Non so se tra roccie il tuo pallido
Viso m’apparve, o sorriso
Di lontananze ignote
Fosti, la china eburnea
Fronte fulgente o giovine
Suora de la Gioconda:
O delle primavere
Spente, per i tuoi mitici pallori
O Regina O Regina adolescente:
Ma per il tuo ignoto poema
Di voluttà e di dolore
Musica fanciulla esangue,
Segnato di linea di sangue
Nel cerchio delle labbra sinuose
Regina de la melodia:
Ma per il vergine capo
Reclino, io poeta notturno
Vegliai le stelle vivide nei pelaghi del cielo,
Io per il tuo dolce mistero
Io per il tuo divenir taciturno.
Non so se la fiamma pallida
Fu dei capelli il vivente
Segno del suo pallore,
Non so se fu un dolce vapore,
Dolce sul mio dolore,
Sorriso di un volto notturno:
Guardo le bianche rocce le mute fonti dei venti
E l’immobilità dei firmamenti
E i gonfii rivi che vanno piangenti
E l’ombre del lavoro umano curve là sui poggi algenti
E ancora per teneri cieli lontane chiare ombre correnti
E ancora ti chiamo ti chiamo Chimera.
Dino Campana
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La mia chiave di lettura è questa: “…Non so se la fiamma pallida Fu dei capelli il vivente Segno del suo pallore…”
Chimera oppure “Costellazione” interiore: quel “punto fisso” interiore – tra “punti che si muovono” – e funzione del senso dell’orientamento.
x il prof
ci provo…
La sera fiesolana, La notte bianca (D’annunzio), avvicinano alla vita , al suo mistero, con gratitudine, con dolcezza.
X lorca
“mille cavalli persiani dormivano
sulla piazza con la luna della tua fronte” (le piazze di DeChirico con il loro silenzio)nella poesia –Gazzella d’amore imprevisto-, la sera, la notte, la vita, è vista in termini assoluti:”la bocca senza luce x la mia morte”.visione passionale, assoluta.
x leopardi, “IL Tramonto della luna” aiuto! tanto vero, tanto mesto,
scelgo campana che lascia la vita intatta nella sua CHIMERA.
ma?
comunque buone cose a tutti noi , in procinto di sveglirci, svegli ,presunti svegli, in sonno apparente comunque viaggiatori anche quando siamo fermi.
Buondì
patrizia
Ma Lorca è un altro mondo, secondo me. Baci baci