Shock da noccioline

Il pediatra dottor Julia Bradshear, presidente della Food Allergy and Anaphylaxis Network, avanza l’ipotesi dell’iperigiene. Se negli ultimi vent’anni il numero di bambini afflitti è cresciuto negli Usa del 45%  è per l’effetto paradossale della nostra ossessione di genitori per l’igiene e la sterilizzazione maniacale del mondo in cui crescono. Fra detersivi, disinfettanti, battericidi, germicidi, semplice pulizia, il sistema immunitario dei cuccioli d’uomo allevati nelle nazioni ricche fatica a sviluppare nei primi tre anni di vita quella capacità di combattere e di riconoscere i veri nemici che lo porta a reagire scompostamente e pericolosamente a quelli che lui, il sistema immunitario confuso, crede siano pericoli. E si rivolta contro se stesso. Nelle nazioni povere e di scarsa igiene, dove il problema non è l’intolleranza al cibo, ma la mancanza di cibo, i bambini che sopravvivono alla miseria, alle malattie da denutrizione, alla sporcizia, ai virus, ai batteri, non mostrano allergie nella stessa misura degli Stati Uniti, dove undici milioni di adulti e tre milioni di bambini ne soffrono in forma grave. Muoiono di dissenteria, ma non di shock da noccioline.

Vittorio Zucconi