Sorgente di vita

(Jean Auguste Dominique Ingres, La sorgente, 1856)

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Paura e coraggio

“E’ normale che esista la paura, in ogni uomo, l’importante è che sia accompagnata dal coraggio. Non bisogna lasciarsi sopraffare dalla paura, altrimenti diventa un ostacolo che impedisce di andare avanti”.

Paolo Borsellino

La vite

Or che il cucco forse è vicino,
mentre i peschi mettono il fiore,
cammino, e mi pende all’uncino
la spada dell’agricoltore. 
Il pennato porto, chè odo
già la prima voce del cucco 
cu . . . su. . . io rispondo a suo modo:
mi dice ch’io cucchi, e sì, cucco.
Sì, ti cucco, vite, chè senti
già nel sole stridere l’api: 
ti taglio ogni vecchio sarmento,
ti lascio tre occhi e due capi.
O che piangi, vite gentile,
perchè al vento stai nuda nata?
Se anch’io tra i fioretti d’aprile 
sembravo una vite tagliata!
Piangi quello che ti si toglie ?
Ma ti cucco, taglio ed accollo,
perchè, quando cadon le foglie,
tu abbia un tuo qualche grispollo! 
O mia vite . . . no, o mia vita, 
così torta meglio riscoppi! 
E poi . . . com’è buono, alle dita,
l’odore di gemme di pioppi!
E parlare, ritto su loro, 
col venuto di là dal mare,
chied
Or che il cucco forse è vicino,
mentre i peschi mettono il fiore,
cammino, e mi pende all’uncino
la spada dell’agricoltore. 
Il pennato porto, chè odo
già la prima voce del cucco 
cu . . . su. . . io rispondo a suo modo:
mi dice ch’io cucchi, e sì, cucco.
Sì, ti cucco, vite, chè senti
già nel sole stridere l’api: 
ti taglio ogni vecchio sarmento,
ti lascio tre occhi e due capi.
O che
Or che il cucco forse è vicino,
mentre i peschi mettono il fiore,
cammino, e mi pende all’uncino
la spada dell’agricoltore. 
Il pennato porto, chè odo
già la prima voce del cucco 
cu . . . su. . . io rispondo a suo modo:
mi dice ch’io cucchi, e sì, cucco.
Sì, ti cucco, vite, chè senti
già nel sole stridere l’api: 
ti taglio ogni vecchio sarmento,
ti lascio tre occhi e due capi.
O che piangi, vite gentile,
perchè al vento stai nuda nata?
Se anch’io tra i fioretti d’aprile 
sembravo una vite tagliata!
Piangi quello che ti si toglie ?
Ma ti cucco, taglio ed accollo,
perchè, quando cadon le foglie,
tu abbia un tuo qualche grispollo! 
O mia vite . . . no, o mia vita, 
così torta meglio riscoppi! 
E poi . . . com’è buono, alle dita,
l’odore di gemme di pioppi!
E parlare, ritto su loro, 
col venuto di là dal mare,
chiedendogli, in mezzo al lavoro,
quant’anni si deve campare!

piangi, vite gentile,
perchè al vento stai nuda nata?
Se anch’io tra i fioretti d’aprile 
sembravo una vite tagliata!
Piangi quello che ti si toglie ?
Ma ti cucco, taglio ed accollo,
perchè, quando cadon le foglie,
tu abbia un tuo qualche grispollo! 
O mia vite . . . no, o mia vita, 
così torta meglio riscoppi! 
E poi . . . com’è buono, alle dita,
l’odore di gemme di pioppi!
E parlare, ritto su loro, 
col venuto di là dal mare,
chiedendogli, in mezzo al lavoro,
quant’anni si deve campare!

endogli, in mezzo al lavoro,
quant’anni si deve campare!

Giovanni Pascoli