La bellezza

Oggi Melusina ci porta le emozioni che sgorgano dalle parole di Gibran:

“La bellezza”

La bellezza cammina fra di noi
come una giovane madre
quasi intimidita dalla propria gloria.
La bellezza è una forza che incute paura
come la tempesta scuote
al di sotto e al di sopra di noi
la terra e il cielo.
La bellezza è fatta di delicati sussurri
parla dentro al nostro spirito
la sua voce cede ai nostri silenzi
come una fievole luce che trema
per paura dell’ombra.
La bellezza grida tra le montagne
tra un battito d’ali e un ruggito di leoni.
La bellezza sorge da oriente con l’alba
si sporge sulla terra dalle finestre del tramonto
arriva sulle colline con la primavera
danza con le foglie d’autunno
e con un soffio di neve tra i capelli.
La bellezza non è un bisogno
ma un’estasi,
non è una bocca assetata
né una mano vuota protesa in avanti
ma piuttosto ha un cuore infuocato
e un’anima incantata.
Non è la linfa della corteccia rugosa
né un’ala attaccata a un artiglio.
La bellezza è un giardino sempre in fiore
e una schiera d’angeli sempre in volo.
La bellezza è la vita quando la vita si rivela.
La bellezza è l’eternità che si contempla allo specchio
e noi siamo l’eternità e lo specchio.

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…a proposito di danza II

Melusina raccoglie i passi del Satiro danzante di Mazara del Vallo e ci dona queste parole sorprendenti:

Che tutta la terra riprenda a danzare
e la vita rifiorirà!

Fernand Divoire

-Racconto.
Khalil Gibran

Per un giorno, la corte del principe invita una danzatrice
accompagnata dai suoi musicisti.

Ella fu presentata alla corte,
poi danza davanti al principe
al suono del liuto, del flauto e della chitarra.

Ella danza la danza delle stelle e quella dell’universo;
poi ella danza la danza dei fiori che vorticano nel vento.
E il principe ne rimane affascinato.

Egli la prega di avvicinarsi.
Ella si dirige allora verso il trono
e s’inchina davanti a lui.
E il principe domanda:

“Bella donna, figlia della grazia e della gioia, da dove viene la tua arte?
Come puoi tu dominare la terra a l’aria nei tuoi passi,
l’acqua e il fuoco nel tuo ritmo?”

La danzatrice s’inchina di nuovo davanti al principe e dice:

“Vostra Altezza, io non saprei rispondervi,
ma so che:

L’Anima del filosofo veglia nella sua testa.
L’anima del poeta vola nel suo cuore.
L’Anima del cantante vibra nella sua gola.
Ma l’anima della danzatrice vive in tutto il suo corpo.”

Dubbi interiori

Il dubbio o la felicità che hai nel prossimo sono strettamente connessi con i dubbi e la fiducia che hai in te stesso.

K. Gibran in “Aforismi sull’ottimismo”, GIUNTI Demetra, Firenze, 2005

Regina della Notte

Karl Friedrich Schinkel, “Apparizione della Regina della notte”.
Gouache per una scenografia (1815) de “Il flauto magico”

Non si può toccare l’alba se non si sono percorsi i sentieri della notte.

(Kahlil Gibran)

Lo spirito afflitto trova pace

Lo spirito afflitto trova pace
solo in unione a uno spirito a lui simile.
I due convergono nell’affetto,
come uno straniero si rallegra
a vedere un altro straniero
in una terra lontana.
I cuori che si uniscono
per mezzo del dolore
non saranno separati
dalla gloria della gioia.
L’amore lavato dalle lacrime
rimane eternamente puro e bello.

Gibran

Poeti arabi a New York. Il circolo di Gibran

Gentilissimo, scopro oggi, per caso, il suo blog, nonché il suo interesse per Gibran. Colgo l’occasione per segnalarle una mia recente pubblicazione come gibranista, che potrebbe essere forse di interesse suo e/o di altri utenti:

‘Poeti arabi a New York. Il circolo di Gibran’, introduzione e traduzione di Francesco Medici, prefazione di Amedeo Salem, Palomar, Bari 2009

descrizione:
Il 28 aprile 1920, a New York, nello studio-appartamento di Kahlil Gibran, una decina di scrittori siro-libanesi emigrati negli Stati Uniti fonda ufficialmente un circolo politico-letterario noto come «Associazione della Penna».
Si tratta di un gruppo di «ribelli», già attivi a partire dal 1916, determinati a rilanciare la lingua araba dopo secoli di stagnazione e sterilità e a fomentare la rivolta dei propri connazionali nella madrepatria contro la dominazione ottomana e i mandati europei. Le opere
di alcuni di questi «poeti arabi d’emigrazione» avrebbero conosciuto uno straordinario successo planetario che dura ancora oggi. Insieme a testi inediti e rari di Gibran, l’antologia raccoglie, per la prima volta in traduzione italiana, una ricca selezione di versi e poèmes en prose di Ameen Rihani, Elia Abu Madi e Mikhail Naimy,
tra i maggiori esponenti siro-americani della rivoluzione romantica nella letteratura araba.

Francesco Medici

Sull’amicizia

E un adolescente disse:
Parlaci dell’Amicizia.

E lui rispose dicendo:
Il vostro amico è il vostro bisogno saziato.
E’ il campo che seminate con amore e mietete con riconoscenza.
E’ la vostra mensa e il vostro focolare.
Poiché, affamati, vi rifugiate in lui e lo ricercate per la vostra pace.
Quando l’amico vi confida il suo pensiero, non negategli la vostra approvazione, né abbiate paura di contraddirlo.
E quando tace, il vostro cuore non smetta di ascoltare il suo cuore:
Nell’amicizia ogni pensiero, ogni desiderio, ogni attesa nasce in silenzio e viene condiviso con inesprimibile gioia.
Quando vi separate dall’amico non rattristatevi:
La sua assenza può chiarirvi ciò che in lui più amate, come allo scalatore la montagna è più chiara della pianura.
E non vi sia nell’amicizia altro scopo che l’approfondimento dello spirito.
Poiché l’amore che non cerca in tutti i modi lo schiudersi del proprio mistero non è amore, ma una rete lanciata in avanti e che afferra solo ciò che è vano.
E il meglio di voi sia per l’amico vostro.
Se lui dovrà conoscere il riflusso della vostra marea, fate che ne conosca anche la piena.
Quale amico è il vostro, per cercarlo nelle ore di morte ?
Cercatelo sempre nelle ore di vita.
Poiché lui può colmare ogni vostro bisogno, ma non il vostro vuoto.
E condividete i piaceri sorridendo nella dolcezza dell’amicizia.
Poiché nella rugiada delle piccole cose il cuore ritrova il suo mattino e si ristora.

Kahlil Gibran

Farò della mia anima uno scrigno per la tua anima

Farò della mia anima uno scrigno
per la tua anima,
del mio cuore una dimora
per la tua bellezza,
del mio petto un sepolcro
per le tue pene.
Ti amerò come le praterie amano la primavera,
e vivrò in te la vita di un fiore
sotto i raggi del sole.
Canterò il tuo nome come la valle
canta l’eco delle campane;
ascolterò il linguaggio della tua anima
come la spiaggia ascolta
la storia delle onde.

Kahlil Gibran