Felicità è vivere in armonia con il proprio demone.
Rollo May, “L’amore e la volontà”, Astrolabio, 1971, pag. 124
Filed under: Psiche, Sophia | Tagged: Amore, Anima, Demone, Felicità, Gabriele La Porta, Psiche, Rollo May | 13 Comments »
Felicità è vivere in armonia con il proprio demone.
Rollo May, “L’amore e la volontà”, Astrolabio, 1971, pag. 124
Filed under: Psiche, Sophia | Tagged: Amore, Anima, Demone, Felicità, Gabriele La Porta, Psiche, Rollo May | 13 Comments »
Beato colui che ha un buon demone e conoscendo le iniziazioni degli dei vive santamente e introduce la sua anima nella schiera dionisiaca, infuriando sulle montagne.
(Euripide, “Baccanti”)
Filed under: Anima ed eredità psichica, Arte, Emozione, Psiche, Sophia | Tagged: baccanale, Baccanti, Bacco, Demone, Dioniso, menadi, Paul Cézanne | 5 Comments »
E’ il demone Eros che appicca fuoco alla mente e attrae l’uno verso l’altro due corpi come un magnete. Corpi che sono a volte grottescamente male assortiti. Poi quand’è finita, quando si abbatte la catastrofe, quei due si danno la colpa a vicenda. “Seduzione”. Ma l’unico al quale dare la colpa è Eros, che prova grnde, grande piacere nel pensiero!
James Hillman
Filed under: Eros | Tagged: appicca il fuoco, catastrofe, Demone, Eros, James Hillman, piacere nel pensiero, seduzione | 22 Comments »
Era giunto in quella fase dell’esistenza, variabile per ciascuno, in cui l’essere umano si abbandona al suo demone o al suo genio, segue una legge misteriosa che gli ingiunge di distruggere o superare se stesso.
Marguerite Yourcenar
Filed under: Anima ed eredità psichica, Letteratura | Tagged: Demone, esistenza, essere umano, genio | 16 Comments »
Le forze che legano in prospetti universale sono il Dio, il Demone, l’Essere animato, la Natura, la Sorte e Fortuna, infine il fato.
Giordano Bruno
Filed under: Sophia | Tagged: Demone, Dio, Essere animato, fato, fortuna, Giordano Bruno, natura, sorte | Leave a comment »
Leggete prima la missiva di Cainisabel e poi il mio commento. Quindi diteci-ditemi quello che ne pensate.
Immaginare significa essere [-qualsiasi cosa ]
Immaginare i limiti della propria immaginazione significa avere un’immaginazione senza limiti.
Un essere capace di passeggiare sul proprio orizzonte, è, in realtà, più vasto, sperduto e profondo di qualsiasi orizzonte.
Essere significa essere-senza-limiti.
Poter essere-immaginare qualsiasi cosa, vuol dire anche poter essere limite; non finchè c’è il limite stesso [creato, contingente], ma finchè c’è la scelta [tra quieora e altrove, tra
sempre e mai, tra verità e interpretazione, tra silenzio e logos, tra cosmos e caos, tra luce e cecità, tra abisso e cielo, tra scelta e non scelta] .
Oltre la creazione l’Essere è essere-senza-orizzonte.
Oltre la scelta, l’Essere è essere-oltre-essere.
Voglio fare la parte del dubbio – demone. L’essere ha un limite. Quello di essere. È la sua “esserità” il suo limite. Per questo il mastro Eckhart dice: “Se dai l’essere a Dio, dici una cosa più sbagliata che giusta”.
Filed under: Anima ed eredità psichica, Interagiranime, Pensieri Liberi | Tagged: Demone, essere, Immaginazione, Mastro Eckhart | 36 Comments »
Cari amici, oggi vi propongo un pensiero di Adolf Guggenbüh-Craig sulla quale vi invito a riflettere:
Un’entità quasi non umana che agisce nell’ombra ed è più forte del medico, del paziente e dello psicoterapeuta.
Da Deserti dell’anima, in Gabriele La Porta, Dizionario dell’Inconscio e della Magia, Sperling & Kupfer – Rai Eri, 2008.
Filed under: Anima ed eredità psichica, Libri di Gabriele La Porta, Psiche | Tagged: Adolf Guggenbüh-Craig, Demone, Deserti dell'anima, Dizionario dell'Inconscio e della Magia, Gabriele La Porta, Ombra | 34 Comments »
Ognuno di noi è portatore di una naturale polarità e ambivalenza – luce e oscurità – che è tensione all’interezza. Il demoniaco è un impulso naturale, presente in ogni essere, un bisogno di affermazione dell’individuo che, tuttavia, non deve prevaricare su ogni altro aspetto del Sé esprimendosi in un’eccessiva ostilità, aggressività o ferocia, ossia gli aspetti di noi stessi che maggiormente suscitano il nostro orrore e che noi rimuoviamo e proiettiamo sugli altri. La nostra vita è un flusso che oscilla tra questi due aspetti del demoniaco. Rimuovere il demoniaco, che è fonte di creatività, comporta l’insorgenza di un’apatia e di una conseguente dis-integrazione personale e interpersonale.
Demoni e angeli
Nell’epoca ellenistica e, successivamente, in quella cristiana, il dualismo fra i il bene e l’aspetto negativo del demoniaco divenne più pronunciato. Si cominciò così ad avere una popolazione celeste separata in due campi: i demoni e gli angeli, i primi schierati con Satana, i secondi alleati di Dio… Ha inizio così il problema avvertito da Rilke: se i demoni vengono scacciati anche gli angeli spiccano il volo.
Rollo May, L’amore e la volontà, Astrolabio, 1971, pag. 137
Demoniaco (1)
Il demoniaco è connesso all’eros piuttosto che alla libido o al sesso in quanto tali… Il demoniaco lotta contro la morte affermando incessantemente la propria vitalità e non accetta alcuna gara né alcun’altra regolamentazione temporale della vita… non si arrende di fronte a nessun “rifiuto” razionalmente motivato e sotto questo aspetto esso è nemico della tecnologia: non accetta né gli orari, né le tabelle cronometriche, né le linee di montaggio che noi invece accettiamo come robot.
Rollo May, L’amore e la volontà, Astrolabio, 1971, pagg. 126-127
Demoniaco (2)
Quanto più riusciamo a venire a patti con le nostre tendenze demoniache tanto più ci riscopriremo come esseri che concepiscono una struttura universale della realtà e vivono entro di essa. Questo movimento verso il logos è transpersonale. Vediamo allora che noi muoviamo da una dimensione personale ad una transpersonale della coscienza.
Rollo May, L’amore e la volontà, Astrolabio, 1971, pag. 176
Filed under: Alfabeto dell'interiorità | Tagged: ambivalenza, Angelo, Apatia, creatività, Daimon, Demone, Demoniaco, Eros, Rilke, Rollo May, Sé | 5 Comments »
Il daimon è quell’entità intermedia tra il piano divino e umano, quel compagno “unico e tipico nostro” affidatoci, secondo il mito platonico di Er, prima della nascita. È ciò che chiamiamo “vocazione”, “chiamata”, “carattere”. È il portatore del nostro destino. Nel venire al mondo dimentichiamo tutto questo: è così che il daimon interviene per ricordarci il contenuto della nostra “immagine” e ricondurci ad essa.
Daimon (1)
In ultima analisi, ogni vita è la realizzazione di un tutto, cioè di un Sé, ragion per cui tale realizzazione può essere chiamata “individuazione”. Tutta la vita è legata a portatori individuali che la realizzano ed è semplicemente inconcepibile senza di loro. Ma il portatore è anche soggetto ad un destino ed una destinazione individuali ed è soltanto la realizzazione di questo che dà un senso alla vita.
Carl Gustav Jung, citato in Joseph Campbell, Riflessioni sull’arte di vivere, Guanda, 1998, pag. 60
Daimon (2)
Jalal ‘uddin Rumi, il più grande poeta del suo secolo, e forse di tutti i tempi, fu altrettanto chiaro riguardo alla necessità cogente del daimon: “C’è una sola cosa al mondo che non dovete mai dimenticarvi di fare. Se dimenticate tutto il resto, ma non questo, non c’è da preoccuparsi; se invece ricordate tutto ma dimenticate questo, allora non avete fatto niente nella vostra vita. “È come se un re vi avesse mandato in qualche paese a eseguire un compito, e voi faceste mille altri servizi, ma non quello che vi ha mandato a compiere. Dunque gli esseri umani vengono al mondo per realizzare una particolare opera. Quell’opera è lo scopo, ciascuno specifico per ogni persona. Se non la compi è come se una spada indiana di valore incalcolabile venisse usata per affettare carne putrefatta”.
Noel Cobb, Maestri per l’anima, Moretti e Vitali, 1999, pagg. 20-21
Daimones
Jung fu sommerso da “un flusso incessante di fantasie”, una “molteplicità di contenuti psichici e di immagini”. Per far fronte a questa tempesta di emozioni annotò queste fantasie e lasciò che le tempeste si trasponessero in immagini […] Le figure che Jung incontrò per prime e che lo convinsero della realtà della loro essenza psichica […] derivano dal mondo ellenistico e dalla sua fede nei demoni. (Daimon è l’espressione greca originaria per queste figure, che in seguito divennero demoni, a causa della visione cristiana, e demoni in contraddizione positiva con tale visione) […] Conosci te stesso alla maniera di Jung significa divenire familiari con i demoni, dischiudersi ad essi e ascoltarli, cioè conoscerli e distinguerli.
James Hillman, Le storie che curano. Freud, Jung, Adler, Raffaello Cortina Editore, 1984, pagg. 67-69
Filed under: Alfabeto dell'interiorità, Mito | Tagged: Anima, Carattere, chiamata, Daimon, Demone, Destino, Immagine, Individuazione, James Hillman, Joseph Campbell, Jung, Mito di Er, Platone, Rumi, Sé, Vocazione | 11 Comments »
Valeria Dell'Anna su MIO PADRE | |
salvatorearmandosant… su MIO PADRE | |
Valeria Dell'Anna su MIO PADRE | |
Valeria Dell'Anna su MIO PADRE | |
Pinna Eugenia su MIO PADRE | |
Spirithorse su MIO PADRE | |
salvatorearmandosant… su MIO PADRE | |
salvatorearmandosant… su MIO PADRE | |
salvatorearmandosant… su MIO PADRE | |
psichiatriaepsicoter… su MIO PADRE | |
Winah su L’infinità | |
Valeria Dell'Anna su L’infinità | |
Gabriele La Porta su Son queste le nostre sper… | |
Giuseppe69 su Son queste le nostre sper… | |
Ettore su Son queste le nostre sper… |
L | M | M | G | V | S | D |
---|---|---|---|---|---|---|
1 | 2 | 3 | 4 | 5 | ||
6 | 7 | 8 | 9 | 10 | 11 | 12 |
13 | 14 | 15 | 16 | 17 | 18 | 19 |
20 | 21 | 22 | 23 | 24 | 25 | 26 |
27 | 28 |
Crea un sito o un blog gratuito su WordPress.com. WP Designer.