“Astrosamantha. La donna dei record nello spazio” al cinema domani e il 2 marzo

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Samantha Cristoforetti, astronauta dell’European Space Agency e capitano pilota dell’Aeronautica Militare, vive senza dubbio un’esistenza straordinaria. In questi giorni, un evento speciale vi renderà partecipi della sua vita fuori dall’ordinario con il docufilm “Astrosamantha – la donna dei record nello spazio” che verrà proiettato nelle sale italiane domani 1 marzo e mercoledì 2, ma dal 3 marzo sarà disponibile anche per le proiezioni scolastiche.  Grazie a questa pellicola la protagonista di “Futura” (la seconda missione di lunga durata dell’Agenzia Spaziale Italiana), la Cristoforetti ha ricevuto qualche giorno fa il premio speciale come protagonista del 2015 nel “cinema del reale” durante la premiazione dei Nastri d’Argento Doc 2016. Diretto da  Gianluca Cerasola, con la voce narrante di Giancarlo Giannini, mostra tre anni nella vita dell’astronauta, durante i quali è stata sottoposta a una dura preparazione fisica e mentale. Sacrifici che le hanno permesso di diventare la prima donna italiana ad andare nello spazio e ad ottenere il primato europeo femminile di permanenza nello spazio, 200 giorni. Partendo dalla base americana della NASA, ci si sposta con lei in quella europea dell’ESA e infine in quella russa, la Roscosmos. La seguiamo nei centri aerospaziali di Star City, vicino Mosca, a  Houston nel Johnson Space Center e nel cosmodromo di Baikonour in Kazakistan, dove è avvenuto il lancio. Davanti agli occhi degli spettatori si disvelano luoghi che fino a poco tempo fa era impensabile visitare.

astrosamantha_0.jpgPresentato all’ultima edizione della Festa del Cinema di Roma, “Astrosamantha” è un percorso realizzato da Gianluca Cerasola,  grazie alla disponibilità e alla generosità della protagonista. Perché Samantha Cristoforetti è certamente un’abile professionista, ma è anche un’eccellente divulgatrice di nozioni molto complesse. Passando dal quotidiano trascorso nella sua casa o nelle stanze messe a disposizione dalle varie agenzie, l’astronauta parla con naturalezza di tutti gli aspetti della sua vita professionale e, in parte, del suo privato. Sembrano quasi un gioco (ma ovviamente non lo sono)  gli allenamenti sott’acqua per simulare l’assenza di gravità, le centrifughe e le prove di preparazione all’assenza di peso o  alle  situazioni di emergenza.  Samantha ci spiega tutto, da come si consuma il cibo stando in orbita (eccezionale “il pranzo della domenica” descritto da Luca Parmitano) fino a soddisfare anche la curiosità sull’evacuazione e il riutilizzo dei rifiuti fisiologici.  Emozionanti la tradizione russa della visita prima della partenza alla tomba di Yuri Gagarin,  il rapporto con gli altri astronauti, i saluti con i familiari al momento della partenza e il ritorno a terra dopo la permanenza nello spazio. Il docufilm si tinge di rosa quando la Cristoforetti ci fa conoscere l’esistenza di un gruppo di astronaute, in servizio o a riposo, che si riuniscono quando possono e della loro passione per il B-movie “Tank Girl”, film post apocalittico femminista.

Clara Martinelli

 

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Quando il bambino…

«Quando il bambino era bambino, | se ne andava a braccia appese, | voleva che il ruscello fosse un fiume, | il fiume un torrente, | e questa pozza, il mare. || Quando il bambino era bambino, | non sapeva di essere un bambino, | per lui tutto aveva un’anima | e tutte le anime erano un tutt’uno. || Quando il bambino era bambino, | su niente aveva un’opinione, | non aveva abitudini, | sedeva spesso a gambe incrociate, | e di colpo sgusciava via, | aveva una vortice tra i capelli | e non faceva facce da fotografo.|| Quando il bambino era bambino,| era l’epoca di queste domande:| “Perché io sono io e perché non sei tu?| Perché sono qui e perché non sono li?| Quando comincia il tempo, e dove finisce lo spazio?| La vita sotto il sole è forse solo un sogno?| Non è solo l’apparenza di un mondo davanti al mondo quello che vedo, sento e odoro?| C’è veramente il male e gente veramente cattiva?| Come può essere che io che sono io non c’ero prima di diventare?| E che una volta io che sono io non sarò più quello che sono?»

Peter Handke

L’Amore

L’amore è lo spazio e il tempo resi sensibili al cuore”

Marcel Proust

Arte poetica

Tra ombre e spazio, tra guarnigioni e donzelle,
dotato di cuor singolare e di sogni funesti,
precipitosamente pallido, appassito in fronte,
e con lutto di vedovo furioso per ogni giorno della mia vita,
ahi, per ogni acqua invisibile che bevo sonnolento
e per ogni suono che accolgo tremando,
ho la stessa sete assente, la stessa febbre fredda,
un udito che nasce, un’angustia indiretta,
come se arrivassero ladri o fantasmi,
e in un guscio di estensione fissa e profonda,
come un cameriere umiliato, come una campana un po’ roca,
come uno specchio vecchio, come un odor di casa sola
in cui gli ospiti entrano di notte perdutamente ebbri,
e c’è un odore di biancheria gettata al suolo, e un’assenza di fiori
– forse un altro modo ancor meno malinconico -,
ma, la verità d’improvviso, il vento che sferza il mio petto,
le notti di sostanza infinita cadute nella mia camera,
il rumore di un giorno che arde con sacrificio
sollecitano ciò che di profetico è in me, con malinconia,
e c’è un colpo di oggetti che chiamano senza risposta
e un movimento senza tregua, e un nome confuso.

Pablo Neruda

Il fiore che ripete

Il fiore che ripete

dall’orlo del burrato

non scordarti di me,

non ha tinte più liete né più chiare

dello spazio gettato tra me e te.

Un cigolio si sferra, ci discosta,

l’azzurro pervicace non ricompare.

Nell’afa quasi visibile mi riporta all’opposta

tappa, già buia, la  funicolare.

Eugenio Montale

Mi hai fatto senza fine

Mi hai fatto senza fine
questa è la tua volontà.
Questo fragile vaso
continuamente tu vuoti
continuamente lo riempi
di vita sempre nuova.

Questo piccolo flauto di canna
hai portato per valli e colline
attraverso esso hai soffiato
melodie eternamente nuove.

Quando mi sfiorano le tue mani immortali
questo piccolo cuore si perde
in una gioia senza confini
e canta melodie ineffabili.
Su queste piccole mani
scendono i tuoi doni infiniti.
Passano le età, e tu continui a versare,
e ancora c’è spazio da riempire.

Rabindranath Tagore

Anima: senza spazio né luogo

Io sono semplicemente convinto che qualche parte del Sè o dell’Anima dell’uomo non sia soggetta alle leggi dello spazio e del tempo.

Carl Gustav Jung

Un saluto dal Coniglio con l’orologio

A tutti gli amici del blog che stimano il mio lavoro in tv, un grazie sentito. E in particolar modo a Rossella Saluzzo, Orazio Cantore, Roberto Ciaciolo e Clive Riche.

A questo proposito voglio ricordare che per qualunque richiesta di partecipazione o altro alle trasmissioni tv, l’indirizzo giusto è solo g.laporta@rai.it, oppure, Gabriele La Porta, RaiNotte, Via Teulada 66, 00195, Roma.

Sarò ben lieto, invece, di ospitare su questo blog non-televisivo, come già accade, ogni vostro pensiero, poesia, lirica, racconto, ricerca di amicizia e di anima.

Insomma, tengo a dividere nettamente lo spazio televisivo da questo blog, che considero la mia terra, il mio tè da Cappellaio Matto (anche se io sono sempre il Coniglio con l’orologio).

A proposito d’Amore…

Leggo da molte parti che l’Amore è tale solo se è libero e indipendente.

L’Amore, invece, è soltanto dipendenza.

Lo scrive Platone nel Simposio (trad. Giorgio Colli) quando fa dire ad Aristofane che prima gli esseri umani  erano una Unità; Dei invidiosi li divisero e da allora una parte cerca l’altra, necessariamente, attraverso tutti gli spazi e i tempi.

E’ evidente che una metà dipende dall’altra e viceversa.

E poi su questa scena d’amore arriva Shakespeare che afferma che è molto meglio avere le pene d’amore che rinnegarle.  Chi le rifiuta diventa dedito al Potere.

E ricordiamoci che i Poeti intingono la loro penna nelle lacrime degli occhi delle donne (sempre il Bardo in Pene d’Amore…)