Sono nata il ventuno a primavera

Sono nata il ventuno a primavera
ma non sapevo che nascere folle,
aprire le zolle
potesse scatenar tempesta.

Così Proserpina lieve
vede piovere sulle erbe,
sui grossi frumenti gentili
e piange sempre la sera.
Forse è la sua preghiera.

Alda Merini

Il vegetale

Lasciato ho gli animali con le loro
mille mutevoli inutili forme.
Respiro accanto a te, ora che annotta,
purpureo fiore sconosciuto: assai
meglio mi parli che le loro voci.
Dormi fra le tue verdi immense foglie,
purpureo fiore sconosciuto, vivo
come il lieve fanciullo che ho lasciato
dormire, un giorno, abbandonato all’erbe.

Sandro Penna

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Città

Livida alba, io sono senza dio.
Visi assonnati vanno per le vie
sepolti sotto fasci d’erbe diacce.
Gridano al freddo vuoto i venditori.

Albe più dense di colori vidi
su mari su campagne inutilmente.

Mi abbandono all’amore di quei visi.

Sandro Penna

Sera

Appiè dei passi della sera
Va un’acqua chiara
Colore dell’uliva,

E giunge al breve fuoco smemorato.

Nel fumo ora odo grilli e rane,

Dove tenere tremano erbe.

Giuseppe Ungaretti