria umana
    e la descrive
    con le parole che il cuor gli suggerisce,
    ti scava dentro e scopre
    le verità nascoste
    e te li fa vedere nude e chiare
    e poi ti impensierisce.

    Tu discorri,
    lui ci fa pensare
    sulla nostra onestà intellettuale,
    sulle nostre miserie,
    sugli egoismi che stentano a morire,
    sulle nostre grettezze
    poco ostentate ma pronte ad affiorare
    come una muffa
    su un vecchio muro che non vuol morire.

    Ecco il poeta:
    se l’incontri per strada
    guarda fisso i suoi occhi:
    potrai leggere nel fondo del suo cuore
    tutte le verità che certamente
    anche tu hai nel petto addormentate,
    e che lui, con semplice parole,
    d’un colpo solo le ha tutte risvegliate.

    Salvatore Armando Santoro
    (20/06/2009 15:40)

  10. Se tutto fosse
    come non è
    in questa guerra
    tra poveri…
    dove lo spirito
    morente cerca
    quell’anima per vivere
    che io ti sogni
    e tu, “non saperlo”…
    che io t’amo nella
    gioia, Pazzia del mio
    cuore, tu non mi conosci
    sotto questa veste
    ed Io combattuto
    tra l’amarti per sempre
    in silenzio, in questa
    magia, bruciando
    infinitamente
    per poi gelarmi
    nelle acque più fredde
    che Gioco, che visita
    concessami dagli Dei…
    sei con me
    quando passeggio
    respirando pienamente ogni
    profumo, tutto sa di te
    più, che se t’avessi vicino!!
    Ascolta, ascolta,….
    come se io no fossi con te
    come se tu non fossi con me
    dissolti, assorti in quel che,
    non si spiega…
    Senti, siamo nel Cuore
    dell’Amore!
    Che sia Paradiso o,
    Inferno, Illusione,
    Poco Importa…
    Mio vecchio Cantore!

  11. L’abbraccio più affettuoso del mondo è per te, Gabriele caro!

  12. Buon giorno, caro Gabriele. Rosa

  13. I poeti lavorano di notte. Non è la notte una grande metafora dell’inconscio? I poeti entrano in sè stessi e scavano, comprendono quel che il giorno-ragione non fa loro comprendere.

    Un saluto
    Valerio

  14. Grazie, Luigi. Baci

  15. Buon giorno, Rosa. Baci e abbracci

  16. Valerio,
    è quello che provo quando leggo Dino Campana, per esempio. Nella notte di Campana risplendono quelle Immagini primordiali come Costellazioni, risaltano come fossero un urlo!

  17. Pianefforte ‘e notte
    Salvatore di Giacomo

    Nu pianefforte ‘e notte
    sona luntanamente,
    e ‘a museca se sente
    pe ll’aria suspirà.

    è ll’una: dorme ‘o vico
    ncopp’ a nonna nonna
    ‘e nu mutivo antico
    ‘e tanto tiempo fa.

    Dio, quanta stelle ‘n cielo!
    Che luna! e c’aria doce!
    Quanto na della voce
    vurria sentì cantà!
    Ma sulitario e lento
    more ‘o mutivo antico;
    se fa cchiù cupo ‘o vico
    dint’a ll’oscurità..

    Ll’anema mia surtanto
    rummane a sta fenesta.
    Aspetta ancora. E resta,
    ncantannese, a pensà.

    PIANOFORTE DI NOTTE

    Un pianoforte di notte
    suona in lontananza,
    e la musica si sente
    per l’aria sospirare.
    è l’una: dorme il vicolo
    su questa ninna nanna
    di un motivo antico
    di tanto tempo fa.
    Dio, quante stelle in cielo!
    Che luna! e che aria dolce!
    Quanto una bella voce
    vorrei sentire cantare!
    Ma solitario e lento
    muore il motivo antico;
    si fa più cupo il vicolo
    dentro all’oscurità.
    L’anima mia soltanto
    rimane a questa finestra.
    Aspetta ancora, e resta,
    incantandosi, a pensare.

    (Traduzione di P. P. Pasolini)

  18. A VALERIA

    UN POETA

    A Dino Campana

    Quel vagabondo,
    che vedi pensoso,
    vestito di stracci,
    con paio di scarpe consunte,
    che al sole se ne sta stravaccato
    su un vecchia panchina,
    che guarda incantato ogni cosa
    e legge un libretto
    con la copertina tutta sgualcita,
    che scrive sornione
    qualcosa,
    su un vecchio quaderno sdrucito,
    quel vagabondo
    che insegue incantato una lieve farfalla
    volare,
    che osserva su in cielo
    e scuote la testa
    guardando una scia biancastra
    lasciata da un reattore che passa,
    quel vagabondo,
    schifoso,
    indolente,
    pezzente,
    quel matto
    che non ha una fissa dimora,
    che vaga senza una meta,
    quel vagabondo
    può darsi che sia finanche un poeta!

    Salvatore Armando Santoro
    (Boccheggiano 06/03/2008 19.25)

  19. Grazie, Salvatore. Mi verrebbe da chiosare che è vero: “Nemo propheta in patria”.
    Leggo le tue poesie e i tuoi contributi con viva attenzione.

  20. da mappolario:

    Afrad,=i solitari coloro che non hanno un maestro umano.
    i poeti

    ciao map

    patrizia

  21. Solitari cara Patrizia si diventa quando si è sofferto tanto, e si deve parlare e dialogare con un dolore che è la nostra umana divina possibilità di esprimere l’inesprimibile.Chissà se è così, la vita è vuota quando l’anima è altrove, e questo mi fa trasalire dentro. Diventa sempre più difficile per me che non mi aspettavo una cosa simile.

  22. x map,

    ” Accetta il turbamento
    delle chiavi perdute, dell’ora sprecata.
    L’arte di perdere non è difficile da imparare”

    E.Bishop
    NON , è facile accettare l’arte di perdere, Per me, fForse include anche accettare il limite che ogni persona ha,.
    penso che se ci si riuscisse, forse, si potrebbe approdare ad una solitudine luminosa, e piena come quella del quadro di Hopper ,
    ma……
    patrzia

  23. Carissimo Valerio,
    il nostro blog è tornato in vita. Purtroppo c’è stato un problema legato al dominio, e dal fraintendimento che ne è sorto attualmente abbiamo rimediato tornando al dominio di wordpress. Quindi, per ora, l’indirizzo da usare è il seguente:

    https://gabrielelaporta.wordpress.com/

    Mi raccomando, diffondete a tutti gli amici la variazione. Grazie e scusa ancora!

  24. Che Gioia… Immensa Professore, sà mi capitava in questi giorni trascorsi di non ritrovare più la mia casa dove vi abito con tanti amici, la Casa ha un Nome che è quello del suo Costruttore il quale Convive anchesso con Noi. Il Nome Casa_Blog_Gabriele La Porta!!! Che gioia Ritrovare lei e tutti gli Amici!!! 🙂 🙂 😀

  25. Caro Giuseppe,
    siete voi a colmarmi di gioia, continuamente ed incessantemente. La casa è di noi tutti, e i costruttori siete voi! Un abbraccio immenso

  26. Majòòòòò, 😀 😀 😀 😀 😀 😀
    un abbraccio ed un bacio!!!

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