La mente del Don Giovanni e il teatro dell’assurdo (gli amici folli, hanno sempre il benvenuto…)

 

Locandina Don giovanni

 “La mente di Don Giovanni”

Come suggerisce il titolo stesso, il protagonista di questa commedia, messa in scena  da L’Allegra Compagnia Degli Assurdi, non è Don Giovanni, bensì la sua mente; che nella fattispecie è incarnata dal suo astutissimo servo, Stringichiappa: un vero ingegnere della truffa e della burla, in grado di ordire diaboliche trame ed architettare complessi inganni con estrema facilità.
Don Giovanni si serve di lui e delle sue trovate geniali per riuscire a soddisfare le proprie smanie di donnaiolo e seduttore instancabile.

L’introduzione di questa singolare “promozione del servo” contribuisce a rendere gli intrecci molto più avvincenti, complessi e vivaci rispetto a quelli messi in scena nelle molteplici “reincarnazioni” del libertino spagnolo, susseguitesi nel corso dei secoli (pur nel rispetto di tutti gli altri elementi fondamentali del filone in cui si inserisce: il famoso elenco delle donne conquistate da Don Giovanni, la sua “condanna” a perpetrare in eterno il ciclo “seduzione-abbandono” e la sua punizione per mano del celebre convitato di pietra).
Come nei più illustri precedenti (Tirso de Molina, Molière, Da Ponte/Mozart), anche qui i personaggi – ad eccezione di Stringichiappa – sono tipologici ed estremamente schematici, privi di una minima individualità o complessità psicologica (troppo creduloni o condizionabili per essere reali); ciò conferisce alla commedia un’atmosfera di voluta “leggerezza” e divertente superficialità.

 

Note di regia… ovviamente assurde

Se fosse un animale, questo Don Giovanni che animale sarebbe?

Proboscidato?

L’epoca di ambientazione è in linea con quella delle più illustri opere?

Non so a quali “più illustri opere” fa riferimento… Questa domanda è palesemente provocatoria. Dal punto di vista dell’illustrismo apparteniamo decisamente al futuro, dal punto di vista del lustrismo al presente, se ci riferiamo a un ambito più prettamente storicistico, poiché viviamo in epoca post-storica, possiamo fare riferimento soltanto al passato. A me personalmente piace l’epoca di Tutmosis Terzo, ma se lei preferisce i Babilonesi o i Protoincaici possimo scrivere così.

Se invece de “La mente” del Don Giovanni, ne fosse il lamento? Ammesso che abbia motivo di lamentarsi…

In effetti, la mente di Don Giovanni non è Don Giovanni, per cui a lamentarsi non è lui, ma al limite la mente altra da lui. Don Giovanni infatti non ha motivo ma neanche modo di lamentarsi. Essendo puro ente desiderante e destinato per questo all’eterna insoddisfazione, pena la scomparsa come tale entità-identità, Don Giovanni potrebbe forse in un movimento introiettivo di autocoscienza lamentarsi di questa insoddisfazione, ma per questa coscienza dovrebbe avere una mente che non può avere (de facto usa quella del servo che infatti rompe sempre l’anima coi lamenti)

Se è per questo c’è anche la menta di Don Giovanni, ma non piaceva il verde per cui meglio la mente. E poi la menta è decisamente in calo di ascolti. Al limite il chinotto

Don Giovanni per scelta o per scelta d’altri?

Non lo so in quel momento ero in bagno

Quali personaggi ruotano intorno a questa figura? Ne abbiamo mai sentito parlare?

Se vuole insinuare un parallelismo tra Don Giovanni e il Motore Immobile faccia pure, comunque è tutto sulle pagine gialle

Scelte del cast, sviluppi in corso d’opera, il manichino ed il lavoro svolto con lui insieme a Claudia, la nonna e la nipote … questi del punto 7 più che domande sono spunti per eventuali elementi/argomenti da sviluppare nelle note di regia

Ritenta sarai più fortunato

Chi siamo noi e chi sono i personaggi coinvolti nella messa in scena?

Non sono autorizzato a rivelare l’identità dei personaggi coinvolti in questo vero e proprio atto criminale contro il teatro. E poi le grandi domande chi siamo dove andiamo che cosa ci facciamo qui presuppongono l’abuso di sostanze illecite.

Le domande senza risposta

– Perchè? – Ma ne è sicuro?- E’ consapevole che sta buttando nel cesso la sua reputazione?- Di che colore sono i capelli biondi di Don Giovanni?- Se la mente di Don Giovanni è Stringichiappa, le chiappe che stringe Don Giovanni di chi sono?- Se fosse foco?- Se fosse poco?- Se fosse oco?- Un ultimo desiderio?

L’abbiamo vista spesso in teatro (e non solo) nelle vesti d’attore. Ora assistiamo per la prima volta a una sua regia. In che ruolo si riconosce meglio? Ha già fatto altre regie in passato? E com’è stato assumere il ruolo di regista? Cosa pensa del rapporto regista- attore?

In effetti mi sembra di ricordare la sua faccia, lei era in teatro gli stessi giorni nel ruolo di Attore, ma anche a volte di Spettatore… Sì il personaggo dell’Attore mi piace molto, però a fare sempre lo stesso personaggio ci si annoia. Comunque mi hanno incastrato in questa cosa mentre ero ubriaco, una vera truffa, mi dicevano “dai, l’hai fatto tante volte.. e poi in questo spettacolo è pieno di donne” lì per lì dicevo “boh? ma quando mai?” e io dopo per eccesso di delicatezza ho fatto finto di nulla. Sul rapporto tra R. e A. non mi pronuncio, mi faccio gli affari miei. Comunque sono per la libertà. Ah per inciso le donne ho scoperto che erano dipinte. Facciamo un salto indietro: ci potrebbe dire come è partito questo progetto? La scelta dei ruoli? Lo sviluppo delle prove?

Senta lei non può dire “facciamo un salto indietro” e poi salto da solo, mi sono quasi spaccato la schiena! Che scherzi del cavolo.. come le dicevo mi hanno messo immezzo, il cast era già deciso, come il testo e il resto. A me avevano detto che era un musical su Ionesco con le musiche degli Electric Light Orchestra… Invece è la solita cosa assurda di Lodovico Bellè.

Questo Don Giovanni cosa ha di diverso? Cosa dovrebbe spingere la gente a vederlo?

Non saprei che ha di diverso, sicuramente non è verde. Riguardo la seconda domanda, penso che un buon bastone sia un argomento più che convincente.

Rapporto autore- regista? Testo- Regia? Cosa pensa in merito?

Non amo il gossip, comunque non mi piacciono le ammucchiate.

Un gruppo di persone provenienti da percorsi di vita diversi, formazioni artistiche differenti, uniti e accomunati dal filone assurdialogico a cui abbiamo potuto assistere in tutti i luoghi anche i più disparati e non convenzionali teatri… Ma cos’è che in voi fa la differenza? Siete davvero così assurdi o è solo apparenza?

Direi che la cosa veramente assurda è che ancora riusciamo a lavorare gratis senza sputarci in faccia.

Abbiamo notato la new entry nei panni di Luca… E qualche volto in meno che ci aspettavamo di vedere…. C’è un ricambio continuo nella vostra compagnia?

Ah l’ha notato? Io per capire che un attore era un manichino ci ho messo un mese… pensavo che non rispondeva perché era stronzo.

Qual’è il messaggio di questo spettacolo? Voglio dire.. Perché raccontare questa storia?

No si sbaglia non era un “messaggio”, era un “massaggio”, era una idea pubblicitaria da paura abbinare un buono per il centro estetico cinese al biglietto dello spettacolo. Poi il centro estetico l’hanno chiuso con la solita scusa dello sfruttamento. Per me è razzismo. Non lo so perché Lodovico Bellè dopo aver scritto questa commedia ha sentito il bisogno di divulgarla anziché darla alle fiamme… Forse perché ogni autentica mente criminale sente il narcisistico irresistibile bisogno di far conoscere le proprie gesta, con la recondita speranza di farsi scoprire.

La scelta del manichino, delle canzoni, delle coreografie..Erano elementi presenti già nella scrittura del testo?

Guardi, sarò sincero, ero totalmente a corto di idee, e ho riciclato il materiale di un altro spettacolo. Infatti non c’entrano una sega.

Cosa pensa del sistema che regola i grandi teatri, le compagnie stabili e delle condizioni in cui si muovono le piccole compagnie?

Credo che il Turkmenistan sia ancora un bel posto per le produzioni artistiche indipendenti.

$In voi tutto è molto artigianale non avendo alle spalle grandi produzioni. Il risultato artistico ne è valorizzato? Valorizzato ‘sto cefalo! Datemi tre milioni di euro e poi vedi! Riguardo le produzioni alle spalle, più sono grosse più fanno male…

Perché fa teatro? Ha una missione o ambizione in questo ambito?

Che ne so, soldi, donne… macché è tutto un equivoco, io facevo il piastrellista a Civitavecchia, mi avevano detto “vieni a lavorare in teatro” e mi credevo che si trattasse di smontare dei pannelli di cartongesso. Invece guarda dove siamo andati a finire.

Progetti futuri?

Aprire uno smorzo in Turkmenistan.

ARRIVEDORCI

Olive dorci

L’Allegra Compagnia Degli Assurdi porterà in scena “La mente di Don Giovanni” di Lodovico Bellè, il 24 maggio (ore 21,00) e il 25 maggio (ore 18,00 e ore 21,00) al Teatro Abarico, in via dei Sabelli 116, Roma.

L’Allegra Compagnia Degli Assurdi è un gruppo teatrale romano, nato ufficialmente con la rappresentazione degli Assurdialoghi di Lodovico Bellè al teatro Manhattan di Roma, il 13 gennaio 2012… e da allora non si è più fermato!!

 

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Esce il 28 Novembre in Italia la pellicola Don Jon di Joseph Gordon-Levitt

Don Jon è un film indipendente scritto, diretto ed interpretato da Joseph Gordon-Levitt, al debutto dietro la macchina da presa in un lungometraggio.
Il titolo del film inizialmente era Don Jon’s Addiction (la dipendenza – da cyberporno – di Don Jon); con questo titolo infatti la pellicola viene presentata al Sundance Film Festival. Successivamente il regista annuncia tramite il suo account facebook che avrebbe cambiato il titolo in Don Jon con la seguente motivazione: “Ho deciso di cambiarlo principalmente perché così è corto e semplice, se mi conoscete sapete che sono un fan della brevità. Secondo, avevo l’impressione che il vecchio titolo facesse giungere certe persone a certe conclusioni troppo in fretta. Alcune persone credevano fosse un film sulla dipendenza dalla pornografia e dal sesso, ma non è così”.
In effetti con un po’ di impegno ci si trovano vari registri di lettura. La storia sembra ruotare attorno a un ragazzo con una vita regolare e rituale. La messa, la palestra, la discoteca, gli amici. Ma la sua più grande passione è il porno online e, diciamo, una certa tendenza alla promiscuità nella vita reale.
Varie pubblicazioni scientifiche concordano sul fatto che per alcune persone la fruizione di pornografia può raggiungere livelli di abuso pari a quelli riscontrati con l’alcool, altre droghe, il gioco d’azzardo patologico (le cosiddette “nuove dipendenze”). Le conseguenze indicate in letteratura sono similmente nefaste con alcune conseguenze specifiche quali sessualizzazione del partner, incapacità di innamoramento profondo e ripercussioni sulla coppia.
Le fantasie del Cyber-Porn addict, oltre a non essere condivise da altri, non sono neanche individuali (come nella masturbazione “reale”), perché la mente non è più libera di immaginare, è “passiva” in quanto la pornografia si appropria della fantasia (idealizzata) di queste persone, stereotipandole alle sue immagini.
Joseph Gordon-Levitt suggerisce anche l’ipotesi che in parallelo questo condizionamento possa avvenire nell’animo della protagonista femminile, preda nel film di variazioni sul tema della soap opera colorata o della narrazione romantica.
Belli i tempi in cui la psicoanalisi ha visto in Don Giovanni l’uomo che passa da una donna all’altra perché, in fondo, è sempre prigioniero del complesso di Edipo e quindi irrimediabilmente innamorato della madre. O quelli in cui Claudio Risé ribaltò queste interpretazioni postulando che il seduttore rappresenti da un lato la negazione del sentimento e dell’amore e dall’altro un aspetto d’ombra, oscuro e violento del maschile. Non è l’attaccamento alla madre che lo caratterizza, ma piuttosto il suo rifiuto di accettare le regole del padre.
In realtà uno sguardo ai dialoghi che avvengono nella famiglia di Don Jon alla luce di questa prospettiva potrebbe restituirci quello che resta dell’anacronismo.
Comunque dopo aver sminuzzato e sublimato con simpatica e celere leggerezza gli aspetti seriosi e difficili, il film se li lascia alle spalle, per veleggiare verso originali domande, una nucleare: cosa accadrebbe oggi a Don Giovanni se incontrasse prima internet e youporn e poi Scarlett Johansson nei panni di una “velina alla ricerca di una sorta di Jack Dawson da ammaestrare”. E poi alcuni quesiti sussurrati: quante di queste persone e sfaccettature esistono davvero in ciascuno di noi? Quanto siamo condizionati dai messaggi e dai “trucchi” della multimedialità, di cui forse non sempre decodifichiamo il valore simbolico, la pervasività e il senso?
Gli ingredienti sono attuali e discretamente stuzzicanti, la risposta è minimalista (anche nella voluta alessitimia dei dialoghi), ma tutto sommato a tratti divertente. Menzione speciale per il montaggio e la fotografia.
La pellicola è stata distribuita nelle sale cinematografiche statunitensi a partire dal 27 settembre 2013, mentre in Italia arriva il 28 novembre.

Massimo Lanzaro
tratto da Il Quorum.it
http://www.ilquorum.it/computer-sex-per-don-giovanni-2-0/

“Madamina, il catalogo è questo”

Eh! Consolatevi;
non siete voi, non foste, e non sarete
né la prima, né l’ultima. Guardate:
questo non picciol libro è tutto pieno
dei nomi di sue belle:
ogni villa, ogni borgo, ogni paese
è testimon di sue donnesche imprese.
Madamina, il catalogo è questo
Delle belle che amò il padron mio;
un catalogo egli è che ho fatt’io;
Osservate, leggete con me.
In Italia seicento e quaranta;
In Almagna duecento e trentuna;
Cento in Francia, in Turchia novantuna;
Ma in Ispagna son già mille e tre.
V’han fra queste contadine,
Cameriere, cittadine,
V’han contesse, baronesse,
Marchesine, principesse.
E v’han donne d’ogni grado,
D’ogni forma, d’ogni età.
Nella bionda egli ha l’usanza
Di lodar la gentilezza,
Nella bruna la costanza,
Nella bianca la dolcezza.
Vuol d’inverno la grassotta,
Vuol d’estate la magrotta;
È la grande maestosa,
La piccina è ognor vezzosa.
Delle vecchie fa conquista
Pel piacer di porle in lista;
Sua passion predominante
È la giovin principiante.
Non si picca – se sia ricca,
Se sia brutta, se sia bella;
Purché porti la gonnella,
Voi sapete quel che fa.
(Leporello)

Ascoltate le parole, invece, di Casanova:

il seduttore di professione, che fa del sedurre un progetto, è invece un uomo abominevole, sostanzialmente nemico dell’oggetto su cui ha posto gli occhi: è un vero criminale che, se possiede le qualità necessarie per sedurre, se ne rende indegno usandole per sedurre una donna.