La mancanza

La mancanza di qualcosa che si desidera è una parte indispensabile della felicità.
Bertrand Russell

Dolore

“Ogni atto che mi allontanava di lì era difficile, doloroso, assurdamente contro natura. Il dolore fisico provocato dall’interruzione violenta del desiderio è palpabile, reale, atroce, e si accompagna a una gran sofferenza psichica.”

A.G.Bartlett, Messaggeri dell’oscurità

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Quando i tuoi occhi incontrano la mia solitudine

Quando i tuoi occhi incontrano la mia solitudine
il silenzio diventa frutto
e il sonno tempesta
si socchiudono porte proibite
e l’acqua impara a soffrire.

Quando la mia solitudine incontra i tuoi occhi
il desiderio sale e si spande
a volte marea insolente
onda che corre senza fine
nettare che cola goccia a goccia
nettare più ardente che un tormento
inizio che non si compie mai.

Quando i tuoi occhi e la mia solitudine si incontrano
mi arrendo nuda come la pioggia
e nuda come un seno sognato
tenera come la vite che matura il sole
molteplice mi arrendo
finché nasca l’albero del tuo amore

Tanto alto e ribelle
Tanto alto e tanto mio
Freccia che ritorna all’arco
Palma azzurra piantata nelle mie nuvole
Cielo crescente che niente fermerà.

Joumana Haddad

Solo il tuo cuore ardente

 Solo il tuo cuore ardente
e niente più.
Il mio paradiso un campo
senza usignolo
nè lire,
con un fiume discreto
e una fontanella.Senza lo sprone del vento
… sopra le fronde
nè la stella che vuole
essere foglia.
Una grandissima luce
che fosse
lucciola
di un’altra,
in un campo di
sguardi viziosi.Un riposo chiaro
e là i nostri baci,
nei sonori
dell’eco,
si aprirebbero molto lontano.
Il tuo cuore ardente,
niente più.

DESIDERIO.(G.Lorca)

Gli ho chiesto….

Gli ho chiesto la forza
e Dio mi ha dato difficoltà per rendermi forte.
Gli ho chiesto la saggezza
e Dio mi ha dato problemi da risolvere.
Gli ho chiesto la prosperità
Gli ho chiesto il coraggio
e Dio mi ha dato pericoli da superare.
Gli ho chiesto l’Amore
e Dio mi ha affidato persone bisognose da aiutare.
Gli ho chiesto favori
e Dio mi ha dato opportunità.
Non ho ricevuto nulla di ciò che volevo
ma tutto quello di cui avevo bisogno.
La mia preghiera è stata ascoltata.

Antica poesia indiana

Io non respiro

Io non respiro più, nella tiepida aria d’estate,
i profumi del tuo corpo e dei tuoi capelli;
ma come una vampa segreta al fondo di un bruciore
il desiderio delle tue labbra è restato fra le mie labbra!

Antonio Machado

Nostalgia

 
Nazim Hikmet

Amore…

Amore! se potessimo, tu e io, con lui cospirare
per afferrare tutt’intero quest’infelice schema delle cose
non vorremmo forse frantumarlo – e poi
formarlo di nuovo, più simile al desiderio del cuore?

Omar Kayyam

(Ford Madox Brown, Romeo e Giulietta, 1870)

Torna

Ritorna ancora e prendimi,
amata sensazione, ritorna e prendimi,
quando si ridesta viva la memoria
del corpo, e l’antico desiderio di nuovo si versa nel sangue,
quando le labbra e la pelle ricordano, e la carne,
e le mani come se ancora toccassero.
Ritorna ancora e prendimi, la notte,
quando le labbra ricordano, e la carne…

Costantino Kavafis

Il Bene

“Il pensiero è questo: muoversi verso il Bene e desiderarlo”.

Plotino

A se stesso

Or poserai per sempre,
stanco mio cor. Perì l’inganno estremo
ch’eterno io mi credei. Perì. Ben sento,
in noi di cari inganni,
non che la speme, il desiderio è spento.
Posa per sempre. Assai
palpitasti. Non val cosa nessuna
i moti tuoi, nè di sospiri è degna
la terra. Amaro e noia
la vita, altro mai nulla; e fango è il mondo.
T’acqueta omai. Dispera
l’ultima volta. Al gener nostro il fato
non donò che il morire. Omai disprezza
te, la natura, il brutto
poter che, ascoso, a comun danno impera
e l’infinita vanità del tutto.

Giacomo Leopardi

Desiderio di vendetta

(Artemisia Gentileschi, Giuditta che decapita Oloferne, 1612-1613)

…sultano nella mia anima

Mentre l’occhio del sole governa la mia vista,
L’amore siede come un sultano nella mia anima.
Il suo esercito si è accampato nel mio cuore-
Passione e struggimento, afflizione e pena.
Quando il suo accampamento prese possesso di me
Gridai come se la fiamma del desiderio
Ardesse nelle mie viscere.
L’amore mi ha rubato il sonno, l’amore mi ha confuso,
L’amore mi uccide ingiustamente, e io sono inerme.
L’amore mi ha gravato di un peso superiore alle mie forze
Tanto che gli consegno un’anima senza corpo.

Ibn al-‘Arabi, citato in “Ti amo di due amori. Le più belle poesie della tradizione araba, persiana, turca ed ebraica”, scelte e introdotte da Bernard Lewis, Donzelli Editore, 2003.

Immaginazione creatrice

L’immaginazione è come il sole la cui luce non è tangibile ma che può incendiare la casa. L’immaginazione guida la vita dell’uomo. Se pensa al fuoco si sente nel fuoco, se pensa alla guerra farà la guerra. Tutto dipende soltanto dal desiderio dell’uomo di essere sole, cioé di essere totalmente ciò che vuole essere.

Paracelso

L'”uomo della passione”

L'”uomo della passione”, come potremmo chiamare l’uomo del nostro tempo, attende dall’amore qualche rivelazione su se stesso o sulla vita in generale, ultimo sentore della mistica primitiva, pallida reviviscenza dell’amore romantico con il suo corredo di imprevisti, di rischi eccitanti, di gioie languide e violente. E’ tutto l’orizzonte del possibile che si spalanca, un destino che si arrende al desiderio con le illusioni di libertà e di pienezza.

Umberto Galimberti

Eros

Classicamente Eros è stato differenziato in tre componenti o persone: himeros, desiderio fisico per l’immediatamente presente che va afferrato nell’eccitazione del momento; anteros, amore corrisposto; e photos , desiderio per l’irraggiungibile, l’inafferrabile, l’incomprensibile, quella idealizzazione che si accompagna a ogni amore, sempre al di là di ogni conquista.

James Hillman

Afrodite

La sua magia risvegliava un desiderio languido in tutti gli esseri che sfiorava. Gioiosamente li invitava a unirsi in coppia.

Ginette Paris

Ricerca dell’Anima

Per lo più conduciamo una vita inautentica e teniamo nascosta la nostra vera natura, ci sentiamo stranieri in una terra ignota, turbati e confusi, ben lontani da come dovremmo essere. Poiché non siamo coscienti di che cosa ci manca veramente, coltiviamo la patetica speranza che il nostro vuoto possa essere colmato da un lavoro migliore, un’auto più prestigiosa o dalla persona giusta da amare. La dolorosa inquietudine che avvertiamo nasce dall’aver trascurato l’anima,, che stiamo ardentemente cercando senza nemmeno esserne consapevoli, perché è l’elemento mancante che ci renderebbe completi e darebbe senso alla nostra vita. Forse possiamo trovarla solo quando tutto il resto fallisce.Aspettiamo con ansia un miracolo che ci riporti alla nostra vera natura, avvertiamo confusamente che deve pur esistere una possibilità di ritrovarla, altrimenti il nostro stesso desiderio sarebbe inspiegabile. Sentiamo in noi la presenza di qualcosa che spesso proiettiamo all’esterno, ma non è fuori che possiamo trovare ciò che ha a che fare con la ricerca di noi stessi.

Albert Kreiheder

Sei venuta insperata

Sei venuta insperata al mio desiderio, hai stupito

e scosso l’immaginazione dentro il mio animo.

Tremo, e nel profondo il mio cuore è sconvolto

dall’assillo, il respiro soffocato dall’onde d’amore.

Salvami tu da questo naufragio in terraferma,

ti prego, salvami, e accoglimi dentro il tuo porto.

Macedonio

Ombra

Tra il desiderio e lo spasimo

Tra la potenza e l’esistenza

Tra l’essenza e la rovina

Cade l’Ombra.

Thomas Stearns Eliot

Sei la nube della sera

Sei la nube della sera che vaghi nel cielo dei
miei sogni.
Io ti dipingo e ti plasmo col mio
desiderio amoroso.
Sei mia, tutta mia, Abitatrice dei miei sogni infiniti

Rabindranath Tagore

 

Questo amore

Questo amore
Questo amore
Così violento
Così fragile
Così tenero
Così disperato
Questo amore
Bello come il giorno
E cattivo come il tempo
Quando il tempo è cattivo
Questo amore così vero
Questo amore cosí bello
Così felice
Così gaio
E così beffardo
Tremante di paura come un bambino al buio
E così sicuro di sé
Come un uomo tranquillo nel cuore della notte
Questo amore che impauriva gli altri
Che li faceva parlare
Che li faceva impallidire
Questo amore spiato
Perché noi lo spiavamo
Perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Perché noi l’abbiamo perseguitato ferito calpestato ucciso negato dimenticato
Questo amore tutto intero
Ancora così vivo
E tutto soleggiato
E’ tuo
E’ mio
E’ stato quel che è stato
Questa cosa sempre nuova
E che non è mai cambiata
Vera come una pianta
Tremante come un uccello
Calda e viva come l’estate
Noi possiamo tutti e due
Andare e ritornare
Noi possiamo dimenticare
E quindi riaddormentarci
Risvegliarci soffrire invecchiare
Addormentarci ancora
Sognare la morte
Svegliarci sorridere e ridere
E ringiovanire
il nostro amore è là
Testardo come un asino
Vivo come il desiderio
Crudele come la memoria
Sciocco come i rimpianti
Tenero come il ricordo
Freddo come il marmo
Bello come il giorno
Fragile come un bambino
Ci guarda sorridendo
E ci parla senza dir nulla
E io tremante l’ascolto
E grido
Grido per te
Grido per me
Ti supplico
Per te per me per tutti coloro che si amano
E che si sono amati
Sì io gli grido
Per te per me e per tutti gli altri
Che non conosco
Fermati là
Là dove sei
Là dove sei stato altre volte
Fermati
Non muoverti
Non andartene
Noi che siamo amati
Noi ti abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci
Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi
Anche se molto lontano sempre
E non importa dove
Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco
Nella foresta della memoria
Alzati subito
Tendici la mano
E salvaci.

Jacques Prévert

 

L’arena dell’amore

Prima che il tempo iniziasse io bruciai e divenni cenere,
Mi tuffai nel fuoco e divenni una rosa,
Con nostalgia chiamai il Suo Nome e divenni un cuore,
Sono venuto per bruciare nell’arena dell’Amore,
Sono venuto per invocare Hu e tornare a Dio.

Strappa il velo da me, lasciami nudo,
Lasciami volare sulle ali dell’amore,
Lasciami scorgere la Sua bellezza ancora una volta,
Sono venuto per bruciare nell’arena dell’Amore,
Sono venuto per invocare Hu e tornare a Dio.

Ho abbandonato desiderio, onore, modestia,
Ho lasciato dietro di me una vuota ricchezza,
A che servo io per gli amici o gli stranieri?
Sono venuto per bruciare nell’arena dell’Amore,
Sono venuto per invocare Hu e tornare a Dio.

Sono venuto a conoscere il mio segreto, che è sempre dentro,
All’interno di questo corpo c’è Conoscenza e Verità,
Tutti gli amanti desiderano ciò che è in Te,
Sono venuto per bruciare nell’arena dell’Amore,
Sono venuto per invocare Hu e tornare a Dio.

O Ashki, sorgi, svegliati dalla dimenticanza!
Lasciamoli dire voi siete pazzi quando ascoltano le nostre invocazioni,
Arresi all’Amore e raggiunta l’unione,
Sono venuto per bruciare nell’arena dell’Amore,
Sono venuto per invocare Hu e tornare a Dio.

Shaikh Muzaffer Ozak al Jerrahi

Volontà e desiderio

Distinguete accuratamente negli esseri che vengono in vostro contatto la loro volontà dal desiderio: molti vogliono ed ottengono, altri desiderano e non hanno mai

Giuliano Kremmerz

Inafferabile

Classicamente Eros è stato differenziato in tre componenti o persone: himeros, desiderio fisico per l’immediatamente presente che va afferrato nell’eccitazione del momento; anteros, amore corrisposto; e pothos, desiderio per l’irraggiungibile, l’inafferabile, l’incomprensibile, quella idealizzazione che si accompagna a ogni amore, sempre al di là di ogni conquista.

James Hillman

In bianco e nero

Gentile Professore,
credo, come le ho già detto precedentemente, di aver compreso la necessità di liberazione dell’anima insita nella poesia, perchè psicologicamente è scavarsi dentro e tanto più si va a fondo, tanto più emerge la sofferenza o la gioia ed allora non è più un raccontarsi, ma un esistere per mezzo della poesia. Le regalo questa, se non le rubo tempo. Con simpatia e grande stima.

In bianco e nero

Ritorni di luce,
ingialliti di desiderio,
finalmente infiammano.
Contorni anneriti si espandono, si stirano, si striano,
si attraggono
e confondono,
in dolenti scricchiolii,
i silenzi sciolti di pellicole in bianco e nero,
di me, che muoio a poco a poco,
sotto le ceneri dei tuoi ultimi occhi neri.
E d’amore estremo brucio mille memorie, di me,
che precipito a poco a poco,
senza fardelli,
in balzi sordi di perduta grazia.
Perché ora so,
che anche se io fossi nell’ oscurità intera ,
mi accenderei ad ogni luce d’argento,
di ogni tua lacrima persa,
ad incollare i tuoi sanguinanti flagelli d’amore.
(Silvana)

“…l’anello magico”

Care amiche e cari amici, ascoltiamo le parole  “significative” di Marina… E voi cosa sentite? E vedete?

“Nulla passa dalla quiete al moto senza che tu ne sia la causa per vie nascoste”.

Caro Gabriele,
questo verso immenso è come una perla che emerge dal fondo dell’oceano per averla immaginata, essersi tuffati, essere riusciti a trovarla e a portarla in superfice…è l’anello magico, che testimonia l’esistenza di un destino che abbiamo visto/percepito e del quale abbiamo portato un ricordo tangibile, per non dimenticare…è la volontà di accettare razionalmente “i segreti” (le cose nascoste che percorrono vie nascoste) che abbiamo visto/percepito con la “vista altra”, come in un sogno.
In fondo, a me parrebbe che, il poeta sia colui che con l’immaginazione immortala frammenti di Eternità rendendo visibile “il sogno del mondo”.

” Affinché i Sogni si realizzino,
pare che il Segreto sia nel
De-siderare
non solo Ardentemente ma
con Amore.”
(Lauroraluce)

Buona Domenica, FELICE!

Sull’Amore

Oggi vi dedico quanto mi ha scritto Angelo Conforti. È un piccolo brano del testo di filosofia su cui sta lavorando: parla di Hegel e dell’Amore…

C’è un testo filosofico quasi dimenticato che parla dell’amore nel modo più bello, intenso e completo che si possa immaginare.

L’amore, che tanti poeti hanno cantato con parole meravigliose, è stato trattato anche da filosofi come Platone, Plotino, Marsilio Ficino e molti altri ancora. Ma c’è un filosofo, forse il più insospettabile di tutti, che ha dato dell’amore la più perfetta spiegazione in termini concettuali e, nello stesso tempo, poetici.

Si tratta nientemeno che del panlogista Hegel, il filosofo che tutto ha voluto spiegare con la logica e la razionalità, il filosofo dell’identificazione tra razionale e reale! Proprio Hegel, in uno dei suoi scritti giovanili, ha saputo cogliere ed esprimere la più profonda natura dell’amore.

Hegel sostiene infatti che nell’amore i due innamorati formano una completa unità, dando vita ad una nuova realtà che è la coppia, il noi. I due amanti vivono l’uno per l’altro nel modo più totale e il loro amore toglie ogni contrasto, ogni opposizione, ogni differenza fino a formare una sola “cosa”, una sola persona, una sola volontà. Con ciò i due che si amano non rinunciano alla propria individualità, anzi la potenziano e la superano. Chi ama dona tutto se stesso per ritrovare più pienamente realizzato il proprio vero sé.

L’amore non è desiderio, non è possesso, è annullamento di sé nell’altro; ma questo annullarsi è piena attuazione della propria identità che si riconosce pienamente nell’identità/differenza/complementarietà con l’altro.

L’amore “è un prendere e dare reciproco […] Colui che prende non si trova con ciò più ricco dell’altro: si arricchisce, certo, ma altrettanto fa l’altro; parimenti quello che dà non diviene più povero: nel dare all’altro egli ha anzi altrettanto accresciuto i suoi propri tesori. Giulietta dice nel Romeo e Giulietta: “Più ti do, tanto più io ho” […]. L’amore acquista questa ricchezza di vita nello scambiare tutti i pensieri, tutte le molteplicità dell’anima, poiché cerca infinite differenze e trova infinite unificazioni, si indirizza all’intera molteplicità della natura per bere amore da ognuna delle sue vite. Quel che c’è di più proprio si unifica nel contatto e nelle carezze degli amanti, fino a perdere la coscienza, fino al toglimento di ogni differenza: quel che è mortale ha deposto il carattere della separabilità, ed è spuntato un germe dell’immortalità” (Hegel, Frammento sull’amore, in Scritti teologici giovanili, 1798).

Grazie alla sua concezione dialettica della realtà, Hegel ha saputo esprimere pienamente, nei modi più alti, questa apparente contraddizione tra il dare e l’arricchirsi, tra il perdersi e il ritrovarsi, tra il rinunciare a sé e l’attuare il proprio autentico sé, che solo l’esperienza del vero amore consente.

Tutti insieme

Stavo riflettendo, questa mattina, sulla differenza fondamentale tra donna e uomo.

La prima dona la vita, la crea, la porta in sé e poi, con atto di dolore, come suprema dedizione, la rende al mondo.

L’uomo, invece, con la sua RATIO prorompente ed ostentata, escogita ogni forma di tecnologia per le guerre, quindi toglie la vita.

Esattamente come dice Euripide, come più volte ho ricordato, nell’Alcesti. Questo umile pensiero mi ha permesso di capire anche che cosa desiderino tutti quei movimenti politici mascherati da religiosi con il loro desiderio sfrenato di sottomettere le donne.

Queste ultime impedirebbero loro di distruggere ogni cosa e di annientare ogni essere vivente, in nome di un fraintendimento sul DIVINO. Rimango sempre più convinto e certo che l’unica salvezza che abbiamo è di un ritorno  al Matriarcato.

Se non sarà possibile attuarlo in questa dimensione, lo faremo in un’altra.

Tutti insieme.

Nell’Interiorità di Anima — “Bellezza”

Queste sono le emozioni che devono sorgere al contatto di ciò che è il bello sensibile: lo stupore, la meraviglia gioiosa, il desiderio, l’amore, e lo spavento accompagnato da piacere. Ma è possibile provare queste emozioni – e l’anima infatti le prova – anche riguardo alle cose invisibili; ogni anima, per così dire, le prova, ma specialmente quella che ne è innamorata.

Plotino, Enneadi, I 6, 4, citato in Gabriele La Porta, Dizionario dell’Inconscio e della Magia, Sperling & Kupfer, 2008.

Tra il desiderio e lo spasimo…

Tra il desiderio e lo spasimo
Tra la potenza e l’esistenza
Tra l’essenza e la rovina
Cade l’Ombra.

Thomas Stearns Eliot, in “Piccola antologia dell’esperienza spirituale”, Pianeta n. 3, Luglio-Agosto 1964.

Nell’Interiorità di Anima — “Desiderio”…

Desiderio

Devo dire che mi piace questa etimologia della parola “desiderio”, in latino desiderium, un’etimologia forse discutibile, forse incontrollata, che dice che il desiderio, desiderium, sarebbe per l’appunto un modo di non essere più siderati, folgorati, di uscire dalla “siderazione”. Il desiderio sarebbe una de-siderazione: desiderium, da de-siderari. L’inconscio, effettivamente, o piuttosto il rapporto con l’inconscio, può essere folgorante, paralizzante e senza divenire. Ma può anche aprire all’esperienza di un mondo attivo, autonomo, animato…

Christian Gaillard, Malinconia e prospettive, in AA.VV., Anima – Per nascosti sentieri, Moretti e Vitali, 2001, pag. 22

Destino (1)

Dobbiamo andare oltre l’Io, nelle profondità dell’inconscio, perché è lì che si trova l’anima e, se questa è malata, deve essere purificata. Ammettiamo che riusciamo a sintonizzarci col dramma che si svolge nel profondo e vi scopriamo che le trame sono veramente orribili. È concesso cambiare trama? In altre parole possiamo cambiare il nostro destino? La risposta non può essere univoca. Certamente il destino è immutabile, come non si può alterare il cammino dei pianeti nella loro orbita, ma possiamo cambiare noi stessi in modo da favorire la sua realizzazione, invece di contrastarla. La tensione, le nevrosi, le malattie si sviluppano proprio perché ci si oppone alla propria sorte. Smetti di contrastare la sua trama ma piuttosto prendine parte, abbelliscila, rendila manifesta nel comportamento quotidiano: diventa attore del dramma, aggiungici qualche nuovo ingrediente e tutto comincia a cambiare.

Albert Kreinheder, Il corpo e l’anima, Moretti e Vitali, 2001, pag. 104

Destino (2)

Ecco, quindi, cos’è il destino: semplicemente il realizzarsi delle potenzialità insite nelle energie del nostro stesso sistema. Le energie sono impegnate in un certo modo ed è quell’impegno a venire verso di noi.

Joseph Campbell, Riflessioni sull’arte di vivere, Guanda, 1998, pag. 19

Dimenticare

Quando dimentichiamo qualcosa, si tratta di oblio o di assorbimento? – si domandava Emily Dickinson. Quando un nuovo pensiero, un sentimento, un concetto ci si presenta, noi non possiamo dimenticarcene o ignorarlo. E quando lo abbiamo lasciato entrare, o abbiamo accettato di vivere in sua compagnia, può darsi che quello non voglia essere una preoccupazione. Sarà dimenticato, ma non esiliato nell’oblio: sarà assorbito nell’essere.

Thomas Moore,  Nel chiostro del mondo, Moretti e Vitali, 1996, pag. 52