Il mito è una realtà complessa e non si presta a interpretazioni dogmatiche. I personaggi mitici, che Jung nei suoi scritti teorici chiama gli archetipi della nostra identità collettiva, effettuano continuamente delle transazioni che rappresentano le trasformazioni della coscienza. Le loro gesta sono espressione dei nostri conflitti(intra e interpersonali) e anche i rapporti di reciproca dipendenza e della nostra partecipazione al sacro. Nella sua precisione, il mito è paragonabile a una coreografia o a un brano musicale. Dobbiamo accostarci alle avventure degli Dei e delle Dee non come se leggessimo degli eventi storici, ma come se ascoltassimo della musica o come se meditassimo. Non una dottrina, ma un’armonia finirà per effondersi. Nel momento in cui un mito antico riemerge e si carica di significati moderni, ricomincia a evolversi, perché nessun dogma cristallizza il significato degli archetipi del politeismo greco e nessuna chiesa può sostenere l’infallibilità o l’esclusività dell’interpretazione dei miti.
Ginette Paris
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