Un viaggio da fare insieme

Mi permetto di consigliarvi un libro che è contemporaneamente un testo di storia, di costume e di cucina. Ma che, in realtà, è una vera esplosione di gioia e buonumore: è di Wladimir Kaminer “La cucina totalitaria” edito da Guanda. È la storia di Wladimir che vuole festeggiare i settant’anni di suo padre.

Sono tutte e due ucraini ma vivono a Berlino e quindi cercano un ristoranre russo nella città tedesca. La delusione è tanta, dato che non c’è più nulla della tradizione in quella cucina troppo internazionalizzata, che il giovane promette di fare con sua moglie Olga un viaggio nell’ex Unione Sovietica, per riscoprire gusti e profumi del passato.

Chi vuole davvero comprendere la storia degli anni del Soviet e dei paesi occupati troverà in queste pagine l’allegria di chi è uscito da un incubo e la festosità di recuperare la propria identità. Ma tutto questo senza recriminazioni o cattiverie.

Tutto è restituito con il sorriso. Ci sono mille storie e aneddoti, come quella dei palazzi di ringhiera ucraini. Orridi casermoni, ma con appartamenti tutti dotati di microbalconi. Al tramonto tutti si affacciavano per chiacchierare e soprattutto per scambiarsi cibo, vino e liquori. Un saliscendi continuo di panieri. Scoppi incessanti di ilarità. E racconti che si intrecciano tra i balconi più vicini e lontani, in un pantagruelico crescendo di abbuffata e canti notturni.

La vita, al di là di tutto si afferma (ed inoltre ci sono delle ricette per noi così astruse da farci rimenere a bocca aperta).
Faccio notare che ai miei tempi mangiavo di tutto e bevevo di tutto in ogni luogo dove andassi, per capire un paese bisogna mangiarlo, ma soprattutto berlo.

Ultrabaci a tutti per l’inizio della settimana.