Ah, tu pensavi che…

Ah, tu pensavi che anch’io fossi una
che si possa dimenticare
e che si butti, pregando e piangendo,
sotto gli zoccoli di un baio.

O prenda a chiedere alle maghe
radichette nell’acqua incantata,
e ti invii il regalo terribile
di un fazzoletto odoroso e fatale.

Sii maledetto. Non sfiorerò con gemiti
o sguardi l’anima dannata,
ma ti giuro sul paradiso,
sull’icona miracolosa
e sull’ebbrezza delle nostre notti ardenti:
mai più tornerò da te.

Anna Achmatova

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Pecore nella nebbia

Le colline digradano nel bianco.
Persone o stelle mi guardano con tristezza, le deludo.

Il treno lascia dietro una linea di fiato.
Oh lento cavallo color della ruggine, zoccoli, dolorose campane.

È tutta la mattina che
la mattina sta annerendo, un fiore lasciato fuori.

Le mie ossa racchiudono un’immobilità, i campi
lontani mi sciolgono il cuore.

Minacciano
di lasciarmi entrare in un cielo
senza stelle né padre, un’acqua scura.

Sylvia Plath