Un sepolto in me canta

 M’esilio; si colma
ombra di mirti
e il sopito spazio m’adagia.

Né amore accosta
silvani accordi felici
nell’ora sola con me:
paradiso e palude
dormono in cuore ai morti.

E un sepolto in me canta
che la pietraia forza
come radice, e tenta segni
dell’opposto cammino.

Salvatore Quasimodo

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A te si arriva

Inviato da Beatrice:

A te si arriva
A te si arriva solo attraverso te.
Ti aspetto.
Io sì che so dove mi trovo,
la mia città, la via, il nome
con cui tutto mi chiamano.
Però non so dove sono stato con te.
Là mi hai portato tu.
Come avrei imparato la strada
se non guardavo nient’altro che te,
se la strada era dove tu andavi,
e la fine fu quando ti sei fermata?
Che altro poteva esserci
più di te che ti offrivi, guardandomi?
Però adesso che esilio,
che mancanza,
e lo stare dove si sta.
Aspetto, passano i treni,
i destini, gli sguardi.
Mi porterebbero dove non sono stato mai.
Ma io non cerco nuovi cieli.
Io voglio stare dove sono stato.
Con te, ritornarci.
Che intensa novità,
ritornare un’altra volta,
ripetere mai uguale
quello stupore infinito.
E fino a quando non verrai tu
io resterò sulla sponda
dei voli, dei sogni,
delle stelle, immobile.
Perché so che dove sono stato
non portano né ali, né ruote, né vele.
Esse vagano smarrite.
Perché so che dove sono stato con te
si va solo con te, attraverso te.

Pedro Salinas

Confini indistinti

L’incertezza dei confini comporta, per la conoscenza psicologica, che non può
diventare una scienza autonoma, con una definita identità, senza che l’anima
sia ridotta in uno stato di costrizione, di esilio, per la perdita della sua
complessità – “i confini dell’anima vai e non li trovi, diceva Eraclito, anche
a percorrere ogni sua via; così profonde essa ha le sue radici”.

Francesco Donfrancesco