“La Pietra della Bellezza” di Gerardo Picardo: dove l’Amore è eresia

la_pietra_della_bellezzaGiordano Bruno non è solo il martire del libero pensiero; è la vittima dei fanatici del “divide et impera”, degli accademici, dei “parrucconi pedanti”, dei dogmatici, di coloro che sono dalla parte di Cratos, il potere, di tutti quelli che non si abbandonano ad “Amor vincit amnia”. Di tutti quelli che “non sentono questo Amore trascinarli come un torrente in piena”, di tutti quelli “che non bevono l’alba come una tazza di acqua sorgiva o non fanno provvista di tramonto” e di tutti quelli “che non vogliono cambiare”, che, come canta Jalal’uddin Rumi, non meritano, certamente, di essere condannati a torture inaudite, ma solo “puniti” con un “lasciateli dormire”.

Gerardo Picardo disegna con forza e grazia gli slanci infiniti e le speranze immense, la fiducia nelle possibilità dell’uomo e i sospetti profondi verso ogni forma di massimalismo e fondamentalismo che emanano dal sapiente di Nola.

Picardo tratteggia Giordano Bruno nell’ambito che più lo delinea: quello del teatro, sacro a Dioniso. Le immagini della memoria di Fludd si trasmutano nell’ebbrezza del palcoscenico di Shakespeare, entro il quale il frate senza saio veste i panni luminosi degli empiti di “Pene d’amor perdute”.

La “bellezza” della “pietra” di Bruno-Picardo è gentile, si leviga di passione, si fa tonda, accogliente, femminile, per chi ha l’ardore di aprire il petto, di togliere ogni corazza al cuore; per chi, come Leonida alle Termopili, alla terribile domanda dei persiani, “quale è il contrario della paura?”, non ha dubbi nel rispondere: “l’Amore!”. È per questo che Bruno non ha avuto timore e ripensamenti quando è, ormai, al cospetto della tremenda conseguenza della sua apparentemente incomprensibile scelta. Non per caso, ma per Fato, ebbe modo di dire nel “De gli eroici furori”:

…ma qual vita pareggia al morir mio?

Come rivela l’”Atto unico” di Gerardo Picardo, la “Nolana filosofia” è ricerca svincolata dai dogmatismi, e la vera libertà di Bruno è, come direbbe Ibn ‘Arabi, la Religione dell’Amore. Per questo credo fermamente che opere come La Pietra della Bellezza debbano essere proposte, continuamente, insistentemente, sistematicamente, perché sono dei veri e propri antidoti radiosi ai veleni che, oggi come ieri, esalano dalle voragini più oscure dell’anima umana. Leggere queste pagine è come assumere un farmaco, un rimedio inaspettato, un elixir che ha il prodigio di toccare con semplicità ed immediatezza l’eredità sconfinata di Giordano Bruno.

Non c’è altro da aggiungere, se non lasciarsi avviluppare dai baluginii risplendenti dei mille colori delle ali di psiche di queste pagine. Come dice il Bruno di Picardo, per essere liberi “dobbiamo imparare a respirare”, ad essere entusiasti, “en-theos”, cioè a “far respirare il Dio che ci portiamo dentro”.

 

Gabriele La Porta

8 Risposte

  1. Io avevo visto il film: La pietra paziente, una pietra che fungeva(simbolicamente) un pò come grembo materno che tutto accoglie e abbraccia anche il dolore, sopratutto il dolore, un pò come l’ostrica che sa trasformare il dolore di un granello estraneo dentro il suo corpo in una magnifica perla. Così nel film questa “pietra” simbolica assorbe tutte le pene dell’ individuo e lo fa divinire cosciente del proprio io, liberandolo e nel film, si dice che quando avviene questa “catarsi” solo allora la pietra dopo aver abbracciato, contenuto, compreso ed avuto compassione del proprio dolore, solo allora la pietra si spezza e lascia andare tutto ciò che conteveva, ma trasformato ,come il granello che provocava dolore, nell’ ostrica(un corpo estraneo), trasformato in perla.
    E dopo ciò si ha il risveglio dell’ individuo.
    Allo stesso modo, continuando la metafora della partoriente e del grembo, dopo le doglie, si partorisce e si da alla vita e alla luce una nuova creatura. Fatto, il risveglio, la liberazione o “parto”, che richiede una sofferenza, uno sforzo,una fatica ma che da alla luce e rende cosciente un qualcosa di assolutamente nuovo e rinnovato. Solo l’ amore può riuscire in questa operazione, portare alla luce dal brutto il bello, dalla sofferenza la felicità,dal sonno al riveglio, alla presa di coscienza di sè.
    La bellezza dell’ anima può essere seppellita dalla amarezze vissute, ma è sempre lì, basta un tocco d’ amore per far fiorire, ciò che è sepolto nel terreno: la propria bellezza interiore, che è più forte della propria amarezza,delusione e rabbia.
    Amore vince tutto!

    La pietra paziente è sicuramente un atto simbolico e generoso verso se stessi, avere compassione( nel senso letterario: cum + patior e non avere pena) di sè, del mondo, ciò che circonda e dell’ altro.
    Perdonare se stessi e amarsi e poi tutto il resto viene da sè verso l’ altro.
    La pietra paziente è sicuramente un gesto d’ amore, che tutto comprende e abbraccia e non divide, darsi la possibiltà di essere pazienti con se stessi e prendersi cura di se, così poi come anche dell’ altro.

    Far fiorire dentro se la propria bellezza interiore, coltivarla con amore e condividerla con gli altri, come atto d’ amore.

    Un saluto a tutti e mi scuso se ho commesso qualche errore di lessico nello scrivere di “filata.”

  2. Volevo dire: ” nello scrivere di getto e non di filata”.
    E aggiungo: si vede che il tema di questo libro è molto, ampiamente e con amore “sentito” da Gabriele,
    a cui mando un saluto.

  3. Michele come va la tua nuova impresa: http://www.barny.it?

    Spero ti vada tutto bene,
    sosteniamo le buone e nuove idee come questa, io non sono in nessuna delle città in cui sei attivo con la tua iniziativa se no ne avrei già fatto parte.
    Tutti voi che potete aiutare e sostenere queste belle idee, datevi da fare, finalmente che qualcuno ha deciso di investire in Italia, non facciamolo andar via dal nostro paese, mandate un dolce regalo ad un vostro caro.

  4. Cara Anna, ti ringrazio per l’interesse che dimostri. Barny sta andando bene e, per il momento, siamo attivi solo a Roma. Ciao. Michele

  5. una lectio magistralis questa tua pagina su Bruno e sul suo cantore.:in poco hai detto il tutto Segno di grande intelligenza questa tua,caroGabriele.C’è un detto arabo che lo afferma così:quando l’intelligenza aumenta diminuiscono la parole.
    Quanto poi alla forza morale di Giordano Bruno,forse saprai che qui in Puglia,aTaurisano nel leccese nacque ne 1583 ,Cesare Giulio Vanini,ex monaco carmelitano,filosofo,naturalista,condannato per eresia a Tolosa:ebbe mozza la lingua perché non parlasse durante il supplizio,fu appiccato e poi arso vivo :non abiurò dal suo credo.Insomma era come Bruno.Un grande e raro uomo. dallo spirito invincibile..Serena serata,caro Gabriele
    Addenda:.Se esiste un Dio onesto,sarà andato personalmente a cavarli dal fuoco e per aggiungerli alla sua corte ,attorno a Lui..Deve esserne fiero,perché li ha creati Lui.

    Gilberto

  6. .. il granello di sabbia entra in un ambiente adatto per trasformarsi in perla.. in un occhio darebbe solo bruciore…

  7. Caro Gilberto, conosco la storia di cesare Giulio Vanini. Grazie per averla ricordata. Buona serata anche a te! Gabriele

  8. Più ci si allontana dalla riva meno immergendoci, riusciamo a vedere persino la parte più prossima ai nostri occhi. Eppure….

Lascia un commento