Che te ne fai di un titolo

Non ce la fanno
i belli muoiono tra le fiamme:
sonniferi, veleno per i topi, corda,
qualunque cosa……..
si strappano le braccia,
si buttano dalla finestra,
si cavano gli occhi dalle orbite,
respingono l’amore
respingono l’odio
respingono, respingono.

non ce la fanno
i belli non resistono,
sono le farfalle
sono le colombe
sono i passeri,
non ce la fanno.

una lunga fiammata
mentre i vecchi giocano a dama nel parco
una fiammata, una bella fiammata
mentre i vecchi giocano a dama nel parco
al sole

i belli si trovano nell’angolo di una stanza
accartocciati tra ragni e siringhe, nel silenzio,
e non sapremo mai perché se ne sono andati,
erano tanto
belli.
non ce la fanno
i belli muoiono giovani
e lasciano i brutti alla loro brutta vita.
amabili e vivaci: vita e suicidio e morte
mentre i vecchi giocano a dama sotto il sole
nel parco.

Charles Bukowski

Pubblicità

Al mattino

 

Brilla di rugiada il prato; più vivace
Già corre la sorgente desta; il faggio
inclina il capo incerto e tra le foglie
mormora e brilla; e intorno a grigie nubi

Rosse fiamme si allungano, annunciando,
Senza rumore si levano in onde;
Come flutti alla riva, le cangianti,
Alte si levano, sempre più alte.

Vieni ora, sali, e non troppo presto,
Giorno dorato, al vertice del cielo!
Perchè più aperto e confidente vola
A te il mio occhio, beato! fino a quando

Giovane nella tua bellezza guardi
E troppo splendido e orgoglioso ancora
Per me non sei; sempre vorresti andare
Lo potessi io con te, viandante dio!

Ma tu sorridi del lieto spavaldo,
Che vorrebbe eguagliarti; benedici
invece il mio mortale agire e ancora
Benigno! allieta il mio muto sentiero.

Friedrich Holderlin

Giardino

Lungi dal tuo giardino arde la sera
incensi d’oro in fiamme porporine,
dietro il bosco di cenere e di rame
Dalie del tuo giardino.
Malnato il tuo giardino!. Oggi mi sembra
l’opera d’un barbiere,
con quella miserina palma nana
e l’aiuola di mirti ritagliati…
e l’arancino nel barile… L’acqua
della fonte di pietra
non cessa il riso nella conca bianca.

Antonio Machado

Allegoria delle farfalle

Un notte le farfalle si riunirono
in assemblea, volevano conoscere
che cosa fosse una candela. E dissero:
“Chi andrà a cercar notizie su di essa?”

La prima andò a volare intorno a un castello
e da lontano, dall’esterno vide
una luce che brillava. Tornò
e con parole dotte la descrisse.
Ma una saggia farfalla – presiedeva
lei l’assemblea – le disse:
“Tu nulla sai”.

Ed un’altra partì, si avvicinò
arrivò sino a urtare nella cera.
Nei raggi della fiamma fece svoli.
Tornò, raccontò quello che sapeva.
Ma la farfalla saggia disse: “Tu,
tu nulla più della prima hai conosciuto”.

Un terza si mosse infine, ed ebbra entrò
battendo le ali forte nella fiamma
tese il corpo alla fiamma, l’abbracciò
in essa si perdette piena di gioia
avvolta tutta nel fuoco, di porpora
divennero le sue membra, tutte fuoco.

E quando di lontano la farfalla
saggia la vide divenuta una
cosa sola con la candela, e tutta luce
disse: “Lei sola ha toccato la meta, lei sola sa”.

Chi più di sé è dimentico
quello tra tutti sa.
Finché non oblierai
il tuo corpo, la tua anima,
che cosa mai saprai
dell’Amata?

Attar