Un pensiero per il nuovo anno

Carissimi, in un momento così duro, dal punto di vista economico per tutti noi, speriamo che per una volta i mansueti riescano a cavarsela senza soffrire troppo. Un abbraccio,

Gabriele

Era

Era è sempre molto forte. Non è solo connessa al matrimonio, ma alla struttura profonda della società, al suo conservatorismo. Un uomo perde la propria moglie dopo una lunga malattia ed ecco che trova un’altra donna, diciamo prima che siano passati sei mesi. La buona sorte, la fortuna, gli ha portato questa felicità dopo molti anni di sofferenza accanto a una moglie che amava, che si è ammalata e che è morta. Eppure la società sostiene che non può avere un’altra donna così presto. Deve portare una fascia nera al braccio, deve soffrire di più, soffrire per il suo matrimonio, soffrire per la morte di sua moglie. E così gli altri divengono ostili a quest’uomo e se la prendono con quella donna, la nuova donna: tutto ciò è causato da Era, che vuole mantenere il controllo sui valori tradizionali del matrimonio. E, naturalmente, Era ci convince che la famiglia è il fondamento dello Stato. Influenza così le nostre idee politiche e poi le nostre idee sul fisco, le nostre idee sull’eredità. E anche il desiderio di avere una casa, di spendere denaro per ammobiliarla, di ricevere ospiti e trattarli con riguardo, anche questo è dominio di Era. Non è precisamente e solamente cattiva, è più che altro una moglie dispotica. Ma è onnipresente nel profondo dei giudizi che riserviamo alle relazioni sociali”.

James Hillman

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L’aculeo della vita

“L’uomo può sopportare le disgrazie, esse sono accidentali e vengono dal di fuori: ma soffrire per le proprie colpe, ecco l’aculeo della vita”.

Oscar Wilde

Lutto

Così, mentre prima sembrava che il domani non sarebbe mai venuto, poi quando il domani finalmente viene, sembra impossibile aver sofferto e resistito così tanto. Perciò, al di fuori della patologia, pensiamo al lutto (alla perdita)  come ad un lavoro psichico che inizia, si sviluppa e si conclude.

Luisa Colli

Questo amore

Questo amore
Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
E cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore cosí bello
Così felice
Così gaio
E così beffardo
Tremante di paura come un bambino al buio
E così sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che impauriva gli altri
Che li faceva parlare
Che li faceva impallidire
Questo amore spiato
Perché noi lo spiavamo
Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Perché noi l’abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Questo amore tutto intero
Ancora così vivo
E tutto soleggiato
E’ tuo
E’ mio
E’ stato quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
E che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda e viva come l’estate
Noi possiamo tutti e due
Andare e ritornare
Noi possiamo dimenticare
E quindi riaddormentarci
Risvegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognare la morte
Svegliarci sorridere e ridere
E ringiovanire
il nostro amore è là
Testardo come un asino
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Sciocco come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
E ci parla senza dir nulla
E io tremante l’ascolto
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti coloro che si amano
E che si sono amati
Sì io gli grido
Per te per me e per tutti gli altri
Che non conosco
Fermati là
Là dove sei
Là dove sei stato altre volte
Fermati
Non muoverti
Non andartene
Noi che siamo amati
Noi ti abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi
Anche se molto lontano sempre
E non importa dove
Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco
Nella foresta della memoria
Alzati subito
Tendici la mano
E salvaci.

Jacques Prévert