Il fascino di ciò che è difficile

Il fascino di ciò che è difficile
M’ha disseccato la linfa nelle vene, ha strappato
Dal mio cuore ogni gioia spontanea
E ogni piacere naturale. Qualcosa affligge il nostro
Puledro, il quale deve, come se non avesse sangue
Divino, né da una nuvola all’altra balzasse sull’Olimpo,
Tremare tutto teso alle frustate, e scuotersi e sudare
Come se trascinasse un carico di pietre. La mia maledizione
Sulle commedie che permettono cinquanta
Interpretazioni diverse, e sulla guerra quotidiana
Con tutti i furfanti e gli sciocchi, e sul mestiere teatrale,
Che è un maneggio d’uomini. Giuro che prima ancora
che l’alba si presenti
Riuscirò a trovare la stalla, e a aprire il catenaccio.

William Butler Yeats

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Spontaneità

Non desidero che la gente sia gradevolissima, in quanto mi salva dal problema di piacere molto”.

Jane Austen

Vorrei sapessi

Mi piacerebbe esserci mentre ti asciughi le guance,
mentre abbassi la testa
ed io sono lì,
in piedi,
ma non serve più.

Per una volta nella vita assistere
a qualcosa di inutile,
qualcosa che dovrebbe essere crudele
per il piacere di esserlo.

Vorrei costringerti di me
e vorrei sapessi che sono vivo e malgrado tutto,
che sarebbe bastato esserre più umani
oppure nascondersi meglio.

Louis Ferdinand Celine

Mare mattutino

Fermarmi qui! Mirare anch’io questa natura un poco.
Del mare mattutino e del limpido cielo
smaglianti azzurri, e gialla riva: tutto
s’abbella nella grande luce effusa.
Fermati qui. Illuso di mirare ciò che vidi davvero l’attimo che ristetti,
e non le mie fantasie, anche qui,
le memorie, le forme del piacere.

Costantino Kavafis

O falce di luna calante

O falce di luna calante
che brilli su l’acque deserte,
o falce d’argento, qual mèsse di sogni
ondeggia al tuo mite chiarore qua giù!

Aneliti brevi di foglie,
sospiri di fiori dal bosco
esalano al mare: non canto non grido
non suono pe ’l vasto silenzio va.

Oppresso d’amor, di piacere,
il popol de’ vivi s’addorme…
O falce calante, qual mèsse di sogni
ondeggia al tuo mite chiarore qua giù!

Gabriele D’Annunzio

Sulla scrittura

La maggior parte degli scrittori sostiene che sia un inferno dover stare seduti da soli in una stanza a cercare una maniera per esprimere certe cose su un pezzo di carta. Non so se i pittori, gli attori, i musicisti provino le stesse pene d’inferno. Per me stare seduto a fare esercizi di violino sarebbe un inferno assoluto. O il pianoforte, peggio ancora. Perché non è la mia vocazione. C’è una specie di piacere masochistico nella sofferenza della scrittura: contemporaneamente la odiamo e ci dà piacere.

James Hillman

Piacere e dolore

Che cosa strana sembra essere questa che dagli uomini viene chiamata piacere; e come sorprendentemente essa, per sua natura, si trova con quello che sembra il suo contrario: il dolore. Ed essi tutti e due insieme non vogliono coesistere nell’uomo, ma se poi qualcuno insegue l’uno di questi e l’afferra, egli, in un certo modo, è obbligato a prendere anche l’altro, come fossero attaccati ad un sol apice, pur essendo due.

Platone

Il piacere

Il piacere che ci viene dagli oggetti del mondo non è che una parte infinitesimale della beatitudine che si trova nel più profondo di noi stessi.

Amma – Mata Amritanandamayi

Un piacere nuovo

Un giorno scoprii un piacere nuovo e proprio mentre lo sperimentavo, un angelo e un diavolo si incontrarono alla mia porta e subito si diedero battaglia; l’uno asserendo che il mio piacere di nuovo conio era un vizio e l’altro una virtù… e ancora combattono.
Seneca

Piacere e dolore

Che cosa strana sembra essere questa che dagli uomini viene chiamata piacere; e come sorprendentemente essa, per sua natura, si trova con quello che sembra il suo contrario: il dolore. Ed essi tutti e due insieme non vogliono coesistere nell’uomo, ma se poi qualcuno insegue l’uno di questi e l’afferra, egli, in un certo modo, è obbligato a prendere anche l’altro, come fossero attaccati ad un sol apice, pur essendo due.

Platone

La forza della natura

Nel piacere si esprime in tutta la sua forza la natura, e manifesta la positività del suo espandersi. E nel godimento, nella gioia, noi proviamo questo irrompere in noi del torrente di delizia, la cui esaltata fruizione è, appunto, il paradiso…

Eugenio Garin

Nell’Interiorità di Anima — “Bellezza”

Queste sono le emozioni che devono sorgere al contatto di ciò che è il bello sensibile: lo stupore, la meraviglia gioiosa, il desiderio, l’amore, e lo spavento accompagnato da piacere. Ma è possibile provare queste emozioni – e l’anima infatti le prova – anche riguardo alle cose invisibili; ogni anima, per così dire, le prova, ma specialmente quella che ne è innamorata.

Plotino, Enneadi, I 6, 4, citato in Gabriele La Porta, Dizionario dell’Inconscio e della Magia, Sperling & Kupfer, 2008.

Nell’Interiorità di Anima — “Cielo che incontra terra”…

Cielo che incontra terra

Conosci la verità in te, conosci te stesso nella verità: ed ecco! in quel momento, con tua meraviglia, riconoscerai nel tutto e in ogni singolo, proprio nel luogo che ti circonda, la patria a lungo cercata invano e appassionatamente sognata: QUI IL CIELO SI INCONTRA CON LA TERRA.

Arthur Schopenhauer, Manoscritti 1804-1818, 17-1812, in Breviario, a cura di Carla Buttazzi, Milano, Rusconi, 1996, pag. 35

Possibilità

Nella vita ci capita come al viandante: man mano che avanza, gli oggetti per lui assumono una forma diversa da quella che avevano in lontananza, ed è come se al suo avvicinarsi mutassero aspetto. Ciò accade soprattutto coi nostri desideri. Spesso troviamo qualcosa di completamente diverso, migliore di quello che cercavamo; spesso troviamo la cosa cercata, ma per vie completamente diverse da quella invano battuta all’inizio. E dove noi cercavamo piacere, felicità, gioia spesso troviamo illuminazione, consapevolezza, conoscenza – un bene duraturo, autentico, al posto di uno fuggevole e apparente.

Arthur Schopenhauer, Parerga e Paralipomena vol I – Parerga, 492-1850, in Breviario, a cura di Carla Buttazzi, Milano, Rusconi, 1996, pag. 187 

Nell’Interiorità di Anima — “Estetica”

Estetica (1)

Il “mito” riporta la percezione al suo fondamento nell’aisthesis, una parola greca che evoca una rappresentazione greca del mondo, in cui la sensazione delle cose e l’intuizione dell’immagine sono un unico atto di apprendimento. Le cose si concedono con generosità all’apprendimento estetico perché il mondo è pieno di anima grazie alla presenza di Afrodite, la Dea della fantasia sensuale. “L’anima è sempre Afrodite”, dice Plotino nella sesta enneade. La certezza mitica è un’affermazione del mondo: dice sì ai sensi, e in questo modo coglie il senso del mondo.

James Hillman, Oltre l’umanesimo, Moretti e Vitali, pag. 59

  

Estetica (2)

La percezione estetica è accompagnata da piacere. Questo piacere proviene dalla percezione della pura forma di un oggetto […]. Un oggetto rappresentato nella sua pura forma è “bello”. Questa rappresentazione è opera (o piuttosto gioco) dell’immaginazione.

Herbert Marcuse, Eros e civiltà, Einaudi, 1968, pagg. 197-198

Nell’Interiorità di Anima – “Corazza”…

Corazza

Non osiamo arrenderci alla divina follia dell’amore, perché il nostro Io si sente troppo insicuro all’idea di perdere il controllo. Questo controllo, la nostra preventiva difesa da possibili ferite, si ottiene tendendo i muscoli, specialmente i muscoli del petto vicino al cuore. Tale “corazza”, come l’ha chiamata Reich, ci estrania dal mondo e limita la profondità delle nostre interazioni.

Alexander Lowen, Amore, sesso e cuore, Astrolabio-Ubaldini, 1989, pagg. 33-34

Corpo caldo

Ogni cosa attorno a noi si scompone, si sfalda, e il corpo caldo sotto il velluto caldo mi vuole, mi reclama, è uno strazio.

Henry Miller, Tropico del Cancro, Mondadori, 1996, pag. 24

Corpo sognante

Io non la toccavo, neanche la sfioravo, eppure il mio sangue e la mia anima si compenetravano in lei, come se la tenessi stretta tra le braccia. Un vento leggero accarezzava il suo corpo sognante. Il Tempo e la Morte sembravano ignorare lei dormiente, mentre da un angolo remoto della mia intimità, essi mi gridavano maligni che tutto sarebbe finito. Poi, nella luce incerta del primo mattino, Marianne si svegliò, sospirando mormorò il mio nome.

Michele Lauria, L’amante assente, Fazi, 2001, pag. 95

Credimi…

Credimi non si deve / affrettare il piacere d’amore / ma stimolarlo a poco a poco con gli indugi.

Ovidio, L’arte amatoria, Orsa Maggiore Editrice, 1996, pag. 136