Il fascino di ciò che è difficile

Il fascino di ciò che è difficile
M’ha disseccato la linfa nelle vene, ha strappato
Dal mio cuore ogni gioia spontanea
E ogni piacere naturale. Qualcosa affligge il nostro
Puledro, il quale deve, come se non avesse sangue
Divino, né da una nuvola all’altra balzasse sull’Olimpo,
Tremare tutto teso alle frustate, e scuotersi e sudare
Come se trascinasse un carico di pietre. La mia maledizione
Sulle commedie che permettono cinquanta
Interpretazioni diverse, e sulla guerra quotidiana
Con tutti i furfanti e gli sciocchi, e sul mestiere teatrale,
Che è un maneggio d’uomini. Giuro che prima ancora
che l’alba si presenti
Riuscirò a trovare la stalla, e a aprire il catenaccio.

William Butler Yeats

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C’era

L’agnello belava dolcemente.
L’asino, tenero, si allietava
in un caldo chiamare.
Il cane latrava
quasi parlando alle stelle.
Mi svegliai…Uscii. Vidi orme
celesti sul terreno
fiorito
come un cielo capovolto.
Un soffio tiepido e soave
velava l’alberata:
la luna andava declinando
in un occaso d’oro e di seta
apersi la stalla per vedere se Egli
era là
C’era.

Juan Ramon Jimenez

Natale

Natale. Guardo il presepe scolpito,
dove sono i pastori appena giunti
alla povera stalla di Betlemme.
Anche i Re Magi nelle lunghe vesti
salutano il potente Re del mondo.
Pace nella finzione e nel silenzio
delle figure di legno: ecco i vecchi
del villaggio e la stella che risplende,
e l’asinello di colore azzurro.
Pace nel cuore di Cristo in eterno;
ma non v’è pace nel cuore dell’uomo.
Anche con Cristo e sono venti secoli
il fratello si scaglia sul fratello.
Ma c’è chi ascolta il pianto del bambino
che morirà poi in croce fra due ladri?

Salvatore Quasimodo