Come cambiano le emozioni nei libri del XX secolo

(da Le Scienze)

A giudicare dai testi letterari, nel corso degli ultimi cinquant’anni la nostra società sembra sempre meno interessata a comunicare le emozioni, con una sola eccezione: la paura. Questa sorta di “avarizia espressiva” è emersa dall’analisi della frequenza delle parole legate ai sentimenti che compaiono nei libri pubblicati nel secolo scorso, milioni dei quali sono oggi disponibili in forma digitale.

Se la letteratura riflette in qualche misura il mondo in cui nasce, negli ultimi cinquant’anni la nostra società è diventata sempre meno capace o sempre meno interessata a esprimere emozioni. Con una vistosa eccezione: la paura. A scoprirlo è stata una approfondita analisi statistica sull’uso delle parole che veicolano stati emozionali, condotta su un’ampissima base di dati relativa ai libri pubblicati nel XX secolo, e illustrata in un articolo pubblicato sulla rivista “PLoS ONE”.

Alberto Acerbi, attualmente all’Università di Bristol, e colleghi, hanno sfruttato il database Ngram di Google, che contiene la digitalizzazione di oltre cinque milioni di libri, prendendo in considerazione quelli pubblicati in Gran Bretagna e negli Stati Uniti fra il 1900 e il 2000. In questo sterminato mare di parole, sono andati alla ricerca delle parole che esprimono emozioni basandosi su elenchi di vocaboli – già applicati in precedenti studi – che permettono di classificarle in categorie come rabbia, disgusto, paura, gioia, tristezza e sorpresa.

Come cambiano le emozioni nei libri del XX secolo© Images.com/Corbis
Il primo risultato è stato l’emergere con grande chiarezza di periodi in cui è molto più frequente l’uso di espressioni che indicano felicità e di altri in cui invece prevale la tristezza, periodi che corrispondono a grandi eventi storici. Così, dopo la felice euforia espressiva degli anni venti del Novecento, si è avuto un picco di manifestazioni di tristezza in coincidenza con la grande depressione e con la seconda guerra mondiale, e un poi ritorno della felicità durante gli anni sessanta del baby boom.

Il secondo dato, più sorprendente, è la diminuzione generale, sempre più netta e progressiva, dell’uso di parole relative a stati d’animo, una diminuzione che non è un riflesso della pubblicazione, per esempio, di un
maggior numero di libri tecnico-scientifici perché si manifesta anche quando si considerano solo le opere di narrativa e critica letteraria.

Come cambiano le emozioni nei libri del XX secolo© Images.com/Corbis
All’interno di questa generale flessione, l’emozione che sembra diventare maggiormente “fuori moda” è il disgusto, mentre l’espressione della paura, dopo essere diminuita anch’essa per gran parte del XX secolo, a partire dagli anni settanta aumenta notevolmente, in controtendenza rispetto al costante declino degli altri stati d’animo.

I ricercatori hanno osservato anche una progressiva diversificazione geografica: oggi, al contrario di quanto accadeva un tempo, gli autori americani esprimono più emozioni di quelli britannici. Questa inversione di ruoli, pur facendo parte di una più generale differenziazione stilistica fra inglese britannico e inglese americano, è iniziata negli anni sessanta per esplodere dagli anni ottanta, in coincidenza – osservano gli autori – con l’aumento di sentimenti narcisisti e “poco sociali” nei testi delle canzoni popolari degli Stati Uniti, rilevato da un’altra recente ricerca.

Questo aumento di espressioni di contenuto emozionale appare però improntato a un intimismo al limite dell’egocentrismo, come evidenzia l’impennata dei pronomi di prima persona singolare (come, “io”, “me”, “mio”), a scapito di parole che indicano interazioni sociali (come “amico”, “parlare”, “noi”, “bambino”).

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Grandezza

 

“N℮ll’℮tà d℮ll℮ commozioni il cuor℮ non basta a r℮gg℮r℮ la spinta d℮l sangu℮. Il mondo intorno è poco risp℮tto alla grand℮zza ch℮ si allarga in p℮tto. ”
Erri De Luca

Emozioni II

Mente ed emozioni sono le vite tramite le quali tocchiamo il cosmo. Laddove le parole sono i mezzi di espressione della mente, non esprimono facilmente il flusso delle Emozioni. Ecco perché non ti posso dire, con precisione, come mi sento. Posso solamente usare metafore e analogie per esprimere i miei sentimenti. Mentre i pensieri ci danno una struttura che rende l’universo intelligibile, i sentimenti esprimono l’ampiezza, la frequenza e la profondità del nostro rapporto con l’ambiente spirituale e fisico. I sentimenti non ci “parlano” – reagiscono in modo emotivamente eccessivo dentro di noi.
Ci fornisce un contesto dentro il quale viviamo la nostra realtà.

Laibl Wolf, Kabbalah Pratica, Anima Edizioni, Milano, 2009; pag 99.

Emozioni

[…] Il lavoro delle emozioni è assai più difficile da scoprire. Non hanno un organo convenientemente situato, come il cervello. Sono l’espressione generale dell’anima e non sono localizzate da nessuna parte – anche se diciamo che il loro “luogo” sia il Cuore metaforico.
Le emozioni sono diffuse in tutto il corpo. Riflettono un flusso generalizzato dell’anima, a differenza del flusso particolare della Mente. Quando ti senti felice o triste, non lo avverti nell’alluce del piede o nei denti – lo senti generalmente tramite il tuo essere. Qua ci stiamo riferendo alle emozioni e non ai sentimenti tattili. Essendo più diffuse, le emozioni sono più difficili da definire, localizzare e cambiare con interventi coscienti.

Laibl Wolf, Kabbalah Pratica, Anima Edizioni, Milano, 2009; pag 100.

Tradimento

“Se inizi col non tradire le tue emozioni, non tradirai nemmeno le persone.”
(M. Bisotti)

La vera bellezza

La vera bellezza nasce dall’autenticità e non dalla perfezione,
dal nostro patrimonio emotivo, dalla nostra personale collezione di emozioni…
(M.Bisotti)

Emozioni

Emozioni notturne

Mi sveglio nella notte e le emozioni sono lì. Ho paura del futuro, sono solo. Mi tormenta l’incapacità di rispondere a quello che ci si aspetta da me. Sarebbe più facile essere morto. Qualunque cosa io faccia, dovunque mi volga, è sbagliato. I pensieri notturni mi assalgono. Seduti sul bordo del letto, mi riempiono la testa di critiche taglienti e il cuore di disperazione. Mi agito e mi rivolto nel letto, oppure giaccio irrigidito e sveglio implorando la quiete e il sonno. Come dèmoni dalle nere ali, le emozioni vengono la notte per alcune ore. Le chiamano insonnia, incubi, depressione. Ma il linguaggio non fa che mascherare il volto delle emozioni che sono visitazioni da un altro mondo, il mondo infero, che mi rammentano Ade. Non mi staranno forse chiedendo, queste emozioni, di rendere omaggio per qualche ora a quel Dio così importante, invisibile nel mondo diurno, i cui interventi avvengono nelle tenebre, attraverso l’oscurità, e che è alleato di “hypnos” e di “thanatos”, e che, se riconosciuto, svuota la vita dei suoi programmi consueti, offrendole in cambio la forza, la pienezza e la bellezza di uno sfondo invisibile?

James Hillman, “Politica della bellezza”, Moretti & Vitali, Bergamo 1999

Invito a riflettere

Vi propongo una lirica di Juan Ramon Jimenez per sapere che emozioni avvertite:

Col nuovo mattino,

il mondo mi bacia

sulla tua bocca, donna.

Un abbraccio, Gabriele.

Emozionale

Jung […] scoprì che gli eventi sincronistici si verificano prevalentemente quando sono impegnati i livelli istintuali (emozionali, archetipici, simbolici) della psiche.

James Hillman

Amore

[…]
Quando l’amore vi chiama, seguitelo,
Benché le sue vie siano ardue e ripide.
E quando le sue ali vi avvolgono, abbandonatevi a lui,
Anche se la spada nascosta tra le sue penne può ferirvi.
E quando esso vi parla, credetegli,
Anche se la sua voce può infrangere i vostri sogni
come il vento del nord quando devasta il vostro giardino.
Poiché come l’amore v’incorona, così vi crocifigge.
E’ ugualmente pronto sia a farvi fiorire che a potarvi.
[…]
Tutte queste cose saprà compiere l’amore per voi, di
modo che voi possiate conoscere i segreti del vostro cuore e
in questa conoscenza farvi frammento del cuore della Vita.
[…]
L’amore non dona che se stesso e nulla prende se non da
se stesso.
L’amore non possiede né vorrebbe essere posseduto;
Poiché l’amore basta all’amore.
[…]
E non pensate di poter voi condurre l’amore, poiché è
l’amore che, se vi trova degni, condurrà voi.
L’amore non ha altro desiserio che di appagare se stesso.
[…]

Gibran Kahlil Gibran

Le emozioni

L’aspetto delle cose varia secondo le emozioni, e così noi vediamo magia e bellezza in loro: ma bellezza e magia, in realtà, sono in noi.

Kahlil Gibran

Bellezza

Queste sono le emozioni che devono sorgere al contatto di ciò che è il bello
sensibile: lo stupore, la meraviglia gioiosa, il desiderio, l’amore, e lo
spavento accompagnato da piacere. Ma è possibile provare queste emozioni – e
l’anima infatti le prova – anche riguardo alle cose invisibili; ogni anima, per
così dire, le prova, ma specialmente quella che ne è innamorata.

Plotino

Giuseppe e poi Beatrice

PADRI SENZA FIGLI…
Cercare, l’odore in un lembo
di sabbia marina.
Come un cane, annusare –
ricercare la tua essenza.
La tua polvere di pelle
Lasciata sui ciottoli- in questa
estate! riversarmi su di essa, come
elefante in una pozza d’acqua-fango.
Rotolarmi, come magnete, attrarre tutta la tua
polvere di pelle.
Rivestirmi, della tua, della nostra!
Addormentandomi su quei ciottoli colmi –
abbracciandoli. Fiore estirpatomi –
campo io, senza più linfa.

Giuseppe Maiorana

…Vorrei dedicare a tutti una delle più belle poesie di Martha Medeiros, che a mio giudizio è in tema con la riflesisone proposta:

“Lentamente Muore”

“Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni
giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marcia, chi non rischia e cambia colore dei vestiti,
chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,
chi preferisce il nero su bianco e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni,
proprio quelle che fanno brillare gli occhi,
quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,
quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti.

Lentamente muore chi non capovolge il tavolo,
chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza, per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai
consigli sensati. Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in se stesso.
Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare;
chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli
chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.
Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità”.

Con affetto, Bea

sono la notte in mezzo alle stelle

Sono la notte in mezzo alle stelle
lasciami sognare e sarò presente
Cambierà il mio rapporto con il tempo
cambierà il mio essere al mondo
che scorra seguendo il mio temperamento
che sono pensieri e sogni
in mutamento

Sogni d’oro a tutti Voi, cari amici

Gabriele

Nella profondità della notte

Mi sveglio nella notte e le emozioni sono lì. Ho paura del fututo, sono solo.
Mi tormenta l’incapacità di rispondere a quello che ci si aspetta da me.
Sarebbe più facile essere morto. Qualsiasi cosa io faccia, dovunque mi volga, è
sbagliato. I pensieri notturni mi assalgono. Seduti, sul bordo del mio letto,
mi riempiono la testa di critiche taglienti e il cuore di disperazione. Mi
agito e mi rivolto nel letto, oppure giaccio irrigidito e sbeglio implorando la
quiete ed il sonno. Come dèmoni dalle neri ali, le emozioni vengono nella notte
per alcune ore. Le chiamano insonnia, depressioni, incubi. Ma il linguaggio non
fa che mascherare il volto delle emozioni che sono visitazioni da un altro
mondo, il mondo infero, che mi rammentano Ade. Non mi staranno forse chiedendo,
queste emozioni, di rendere omaggio per qualche ora a quel Dio così importante,
invisibile nel mondo diurno, i cui interventi avvengono nelle tenebre,
attraverso l’oscurità e che è alleato di hypnos e di thamatos, e che,  se
riconosciuto, svuota la vita dei suoi programmi consueti, offrendole in cambio
la forza, la pienezza e la bellezza di uno sfondo invisibile?
James Hillman

Bellezza e magia

L’aspetto delle cose varia secondo le emozioni,
e così noi vediamo magia e bellezza in loro:
ma bellezza e magia, in realtà, sono in noi.

Gibran

Inconscio e Magia – Psiche: “Movimenti della gelosia”

Carissimi, domani 28 marzo su Rai 2 alle ore 6:15 circa andrà in onda la quarta ed ultima puntata speciale del ciclo di Inconscio e Magia – Psiche dedicato alla gelosia. Come sempre citazioni, contributi cinematografici e uno spazio dedicato alle lettere e alle liriche del pubblico.
Vi lascio con le parole di Thomas Moore, filosofo, teologo, musicologo e psicoterapeuta statunitense:

Una profonda attenzione alle emozioni, alle fantasie e ai movimenti della gelosia, potrebbe portarci ancora più addentro alle bizzarrie e agli enigmi dell’anima e, infine, alle radici dell’amore umano. Il nostro linguaggio, la poesia, i film, le canzoni, tutto fa pensare che l’amore sia sempre oltre umano. In termini platonici, l’amore è una follia, un oltrepassare da parte dell’anima i confini umani, per giungere là dove essa trova, sia pure con difficoltà, il dio di cui serba la nostalgia.

Sempre su “Sogni”

Prendete con tutto di voi stessi queste parole di Marina:

…come il sogno del mondo…e come il sogno dell’artista che ispirato dal lei, musa, immortala le sue emozioni ed i suoi sentimenti in questo fermo immagine.
Ah, le muse, presenti sempre ad ogni iniziazione…

Giovanni Gocci, “Comunicazione e cambiamento”

gocci-copertina-comunicazione-e-cambiamentoIl linguaggio rappresenta la più grande conquista dell’uomo, e come esprime Paul Watzlawick: «la comunicazione è una conditio sine qua non della vita umana e dell’ordinamento sociale». Da questo postulato prende avvio il pregiato saggio del Professor Giovanni Gocci, Psicoterapeuta e Psicologo analitico, Direttore della Scuola di Psicoterapia psicosintetica ed Ipnosi Ericksoniana “H. Bernheim” di San Martino Buon Albergo (Verona), saggista e poeta.

Comunicare significa “mettere in comune o scambiare informazioni”. L’intento di quest’opera è quello di evidenziare il valore della comunicazione e il suo percorso dalla produzione del linguaggio fino all’aspetto interattivo e relazionale. La comunicazione viene indagata in ogni elemento che la compone e la influenza, personalizzandola. Numerosi sono i fattori che interagiscono e determinano una pluralità della comunicazione: cultura di appartenenza, gruppo, idiomi, epoca storica, mass-media, etc. Non esiste la non comunicazione: persino i silenzi o l’inattività possiedono un valore di messaggio. Altrettanto importante è l’individuo stesso con le sue caratteristiche di personalità: tipo psicologico (introverso-estroverso) e funzioni della coscienza (pensiero, sentimento, intuizione, sensazione).

La comunicazione si concretizza, pertanto, attraverso il linguaggio, l’espressione delle emozioni e la comunicazione non verbale: i movimenti del corpo, i fenomeni paralinguali, gli artefatti e, ad esempio, le arti, come la danza, la musica, il mimo, il disegno, la pittura, l’architettura, la scultura, perché in esse “compaiono atteggiamenti quali la rappresentazione e l’imitazione”. Come chiarisce l’autore stesso: «Esse sottendono a quei segnali del corpo che sono manifestazioni comportamentali ben più arcaiche, in grado di comunicare emozioni e sentimenti e che probabilmente avviarono lo sviluppo del linguaggio simbolico umano. Si può a tutt’oggi osservare come l’espressione simbolica di un significato costituisca una comunicazione assai più potente rispetto alla comunicazione esclusivamente verbale.»

L’autore tende, inoltre, a sottolineare come la comunicazione rappresenti una risorsa personale, e insieme collettiva, una competenza che può essere continuamente affinata, in grado di aumentare l’autostima e di far conseguire una maggiore consapevolezza di sé stessi e degli altri. L’acquisizione di una corretta e consapevole comunicazione, intesa come l’insieme di competenze verbali e non verbali, di un vero e proprio stile comunicativo, viene, pertanto, a facilitare e migliorare la qualità delle relazioni umane fra partner, familiari o di gruppo.

Giovanni Gocci, Comunicazione e cambiamento, Edizioni Goliardiche, Trieste, 2005.

 

Dello stesso autore: Incontro con la fiaba. Gli insegnamenti dei racconti che curano

Nell’Interiorità di Anima — “Bellezza”

Queste sono le emozioni che devono sorgere al contatto di ciò che è il bello sensibile: lo stupore, la meraviglia gioiosa, il desiderio, l’amore, e lo spavento accompagnato da piacere. Ma è possibile provare queste emozioni – e l’anima infatti le prova – anche riguardo alle cose invisibili; ogni anima, per così dire, le prova, ma specialmente quella che ne è innamorata.

Plotino, Enneadi, I 6, 4, citato in Gabriele La Porta, Dizionario dell’Inconscio e della Magia, Sperling & Kupfer, 2008.

Sottovoce

Questa lirica di struggimenti e nostalgie di Alfonso Gatto, scritta nel 1949, la presenterò nella mia trasmissione “Inconscio e Magia – Psiche”, in onda questa notte intorno alle 2:15 circa su Rai 2. Sarei felice di condividere insieme a tutti voi le nostre/vostre emozioni perché sono convinto che la Poesia ci permetta di penetrare spazi interiori comuni in uno scambio continuo che rappresenta ilFare Anima”.

Una sera di nuvole, di freddo
e di luce che spiega ad altro il senso
della mia vita, questo vago accordo
di memorie in sordina, sottovoce
di me, di te, poveramente assorti.

Si resta a volte soli nella veglia
di un racconto sospeso, allora soli,
ignoti l’uno all’altro, ed ora uniti
dal ricordo che un nulla ci divise.

Il rammarico punge, se mi dici:
«bastava che quel giorno…», ti sorrido
con la mesta sfiducia di sapere
che mai giunsi per tempo, che geloso
di te, del tuo passato, almeno vedo
il tuo sguardo d’amore al primo incontro.

Ma forse è giusto credere che allora
tu m’avresti perduto:
come un ragazzo che si lascia indietro
nella paura d’essere felice.