Oblio di se stessi

“L’uomo si trasfonde naturalmente nel paesaggio: sbaglio o questa verità si può apprendere direttamente sui colli della California o nel deserto del Nuovo Messico? Coloro che incontriamo in tali contrade sembrano dirci che nel paesaggio sono travasati, il paesaggio è travasato in loro. Riflessioni e commozioni di due secoli non hanno soltanto creato foreste intoccabili di sequoie, si sono assimilate al corpo, all’anima e allo spirito degli abitanti. Qui talvolta è presente, in Arizona, nel Nevada, oltre che nel Nuovo Messico, il cielo scintillante di cobalto appena sollevato sopra le teste, lo stesso che preme sul Baikal, lago sacro dello sciamanesimo buriato. La sua contemplazione è fra le vie più dirette all’oblio di se stessi.”

Elémire Zolla

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Cade la neve

 

Sui campi e su le strade,
silenziosa e lieve,
volteggiando, la neve
cade.

 

Danza la falda bianca
ne l’ampio ciel scherzosa,
poi sul terren si posa,
stanca.

 

In mille immote forme,
sui tetti e sui camini,
sui cippi e sui giardini,
dorme.

 

Tutto d’intorno è pace;
chiuso in oblìo profondo,
indifferente il mondo
tace.

Ada Negri

 

 

Il dolore è vero

Il dolore è transitorio, mentre l’oblio è permanente. Nondimeno ciò che è vero è il dolore, non l’oblio.

Rabindranath Tagore

 

Georges Rouault – Stella mattutina, 1895

E’ la perfetta simbolizzazione dell’Alba psichica. La Stella mattutina è rappresentata sotto forma femminile. L’anima si risveglia dal torpore di un oblio assoluto. La non-volontà di vivere arretra quel tanto da consentire, al mattino della trasformazione,  di identificarsi e di mettersi al servizio della sofferenza della persona, oramai decisa ad intraprendere il sentiero della mutazione

Oblio della differenza fra Io e anima

Sottrarre l’Io alla seduzione dissolvente dell’anima, questo sembra il compito originario intorno al quale si costituisce il “monoteismo della coscienza”: sradicare l’Io da ogni connessione archetipica che, influenzandolo e attraendolo, diminuirebbe il suo prestigio e minaccerebbe il suo progetto; stabilire quindi come suo statuto la separazione, l’autonomia e le opposizioni. Si conferma, per questa via, l’oblio per la differenza tra Io e anima e così va persa l’interiore relazione psichica, quel dono che l’Io riceve dall’anima, quando ne permane connesso.

Francesco Donfrancesco

la parte nascosta ed il daimon

Nell’Interiorità di Anima — “Desiderio”…

Desiderio

Devo dire che mi piace questa etimologia della parola “desiderio”, in latino desiderium, un’etimologia forse discutibile, forse incontrollata, che dice che il desiderio, desiderium, sarebbe per l’appunto un modo di non essere più siderati, folgorati, di uscire dalla “siderazione”. Il desiderio sarebbe una de-siderazione: desiderium, da de-siderari. L’inconscio, effettivamente, o piuttosto il rapporto con l’inconscio, può essere folgorante, paralizzante e senza divenire. Ma può anche aprire all’esperienza di un mondo attivo, autonomo, animato…

Christian Gaillard, Malinconia e prospettive, in AA.VV., Anima – Per nascosti sentieri, Moretti e Vitali, 2001, pag. 22

Destino (1)

Dobbiamo andare oltre l’Io, nelle profondità dell’inconscio, perché è lì che si trova l’anima e, se questa è malata, deve essere purificata. Ammettiamo che riusciamo a sintonizzarci col dramma che si svolge nel profondo e vi scopriamo che le trame sono veramente orribili. È concesso cambiare trama? In altre parole possiamo cambiare il nostro destino? La risposta non può essere univoca. Certamente il destino è immutabile, come non si può alterare il cammino dei pianeti nella loro orbita, ma possiamo cambiare noi stessi in modo da favorire la sua realizzazione, invece di contrastarla. La tensione, le nevrosi, le malattie si sviluppano proprio perché ci si oppone alla propria sorte. Smetti di contrastare la sua trama ma piuttosto prendine parte, abbelliscila, rendila manifesta nel comportamento quotidiano: diventa attore del dramma, aggiungici qualche nuovo ingrediente e tutto comincia a cambiare.

Albert Kreinheder, Il corpo e l’anima, Moretti e Vitali, 2001, pag. 104

Destino (2)

Ecco, quindi, cos’è il destino: semplicemente il realizzarsi delle potenzialità insite nelle energie del nostro stesso sistema. Le energie sono impegnate in un certo modo ed è quell’impegno a venire verso di noi.

Joseph Campbell, Riflessioni sull’arte di vivere, Guanda, 1998, pag. 19

Dimenticare

Quando dimentichiamo qualcosa, si tratta di oblio o di assorbimento? – si domandava Emily Dickinson. Quando un nuovo pensiero, un sentimento, un concetto ci si presenta, noi non possiamo dimenticarcene o ignorarlo. E quando lo abbiamo lasciato entrare, o abbiamo accettato di vivere in sua compagnia, può darsi che quello non voglia essere una preoccupazione. Sarà dimenticato, ma non esiliato nell’oblio: sarà assorbito nell’essere.

Thomas Moore,  Nel chiostro del mondo, Moretti e Vitali, 1996, pag. 52