Il giardino dell’amore

daybreak

(Alfons Mucha, Fiori)

Sono andato nel giardino dell’amore
E ho visto ciò che non avevo mai visto
Una cappella era costruita nel mezzo
Nel giardino dove di solito giocavo

E i cancelli della cappella erano chiusi
E “Tu non devi” era scritto sulla porta
Così mi voltai dal giardino dell’amore
Che produceva molti fiori colorati

E io ho visto che nel campo c’era una tomba
E sulle pietre tombali c’erano fiori –
E preti in tonache nere stavano camminando intorno
E legava con rovi i miei sogni e desideri.

William Blake

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Fuga di morte

Nero latte dell’alba lo beviamo la sera
lo beviamo al meriggio, al mattino, lo beviamo la notte
beviamo e beviamo
scaviamo una tomba nell’aria lì non si sta stretti

Nella casa c’è un uomo che gioca coi serpenti che scrive
che scrive in Germania la sera i tuoi capelli d’oro [Margarete
lo scrive e va sulla soglia e brillano stelle e richiama i suoi [mastini
e richiama i suoi ebrei uscite scavate una tomba nella terra
e comanda i suoi ebrei suonate che ora si balla

Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo al mattino, al meriggio ti beviamo la sera
beviamo e beviamo
Nella casa c’è un uomo che gioca coi serpenti che scrive
che scrive in Germania la sera i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith scaviamo una tomba [nell’aria lì non si sta stretti

Egli urla forza voialtri dateci dentro scavate e voialtri [cantate e suonate
egli estrae il ferro dalla cinghia lo agita i suoi occhi sono [azzurri
vangate più a fondo voialtri e voialtri suonate che ancora si [balli

Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo al meriggio e al mattino ti beviamo la sera
beviamo e beviamo
nella casa c’è un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith egli gioca coi serpenti
egli urla suonate la morte suonate più dolce la morte è un [maestro tedesco
egli urla violini suonate più tetri e poi salirete come fumo [nell’aria
e poi avrete una tomba nelle nubi lì non si sta stretti

Nero latte dell’alba ti beviamo la notte
ti beviamo al meriggio la morte è un maestro tedesco
ti beviamo la sera e al mattino beviamo e beviamo
la morte è un maestro tedesco il suo occhio è azzurro
egli ti centra col piombo ti centra con mira perfetta
nella casa c’è un uomo i tuoi capelli d’oro Margarete
egli aizza i suoi mastini su di noi ci dona una tomba [nell’aria
egli gioca coi serpenti e sogna la morte è un maestro [tedesco

i tuoi capelli d’oro Margarete
i tuoi capelli di cenere Sulamith.

Paul Celan

La malinconia

Malinconia
la vita mia
struggi terribilmente;
e non v’è al mondo, non c’è al mondo niente
che mi divaghi.

 Niente, o una sola
casa. Figliola,
quella per me saresti.
S’apre una porta; in tue succinte vesti
entri, e mi smaghi. 

Piccola tanto,
fugace incanto
di primavera. I biondi
riccioli molti nel berretto ascondi,
altri ne ostenti. 

Ma giovinezza,torbida ebbrezza,
passa, passa l’amore.
Restan sì tristi nel dolente cuore,
presentimenti.

 Malinconia,
la vita mia
amò lieta una cosa,
sempre: la Morte. Or quasi è dolorosa,
ch’altro non spero. 

Quando non s’ama
più, non si chiama
lei la liberatrice;
e nel dolore non fa più felice
il suo pensiero. 

Io non sapevo
questo; ora bevo
l’ultimo sorso amaro
dell’esperienza. Oh quanto è mai più caro
il pensier della morte, 

al giovanetto,
che a un primo affetto
cangia colore e trema.
Non ama il vecchio la tomba: suprema
crudeltà della sorte. 

Umberto Saba