Inno all’Amore

Se parlassi le lingue degli uomini
e anche quelle degli angeli,
ma non avessi l’Amore,
sarei come un bronzo che risuona
o un cembalo che tintinna.

E se anche avessi il dono della profezia
e conoscessi tutti i misteri,
se possedessi tutta la scienza
e una fede così forte da trasportare le montagne,
ma non avessi l’Amore, non sarei nulla.

E se anche distribuissi tutti i miei averi ai poveri
e dessi il mio corpo per esser bruciato,
ma non avessi l’Amore, non mi servirebbe a nulla.

L’Amore è paziente e generoso.

L’Amore non è invidioso, non si vanta, non si gonfia d’orgoglio.

L’Amore è rispettoso,
non cerca il proprio interesse,
non cede alla collera, dimentica i torti.

L’Amore non gode dell’ingiustizia, la verità è il suo fine e la sua gioia.

L’Amore tutto scusa, di tutti ha fiducia, tutto sopporta, mai perde la speranza.

L’Amore non avrà mai fine.
Le profezie scompariranno; il dono delle lingue cesserà e la scienza svanirà.
La scienza è imperfetta, la profezia limitata,
ma verrà ciò che è perfetto ed esse scompariranno.

Tre sole cose dunque rimangono:
la fede, la speranza e l’Amore.
Ma più grande di tutte è l’Amore.”

Paolo di Tarso – Inno all’Amore

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Alicante

Un’arancia sul tavolo
Il tuo vestito sul tappeto
E nel mio letto, tu
Dolce dono del presente
Frescura della notte
Calore della mia vita.

Jacques Prévert

A Gesù Bambino

La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te, Santo Bambino!
Tu, Re dell’universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
Gesù, fa’ ch’io sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.
Fa’ che il tuo dono
s’accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,
nel Tuo nome.

Umberto Saba

A Gesù Bambino

 La notte è scesa
e brilla la cometa
che ha segnato il cammino.
Sono davanti a Te, Santo Bambino!
Tu, Re dell’universo,
ci hai insegnato
che tutte le creature sono uguali,
che le distingue solo la bontà,
tesoro immenso,
dato al povero e al ricco.
Gesù, fa’ ch’io sia buono,
che in cuore non abbia che dolcezza.
Fa’ che il tuo dono
s’accresca in me ogni giorno
e intorno lo diffonda,
nel Tuo nome.

Umberto Saba

 

“CRAZY CONDOMINIO”

Carissimi, oggi vi propongo un post particolare. È un lungo intervento di Marina. Merita. È un saggio sulle nevrosi quotidiane di chi non conosce l’arte del Dono (di cui Marina è esperta).

CRAZY CONDOMINIO. (I nomi delle persone sono di fantasia.)

Da circa quindici anni vivo qui, in un condominio della Roma “bene”: buongiorno buongiorno, buonasera buonasera, ciao ciao, cagnolini e cagnoloni al guinzaglio, macchinoni, sacche da golf, stuoli di filippini, rapporti formali…ma da un po’ di tempo qualcosa è cambiato…

Non so cosa mi sia successo perché, improvvisamente, la gente vedendomi si ferma, anzi spesso mi rincorre, ed io sono diventata una sorta di REFUGIUM PECCATORUM.

Io sono lì, in perfetta solitudine, anzi in perfetta compagnia del libro che mi ha sorteggiato, che aspetto il pulmino del trasporto scolastico che riaccompagnerà mia figlia Nanna…e non riesco a leggere! Anzi non mi fanno leggere perché si fermano e parlano, parlano, parlano…ed io che credevo di avere una famiglia, come dire, bizzarra?, mi riscatto e capisco che le mie figlie mi hanno salvato. Da cosa? Ma dall’avere una cosidetta “famiglia normale”.

Prendi AMALIA,

leggevo L’arte di Farsi Rispettare di Shopenhauer, quando lei vedendomi, credo come un’apparizione, ferma accanto al cancello ha attaccato:

“Ciao Marina, non sai quanto mi faccia piacere incontrarti e non sai quante volte avrei voluto venire a trovarti. Tu che sei un mito, con la tua situazione sei una grande, ma come fai? e no perché io non ce la farei, ne sono certa…ma poi parlo prorpio io con la famiglia che mi ritrovo. Mia sorella e mia madre sono fuori di testa, ogni volta che ci incontriamo ci prendiamo a botte e mio padre, che mi ha comperato un appartamento qui vicino, perché tu sai che io sono in affitto qui? e non sai quanto lo ha pagato questo appartamento, una follia!, è un medico affermato, non so se te lo avevo detto…comunque, anche lui è un altro sciroccato, siamo una famiglia di matti, pensa che l’altro giorno sono passata a casa sua per salutarlo e mi ha apeto la porta un travestito, sono entrata e ne ho trovati altri tre. Ma ti rendio conto?…………… Va be, dai, ti saluto, magari un giorno vengo a trovarti se ti fa piacere e scusa sai, scusa….”

(Ma scusa di che? Mica l’ho capito?)

Prendi VALERIA,

Leggendo Vent’anni dopo di Dumas…

“Ah Marì, che stai a fa’ qui? (neanche il tempo di risponderle) Ah, stai aspettà Arianna, certo che pure tu fijetta mia stai a fa ‘na vita, sempre sola te vedo…Pure mi marito me l’ha detto: quella è na’ santa, la devono fa santa!

Ma che te credi Marì, pure io nun ce la faccio più, nun ce la faccio più, Nun è tutto oro quello che luccica! Me sà tanto che un giorno de questi ammazzo quarcuno… Ma nun me senti urlà dentro casa? Lo so io quello che passo tutti i giorni…eheheh, ma tanto adesso che mio figlio è grande io alla vita mia nun ce rinucio più: a parte che tra due mesi me ne vado pe’ du’ mesi in Sud America. Lo sapevi che mi’ fratello c’ha ‘na villa là? (non ho il tempo di fiatare) Tutta n’artra vita là, ah Marì!!! Qua tocca che ce svejamo tutte e due io e te, che la vita passa…. Tutta n’artra cosa e poi tu già ce lo sai che io l’estate me ne vado quattro mesi ar mare a lavorà e così non devo vedè tutti i giorni mi’ marito…che per carità, je vojo bene, ma nun je la faccio più, me ne devo annà me devo ripijà la vita mia, solo che poi me vengono i sensi de corpa nei suoi riguardi e allo stesso tempo me dico pure: ma come faccio io a campà se lo lascio a questo? (Il marito è costruttore).”

“Ma scusa non hai una casa al mare ed un lavoro?”

“E lo so….però sai te vojo fa ‘na confidenza: a volte penso che Francesco se lo lascio muore e dico ar Padre Eterno: Signore, è come se me sentissi che Francesco potrebbe morì…perdoname Dio mio ma se così fosse, per me sarebbe una vera liberazione….. Va be va’, te sto a stressà, scusa sai, scusa.”

(Ma scusa de che? Mica l’ho capito.)

Prendi FRANCESCO (marito di Valeria).

Leggendo Cent’anni di Solitudine di Marquez….

Ciao Marina, come stai?

-Bene…

Certo che io e te stiamo sempre soli…però, pure tu qualche errore nella vita lo avrai fatto. Te sei scelta gli uomini sbagliati. Va be’ che pure io…te lo dico in confidenza: guarda che a mia moglie di me non gliene frega niente. Che te credi?

-Niente, non credo niente….(veramente tua moglie ti vorrebbe vedere morto…ogni sera, come un mantra, si raccomanda a Dio Padre)

Va bene, scusa sai, scusa….”

(Ma scusa di che? Mica l’ho capito?)

Prendi PAOLO,

Leggendo Il corpo e l’anima di Krenheider.

Buongiorno Signora,

legge? Bella Giornata oggi. Aspetta la piccola vero? Guardi volevo dirle che la stimo tantissimo e che le sue ragazze sono bellissime, come la mamma…. (e ti pareva, va be!). Sa, domani mi opero, è già la seconda volta, mi vengono dei melanomi, sa i tumori maligni della pelle?…ma io sono un positivo e supero tutto alla fine. Pensi che lavoro in un ufficio postale. Mi conceda l’espressione: ambiente di merda, con la M maiuscola. Ma perché il mondo è così? Ma poi, non creda, ogni famiglia ha la sua…pensi che mia moglie dieci anni fa ha dichiarato fallimento, con tutte le conseguenze che un azione fallimentare porta….tutti ci hanno voltato le spalle: mia madre, fra l’altro è una iena, mio padre è morto, i fratelli è come se non ci fossero e la famiglia di mia moglie ci si è scagliata contro. E poi, devo farle una confidenza: mio figlio sta convivendo in casa nostra con il suo compagno…. Comunque, signora, mi scusi tanto sa, mi scusi…”

Fermiamoci qui….ci sarebbe di peggio…tipo le frustate col guinzaglio ai cani e le botte alla neosposa di cinquant’anni (come se io mi dovessi sposare fra qualche anno per prendere le botte! A cinquant’anni ci si sposa per amore, PAOLA!)

Comnque , ritornando al ritornello “Mi scusi”…Ma niente niente la gente mi viene a raccontare le cose più assurde perché si sente in colpa nei mei riguardi perché io sono madre di due ragazze autistiche?

Ciao ciao. Siamo tutti matti!

CRAZY CONDOMINIO. (I nomi delle persone sono di fantasia.)

Da circa quindici anni vivo qui, in un condominio della Roma “bene”: buongiorno buongiorno, buonasera buonasera, ciao ciao, cagnolini e cagnoloni al guinzaglio, macchinoni, sacche da golf, stuoli di filippini, rapporti formali…ma da un po’ di tempo qualcosa è cambiato…

Non so cosa mi sia successo perché, improvvisamente, la gente vedendomi si ferma, anzi spesso mi rincorre, ed io sono diventata una sorta di REFUGIUM PECCATORUM.

Io sono lì, in perfetta solitudine, anzi in perfetta compagnia del libro che mi ha sorteggiato, che aspetto il pulmino del trasporto scolastico che riaccompagnerà mia figlia Nanna…e non riesco a leggere! Anzi non mi fanno leggere perché si fermano e parlano, parlano, parlano…ed io che credevo di avere una famiglia, come dire, bizzarra?, mi riscatto e capisco che le mie figlie mi hanno salvato. Da cosa? Ma dall’avere una cosidetta “famiglia normale”.

Prendi AMALIA,

leggevo L’arte di Farsi Rispettare di Shopenhauer, quando lei vedendomi, credo come un’apparizione, ferma accanto al cancello ha attaccato:

“Ciao Marina, non sai quanto mi faccia piacere incontrarti e non sai quante volte avrei voluto venire a trovarti. Tu che sei un mito, con la tua situazione sei una grande, ma come fai? e no perché io non ce la farei, ne sono certa…ma poi parlo prorpio io con la famiglia che mi ritrovo. Mia sorella e mia madre sono fuori di testa, ogni volta che ci incontriamo ci prendiamo a botte e mio padre, che mi ha comperato un appartamento qui vicino, perché tu sai che io sono in affitto qui? e non sai quanto lo ha pagato questo appartamento, una follia!, è un medico affermato, non so se te lo avevo detto…comunque, anche lui è un altro sciroccato, siamo una famiglia di matti, pensa che l’altro giorno sono passata a casa sua per salutarlo e mi ha apeto la porta un travestito, sono entrata e ne ho trovati altri tre. Ma ti rendio conto?…………… Va be, dai, ti saluto, magari un giorno vengo a trovarti se ti fa piacere e scusa sai, scusa….”

(Ma scusa di che? Mica l’ho capito?)

Prendi VALERIA,

Leggendo Vent’anni dopo di Dumas…

“Ah Marì, che stai a fa’ qui? (neanche il tempo di risponderle) Ah, stai aspettà Arianna, certo che pure tu fijetta mia stai a fa ‘na vita, sempre sola te vedo…Pure mi marito me l’ha detto: quella è na’ santa, la devono fa santa!

Ma che te credi Marì, pure io nun ce la faccio più, nun ce la faccio più, Nun è tutto oro quello che luccica! Me sà tanto che un giorno de questi ammazzo quarcuno… Ma nun me senti urlà dentro casa? Lo so io quello che passo tutti i giorni…eheheh, ma tanto adesso che mio figlio è grande io alla vita mia nun ce rinucio più: a parte che tra due mesi me ne vado pe’ du’ mesi in Sud America. Lo sapevi che mi’ fratello c’ha ‘na villa là? (non ho il tempo di fiatare) Tutta n’artra vita là, ah Marì!!! Qua tocca che ce svejamo tutte e due io e te, che la vita passa…. Tutta n’artra cosa e poi tu già ce lo sai che io l’estate me ne vado quattro mesi ar mare a lavorà e così non devo vedè tutti i giorni mi’ marito…che per carità, je vojo bene, ma nun je la faccio più, me ne devo annà me devo ripijà la vita mia, solo che poi me vengono i sensi de corpa nei suoi riguardi e allo stesso tempo me dico pure: ma come faccio io a campà se lo lascio a questo? (Il marito è costruttore).”

“Ma scusa non hai una casa al mare ed un lavoro?”

“E lo so….però sai te vojo fa ‘na confidenza: a volte penso che Francesco se lo lascio muore e dico ar Padre Eterno: Signore, è come se me sentissi che Francesco potrebbe morì…perdoname Dio mio ma se così fosse, per me sarebbe una vera liberazione….. Va be va’, te sto a stressà, scusa sai, scusa.”

(Ma scusa de che? Mica l’ho capito.)

Prendi FRANCESCO (marito di Valeria).

Leggendo Cent’anni di Solitudine di Marquez….

Ciao Marina, come stai?

-Bene…

Certo che io e te stiamo sempre soli…però, pure tu qualche errore nella vita lo avrai fatto. Te sei scelta gli uomini sbagliati. Va be’ che pure io…te lo dico in confidenza: guarda che a mia moglie di me non gliene frega niente. Che te credi?

-Niente, non credo niente….(veramente tua moglie ti vorrebbe vedere morto…ogni sera, come un mantra, si raccomanda a Dio Padre)

Va bene, scusa sai, scusa….”

(Ma scusa di che? Mica l’ho capito?)

Prendi PAOLO,

Leggendo Il corpo e l’anima di Krenheider.

Buongiorno Signora,

legge? Bella Giornata oggi. Aspetta la piccola vero? Guardi volevo dirle che la stimo tantissimo e che le sue ragazze sono bellissime, come la mamma…. (e ti pareva, va be!). Sa, domani mi opero, è già la seconda volta, mi vengono dei melanomi, sa i tumori maligni della pelle?…ma io sono un positivo e supero tutto alla fine. Pensi che lavoro in un ufficio postale. Mi conceda l’espressione: ambiente di merda, con la M maiuscola. Ma perché il mondo è così? Ma poi, non creda, ogni famiglia ha la sua…pensi che mia moglie dieci anni fa ha dichiarato fallimento, con tutte le conseguenze che un azione fallimentare porta….tutti ci hanno voltato le spalle: mia madre, fra l’altro è una iena, mio padre è morto, i fratelli è come se non ci fossero e la famiglia di mia moglie ci si è scagliata contro. E poi, devo farle una confidenza: mio figlio sta convivendo in casa nostra con il suo compagno…. Comunque, signora, mi scusi tanto sa, mi scusi…”

Fermiamoci qui….ci sarebbe di peggio…tipo le frustate col guinzaglio ai cani e le botte alla neosposa di cinquant’anni (come se io mi dovessi sposare fra qualche anno per prendere le botte! A cinquant’anni ci si sposa per amore, PAOLA!)

Comnque , ritornando al ritornello “Mi scusi”…Ma niente niente la gente mi viene a raccontare le cose più assurde perché si sente in colpa nei mei riguardi perché io sono madre di due ragazze autistiche?

Ciao ciao. Siamo tutti matti!

Un aspetto della fede

Carissimi, nel suo intervento dell’8 settembre dentro il nostro Temenos, Marco ha usato parole avviluppanti.

E’ giusto che le leggiamo tutti. Soprattutto, fate attenzione  alle ultime due righe.

Sono speranza pura:

“Un aspetto della Fede forse è proprio quello di sentirsi amati a prescindere dagli eventi dolorosi della vita…ci vorrebbe un nuovo sguardo con cui amare ciò che è vecchio….il tuo, gabriele, è uno sguardo di amico sempre pronto a soccorrere chi ti è vicino…ciò è meraviglioso…

Arriverà spero un girotondo per l’amore , dove non ci siano vanità, giudizi, ma solo sguardi sorridenti di amanti persi nel sogno di una nuova comune sensibilità per la magia del donarsi la vita…..”

A proposito di regali…

Chi è il cappellaio matto?

E cosa ha da dirci, in tutti questi anni?

Che dono ci ha fatto?

Nell’Interiorità di Anima — “Conoscenza dell’amore”

Conoscenza dell’amore

Esistono studi ponderosi che assorbon del tutto la mente

dei loro cultori – che sono infecondi sgobboni:

ma chi li ha visti, i frutti di tante pesanti fatiche?

L’amore invece, che occhi di donna han dapprima ispirato,

non vive di se stesso, murato nel nostro cervello,

ma nobile e fluido, al pari di ogni altro elemento vitale,

invade, rapido come il pensiero, le facoltà umane,

e di ciascuna raddoppia la forza e il vigore,

mentre trascende ed esalta la loro funzione.

L’amore fa dono a chi ama di un occhio sì acuto

che un occhio d’aquila n’è abbacinato, se prova a fissarlo.

[…] E quando è l’Amore a parlare, gli Dei gli rispondono in coro,

e tutto il cielo s’inebria a cotanta armonia.

Nessun poeta osa mai metter mano alla penna,

senza aver prima stemperato l’inchiostro in lacrime d’amore.

Solo così conquista il poeta le orecchie dei barbari,

solo così riesce a ammansire un crudele tiranno.

Questa teoria io l’attingo dagli occhi delle donne:

son essi a custodire, da sempre, il fuoco di Prometeo.

Son essi i libri, le arti, le scienze di un’accademia

che spiega, comprende e alimenta ogni umana realtà.

Senza di essi, nessuno avrà mai creato qualcosa di eterno.

William Shakespeare, Pene d’amor perdute, IV, 1 (IV, 3) vv. 323-333, 343-353, Mondadori, 1993, pagg. 133-135