Mi sveglio nella notte e le emozioni sono lì. Ho paura del futuro, sono solo. Mi tormenta l’incapacità di rispondere a quello che ci si aspetta da me. Sarebbe più facile essere morto. Qualunque cosa io faccia, dovunque mi volga, è sbagliato. I pensieri notturni mi assalgono. Seduti sul bordo del letto, mi riempiono la testa di critiche taglienti e il cuore di disperazione. Mi agito e mi rivolto nel letto, oppure giaccio irrigidito e sveglio implorando la quiete e il sonno. Come dèmoni dalle nere ali, le emozioni vengono la notte per alcune ore. Le chiamano insonnia, incubi, depressione. Ma il linguaggio non fa che mascherare il volto delle emozioni che sono visitazioni da un altro mondo, il mondo infero, che mi rammentano Ade. Non mi staranno forse chiedendo, queste emozioni, di rendere omaggio per qualche ora a quel Dio così importante, invisibile nel mondo diurno, i cui interventi avvengono nelle tenebre, attraverso l’oscurità, e che è alleato di “hypnos” e di “thanatos”, e che, se riconosciuto, svuota la vita dei suoi programmi consueti, offrendole in cambio la forza, la pienezza e la bellezza di uno sfondo invisibile?
James Hillman, “Politica della bellezza”, Moretti & Vitali, Bergamo 1999
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