La tua mente è infinito

La tua mente è l’infinito. La mia anima ci passa senza avanzi. L’immenso non ha fianchi stretti, ma l’oceano in conchiglia.
Ornella Pennacchioni

Nostalgia per il mare vasto ed infinito

Se vuoi costruire una barca,
non radunare uomini per tagliare legna,
dividere i compiti e impartire ordini,
ma insegna loro la nostalgia
per il mare vasto ed infinito.

Antoine de Saint-Exupéry

Le porte della percezione

Se le porte della percezione fossero purificate, tutto apparirebbe all’uomo come in effetti è, infinito”.

William Blake

La luna

Quando spunta la luna
tacciono le campane
e i sentieri sembrano
impenetrabili.

Quando spunta la luna
il mare copre la terra
e il cuore diventa
isola nell’infinito.

Federico Garcia Lorca

…tra il nulla e il tutto

Ma alla fine,cos’è un uomo nella natura? Un
nulla davanti all’infinito, un tutto davanti al nulla,
qualcosa di mezzo tra il nulla e il tutto…

Blaise Pascal (1623-1662)

La luna

Quando spunta la luna
tacciono le campane
e i sentieri sembrano
impenetrabili.

Quando spunta la luna
il mare copre la terra
e il cuore diventa
isola nell’infinito.

Federico García Lorca

L’amore è il tutto

L’amore è un concetto estensibile che va dal cielo all’inferno, riunisce in sé il bene e il male, il sublime e l’infinito.

Carl Gustav Jung

Vedere l’infinito

Vedere un mondo in un granello di sabbia e un paradiso in un fiore selvatico, tenere l’infinito nel palmo della mano e l’eternità in un’ora.

William Blake

Conoscere è morire

…conoscere è innanzitutto sentire… è sempre illuiarsi, accogliere l’altro
in sé, farsi l’altro in se stessi… E dunque conoscere è morire, “perché ogni
morte è mutarsi in altro e ogni mutamento è qualche morte”. Ed essendo  il
mutamento farsi l’oggetto, esso è pur morte, ancorché parziale, accompagnandosi
sempre questo nostro internarci nell’oggetto alla consapevolezza di noi
(“sensus nostriment ipsorum, abditus qui est actus”), al senso intimo per il
quale non ci disperdiamo nella cosa, ma ci teniamo fermi a noi stessi. Ma
proprio qui interviene quel rovesciamento dal senso alla sapienza su cui
Campanella batte. Se il sentire in quanto farsi l’oggetto, e quindi patire,
significa accogliere un nuovo limite, e quindi morire, il contemplare Dio
interno a tutte le cose, l’Essere cioé che le costituisce, significa spezzare
la negatività della realtà e farsi reali veramente. “E l’imparare e il
conoscere, essendo un mutarsi nella natura del conoscibile, sono pur qualche
morte, e solo mutarsi in Dio è vita eterna, perché non si perde l’essere
nell’infinito mai dell’essere, ma si magnifica.”

Eugenio Garin

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Se tutto un infinito

“Se tutto un infinito
ha potuto raccogliersi in un corpo
come da un corpo
disprigionare non si può l’immenso?”

Alda Merini

(Grazie a Marina)

l’uno e l’altro sono infiniti

Io desidero quello che possiedo; il mio cuore, come il mare, non ha limiti e il mio amore è profondo quanto il mare: più a te ne concedo più ne possiedo, perché l’uno e l’altro sono infiniti.

Romeo e Giulietta, William Shakespeare

Sentimento dell’infinito

Il vero attributo dell’anima è il sentimento dell’infinito.

Madame De Stael

“Il colore della notte”

Carissimi, vi lascio a Maria Allo e al sotterraneo incanto dei suoi colori…mentre aspetto i vostri…

“Non c’è più nulla più dolce dell’amore
Quale dolcezza lo supera? Sputo
anche il miele. Così Nosside dice.”

IL COLORE DELLA NOTTE

Fu viola quella notte
come fiori di bouganville
sulle mie tempie
e dietro casa

Incessanti sospetti
di silenzi
m’esplosero lividi
in bocca e nelle crepe
dei sospiri
come grappoli appassiti
furibonde raffiche
mi schiantarono fin dalle radici

(Ombre barriere fughe)

Il vento frusciava
indifferente
nell’ansimare
d’un presentimento

Perchè dovrei confessarti
il vortice del cuore
nel magma incandescente
senza posa
perchè mai
in agonia mi parve
sulla battigia
il rumore del mare
quando azzurro era il sogno
quella sera
e tu come puoi conoscere
la misura
dell’amore che non ha misura?

Ricordo
tra un mucchio di pietra
e l’infinito
sperso quel viola
che ancora m’assale

Ora capisco
Il colore della notte

Marina…

Oggi ecco una riflessione molto indicativa per noi. E’ di Marina:

PROFESSORE,
Rita vuole il Suo aiuto. Però, visto che Lei ce lo chiede, Le dico che, personalmente, non sono in assoluto contraria alle medicine che, a volte, fanno un buon lavoro; ma dipende dalle situazioni, naturalmente.
Ciò che mi vede in assoluto in disaccordo, è l’uso prolungato nel tempo delle medicine che, oltre a creare assuefazione (noi ci assuefacciamo a tutto, ma proprio a tutto, anche alle consuetudini), CAMBIA IL CARATTERE: questo non mi piace.
E poi, che dire, ad esempio, si potrebbe cambiare il medico che, a lungo andare, può diventare anche lui un’assuefazione.

Riguardo alla Sapienza, alla quale Rita fa riferimento più volte, mi viene in mente che secondo Don Juan, lo sciamano americano del Castaneda, colui che voglia divenire un UOMO di SAPERE non deve avere paura d’impazzire, deve scegliere una strada del cuore e percorrerla in tutta la sua lunghezza.
Perché, in fondo, la vera battaglia non è l’accettazione di sé stessi ma l’accettazione dell’Infinito. Dobbiamo accettare volontariamente l’Infinito…oltre questo Don Juan non si spinge, perché ritiene che a ciò si fermi la sua SAPIENZA.

Insomma, pare che la vera SAPIENZA alla quale, infine, approdano tutti i sapienti (che ci arrivino studiando, perché sono magi, perché poeti o grandi artisti e scenziati o contadini in costante contatto con la natura ed i suoi cicli) è la scelta volontaria di una via del cuore che ci conduca il più possibile vicino alla possibilità d’intravedere l’Infinito.
Quando si parla di nostalgia…e la nostalgia, che sa di perduto, mette addosso inquietudine, o no? …a me moltissima.
Naturalmente, la via del cuore è una strettoia ed è un percorso da “visionari” in questo mondo del “cogito ergo sum” che ci circonda.

A proposito, la metafora dell’Infinito è l’IRRAGGIUNGIBILE.

Ho il sospetto che l’Infinito non si possa mai raggiungere: noi possiamo solo esserlo l’Infinito…il TUTTO.

Ritorni dell’Infinito

Vi sottopongo, voi dal FRÉN (cuore) languido, questo mito propostoci da Daniela, una nuova viaggiatrice del nostro blog. A voi…

E’ bella questa lirica, fremente; e per contrasto mi richiama alla mente un mito, anch’esso indiano, che vi racconto qui.
Si racconta che la Luna fosse un malinconico principe di nome Soma, innamorato di una belissima stella rossa, che si chiamava Rohini: oggi noi la chiamiamo Sole. Il principe voleva sposare la sua Rohini, ma il padre lo costrinse a sposare anche le sue 27 sorelle; e così ogni notte Soma stringeva fra le braccia una stella diversa, ma desiderando ardentemente la sua Rohini. Quando finalmente giungeva la notte in cui poteva coronare il suo sogno, il principe era immensamente felice, e la Luna appariva, a chi la guardava dalla Terra, piena e splendente. Ma già da quella successiva il Principe perdeva un po’ del suo splendore, e così sempre di più finché, nella quattordicesima notte del ciclo lunare, il Principe sentiva talmente la mancanza di Rohini da non apparire più per niente nel cielo, proprio come la Luna nera. Poi, pian piano, sentendo avvicinarsi la notte felice, Soma ricominciava a splendere e la Luna a riempirsi, finché non tornava piena.
Questo è il mito di Soma e di Rohini: e siccome il mito racconta “le cose che non furono mai, ma sono sempre”, si ripete ancora e ancora, nel nostro cielo…