Il post di Nicola, merita un dibattito…
Caro Gabriele,
in una intensa pagina di Dostoevskji, il grande autore russo, parla del Perdono, anzi dell’Accoglienza, in un modo così forte e toccante da apparire ai miei occhi direttamente ispirato dal Logos.
In questa sequenza, Marmeladov, un miserabile alcolizzato,in preda ad una sorta di delirio, così si esprime:
“Credi forse, mercante, che questa tua mezza bottiglia mi sia sembrata dolce? Dolore, dolore io ho cercato in fondo ad essa, dolore e lacrime, e li ho assaporati, e li ho trovati; ma colui che compianse tutti, compiangerà anche noi, colui che coprese tutti e tutto, perché egli è l’unico giudice.
(…) Giudicherà tutti e perdonerà tutti, i buoni i cattivi, i saggi e i mansueti… E quando avrà finito con tutti gli altri, allora chiamerà anche noi: “Venite, ubriaconi; venite, deboli; venite, svergognati!” E allora noi ci faremo avanti tutti, senza vergognarci e ci fermeremo davanti a lui. Ed egli dirà: “Porci! Voi siete l’immagine e l’emblema della bestialità, ma venite anche voi!” E diranno i sapienti, diranno i saggi: “Signore! Perché accogli costoro?”. Ed egli dirà: “Li accolgo, o sapienti, li accolgo, o saggi, perché nessuno di loro si è mai reputato degno di ciò”. E ci tenderà le mani, e noi cadremo in ginocchio…e piangeremo… e comprenderemo tutto! ”
(Delitto e Castigo, parte prima, capitolo II)
Quanto siamo lontani da queste parole?
Quanto è stata ed è tuttora lontana l’istituzione ecclesiale da queste parole?
…Vengono accolti per quella loro impercettibile particella di bontà: non si erano mai ritenuti degni di accoglienza…
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