Restai insaziata tutti i miei anni

Restai insaziata tutti i miei anni.
Arrivato il pomeriggio, tremante
avvicinai il tavolo per mangiare
e assaggiai un vino strano,

quello che avevo visto sulle tavole
quando affamata – tornando a casa –
guardavo attraverso i vetri la ricchezza
che non speravo di possedere mai.

Non conobbi l’abbondanza del pane –
era diversa la briciola
che avevo divisa con gli uccelli
nella sala da pranzo della natura.

Il troppo mi urta – è così insolito.
Mi sentivo a disagio, spaesata –
come una bacca ai fratta montana
trapiantata sulla strada.

E non avevo fame. Allora capii
che la fame è un istinto
di chi guarda le vetrine dal di fuori.
L’entrare, la disperde.

Emily Dickinson

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Sulla scrittura (2)

Considero lo scrivere un po’ come il dare da mangiare alle mie galline. Devono ricevere quotidianamente grano e acqua, così come il mio lavoro deve ricevere una certa quantità di attenzione quotidiana. Anche se non  scrivo una sola parola, la mia mente è in servizio. Un pezzo di me sta in ogni caso nutrendo la gallina “immaginale”. Senza quest’attenzione sento l’anima rattrappirsi come un uccello morente. Lo scrivere in qualche modo mi tiene vivo anche se mi pesa e mi mette di cattivo umore nelle giornate storte e mi distoglie dal dare amore ad altre parti del mio mondo.

James Hillman