La musica

La musica, intesa come espressione del mondo, è una lingua universale al massimo grado, e la sua universalità sta all’universalità dei concetti più o meno come i concetti stanno alle singole cose.

Arthur Schopenhauer

Assonanze

Quelli che si amano e che sono nati gli uni per gli altri,
si incontrano facilmente:
le anime affini
si salutano già da lontano.

Arthur Schopenhauer

Gli animali

Gli animali sono, assai più di noi, soddisfatti per il semplice fatto di esistere; le piante lo sono interamente; gli uomini lo sono secondo il grado della loro stupidità. […] Questa dedizione totale al presente, propria degli animali, è la precipua causa del piacere che ci danno gli animali domestici.

Arthur Schopenhauer, Parerga e Frammenti postumi

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Le anime affini

Quelli che si amano e che sono nati gli uni per gli altri,
si incontrano facilmente:
le anime affini
si salutano già da lontano.

Arthur Schopenhauer

C’è sempre spazio per “vivere”

Ogni separazione ci fa pregustare la morte; ogni riunione ci fa pregustare la resurrezione.

Arthur Schopenhauer

Una rarità…

La donna che corrisponderà nel modo più perfetto ad un determinato uomo.
La vera passione d’amore è tanto rara quanto il caso che quei due s’incontrino.

Arthur Schopenhauer

La musica

La musica, intesa come espressione del mondo, è una lingua universale al massimo grado, e la sua universalità sta all’universalità dei concetti più o meno come i concetti stanno alle singole cose.

Arthur Schopenhauer

Quelli che si amano…

Quelli che si amano e che sono nati gli uni per gli altri,
si incontrano facilmente:
le anime affini
si salutano già da lontano.

Arthur Schopenhauer

Conosci la verità in te

“Conosci la verità in te, conosci te stesso nella verità: ed ecco! in quel momento, con tua meraviglia, riconoscerai nel tutto e in ogni singolo, proprio nel luogo che ti circonda, la patria a lungo cercata invano e appassionatamente sognata:
QUI IL CIELO SI INCONTRA CON LA TERRA.”

Arthur Schopenhauer

(ringraziando Valeria)

Il cielo si incontra con la terra

“Conosci la verità in te, conosci te stesso nella verità: ed ecco! in quel momento, con tua meraviglia, riconoscerai nel tutto e in ogni singolo, proprio nel luogo che ti circonda, la patria a lungo cercata invano e appassionatamente sognata: QUI IL CIELO SI INCONTRA CON LA TERRA.”

Arthur Schopenhauer

(ancora grazie a Valeria)

«Rimane soltanto un cuore sacro e indicibile.»

Gentilissimi amici, oggi, come sapete, sono nella splendida Liguria per tenere una lezione all’Accademia Estetica Internazionale di Rapallo in occasione della terza conferenza del Corso Monografico Creatività e dolore. Questo pomeriggio, alle ore 16.00, interverrò con la  relazione: «Rimane soltanto un cuore sacro e indicibile» (Empedocle 134,4-5). La dolorosa individuazione. Il Corso, coordinato dal prof. Alessandro Di Chiara, Direttore dell’Accademia, desidera sviluppare una ricerca sul rapporto che intercorre tra l’esperienza estetica e la melanconia dell’uomo di genio, come scaturigine dello slancio creativo. Il mio intervento prenderà le mosse  da  alcuni passi dell’Alcesti, attraversando poi le visioni di Nietzsche e il  pensiero di Schopenhauer, per giungere alla Sophia profondissima di Empedocle. Vi lascio un frammento della mia lezione. Vi auguro un buon weekend, a presto!

“Dietro il mondo si nasconde qualcos’altro: se lo meritiamo, possiamo raggiungerlo sbarazzandoci del mondo stesso.”
(ARTHUR SCHOPENHAUER)

“CRAZY CONDOMINIO”

Carissimi, oggi vi propongo un post particolare. È un lungo intervento di Marina. Merita. È un saggio sulle nevrosi quotidiane di chi non conosce l’arte del Dono (di cui Marina è esperta).

CRAZY CONDOMINIO. (I nomi delle persone sono di fantasia.)

Da circa quindici anni vivo qui, in un condominio della Roma “bene”: buongiorno buongiorno, buonasera buonasera, ciao ciao, cagnolini e cagnoloni al guinzaglio, macchinoni, sacche da golf, stuoli di filippini, rapporti formali…ma da un po’ di tempo qualcosa è cambiato…

Non so cosa mi sia successo perché, improvvisamente, la gente vedendomi si ferma, anzi spesso mi rincorre, ed io sono diventata una sorta di REFUGIUM PECCATORUM.

Io sono lì, in perfetta solitudine, anzi in perfetta compagnia del libro che mi ha sorteggiato, che aspetto il pulmino del trasporto scolastico che riaccompagnerà mia figlia Nanna…e non riesco a leggere! Anzi non mi fanno leggere perché si fermano e parlano, parlano, parlano…ed io che credevo di avere una famiglia, come dire, bizzarra?, mi riscatto e capisco che le mie figlie mi hanno salvato. Da cosa? Ma dall’avere una cosidetta “famiglia normale”.

Prendi AMALIA,

leggevo L’arte di Farsi Rispettare di Shopenhauer, quando lei vedendomi, credo come un’apparizione, ferma accanto al cancello ha attaccato:

“Ciao Marina, non sai quanto mi faccia piacere incontrarti e non sai quante volte avrei voluto venire a trovarti. Tu che sei un mito, con la tua situazione sei una grande, ma come fai? e no perché io non ce la farei, ne sono certa…ma poi parlo prorpio io con la famiglia che mi ritrovo. Mia sorella e mia madre sono fuori di testa, ogni volta che ci incontriamo ci prendiamo a botte e mio padre, che mi ha comperato un appartamento qui vicino, perché tu sai che io sono in affitto qui? e non sai quanto lo ha pagato questo appartamento, una follia!, è un medico affermato, non so se te lo avevo detto…comunque, anche lui è un altro sciroccato, siamo una famiglia di matti, pensa che l’altro giorno sono passata a casa sua per salutarlo e mi ha apeto la porta un travestito, sono entrata e ne ho trovati altri tre. Ma ti rendio conto?…………… Va be, dai, ti saluto, magari un giorno vengo a trovarti se ti fa piacere e scusa sai, scusa….”

(Ma scusa di che? Mica l’ho capito?)

Prendi VALERIA,

Leggendo Vent’anni dopo di Dumas…

“Ah Marì, che stai a fa’ qui? (neanche il tempo di risponderle) Ah, stai aspettà Arianna, certo che pure tu fijetta mia stai a fa ‘na vita, sempre sola te vedo…Pure mi marito me l’ha detto: quella è na’ santa, la devono fa santa!

Ma che te credi Marì, pure io nun ce la faccio più, nun ce la faccio più, Nun è tutto oro quello che luccica! Me sà tanto che un giorno de questi ammazzo quarcuno… Ma nun me senti urlà dentro casa? Lo so io quello che passo tutti i giorni…eheheh, ma tanto adesso che mio figlio è grande io alla vita mia nun ce rinucio più: a parte che tra due mesi me ne vado pe’ du’ mesi in Sud America. Lo sapevi che mi’ fratello c’ha ‘na villa là? (non ho il tempo di fiatare) Tutta n’artra vita là, ah Marì!!! Qua tocca che ce svejamo tutte e due io e te, che la vita passa…. Tutta n’artra cosa e poi tu già ce lo sai che io l’estate me ne vado quattro mesi ar mare a lavorà e così non devo vedè tutti i giorni mi’ marito…che per carità, je vojo bene, ma nun je la faccio più, me ne devo annà me devo ripijà la vita mia, solo che poi me vengono i sensi de corpa nei suoi riguardi e allo stesso tempo me dico pure: ma come faccio io a campà se lo lascio a questo? (Il marito è costruttore).”

“Ma scusa non hai una casa al mare ed un lavoro?”

“E lo so….però sai te vojo fa ‘na confidenza: a volte penso che Francesco se lo lascio muore e dico ar Padre Eterno: Signore, è come se me sentissi che Francesco potrebbe morì…perdoname Dio mio ma se così fosse, per me sarebbe una vera liberazione….. Va be va’, te sto a stressà, scusa sai, scusa.”

(Ma scusa de che? Mica l’ho capito.)

Prendi FRANCESCO (marito di Valeria).

Leggendo Cent’anni di Solitudine di Marquez….

Ciao Marina, come stai?

-Bene…

Certo che io e te stiamo sempre soli…però, pure tu qualche errore nella vita lo avrai fatto. Te sei scelta gli uomini sbagliati. Va be’ che pure io…te lo dico in confidenza: guarda che a mia moglie di me non gliene frega niente. Che te credi?

-Niente, non credo niente….(veramente tua moglie ti vorrebbe vedere morto…ogni sera, come un mantra, si raccomanda a Dio Padre)

Va bene, scusa sai, scusa….”

(Ma scusa di che? Mica l’ho capito?)

Prendi PAOLO,

Leggendo Il corpo e l’anima di Krenheider.

Buongiorno Signora,

legge? Bella Giornata oggi. Aspetta la piccola vero? Guardi volevo dirle che la stimo tantissimo e che le sue ragazze sono bellissime, come la mamma…. (e ti pareva, va be!). Sa, domani mi opero, è già la seconda volta, mi vengono dei melanomi, sa i tumori maligni della pelle?…ma io sono un positivo e supero tutto alla fine. Pensi che lavoro in un ufficio postale. Mi conceda l’espressione: ambiente di merda, con la M maiuscola. Ma perché il mondo è così? Ma poi, non creda, ogni famiglia ha la sua…pensi che mia moglie dieci anni fa ha dichiarato fallimento, con tutte le conseguenze che un azione fallimentare porta….tutti ci hanno voltato le spalle: mia madre, fra l’altro è una iena, mio padre è morto, i fratelli è come se non ci fossero e la famiglia di mia moglie ci si è scagliata contro. E poi, devo farle una confidenza: mio figlio sta convivendo in casa nostra con il suo compagno…. Comunque, signora, mi scusi tanto sa, mi scusi…”

Fermiamoci qui….ci sarebbe di peggio…tipo le frustate col guinzaglio ai cani e le botte alla neosposa di cinquant’anni (come se io mi dovessi sposare fra qualche anno per prendere le botte! A cinquant’anni ci si sposa per amore, PAOLA!)

Comnque , ritornando al ritornello “Mi scusi”…Ma niente niente la gente mi viene a raccontare le cose più assurde perché si sente in colpa nei mei riguardi perché io sono madre di due ragazze autistiche?

Ciao ciao. Siamo tutti matti!

CRAZY CONDOMINIO. (I nomi delle persone sono di fantasia.)

Da circa quindici anni vivo qui, in un condominio della Roma “bene”: buongiorno buongiorno, buonasera buonasera, ciao ciao, cagnolini e cagnoloni al guinzaglio, macchinoni, sacche da golf, stuoli di filippini, rapporti formali…ma da un po’ di tempo qualcosa è cambiato…

Non so cosa mi sia successo perché, improvvisamente, la gente vedendomi si ferma, anzi spesso mi rincorre, ed io sono diventata una sorta di REFUGIUM PECCATORUM.

Io sono lì, in perfetta solitudine, anzi in perfetta compagnia del libro che mi ha sorteggiato, che aspetto il pulmino del trasporto scolastico che riaccompagnerà mia figlia Nanna…e non riesco a leggere! Anzi non mi fanno leggere perché si fermano e parlano, parlano, parlano…ed io che credevo di avere una famiglia, come dire, bizzarra?, mi riscatto e capisco che le mie figlie mi hanno salvato. Da cosa? Ma dall’avere una cosidetta “famiglia normale”.

Prendi AMALIA,

leggevo L’arte di Farsi Rispettare di Shopenhauer, quando lei vedendomi, credo come un’apparizione, ferma accanto al cancello ha attaccato:

“Ciao Marina, non sai quanto mi faccia piacere incontrarti e non sai quante volte avrei voluto venire a trovarti. Tu che sei un mito, con la tua situazione sei una grande, ma come fai? e no perché io non ce la farei, ne sono certa…ma poi parlo prorpio io con la famiglia che mi ritrovo. Mia sorella e mia madre sono fuori di testa, ogni volta che ci incontriamo ci prendiamo a botte e mio padre, che mi ha comperato un appartamento qui vicino, perché tu sai che io sono in affitto qui? e non sai quanto lo ha pagato questo appartamento, una follia!, è un medico affermato, non so se te lo avevo detto…comunque, anche lui è un altro sciroccato, siamo una famiglia di matti, pensa che l’altro giorno sono passata a casa sua per salutarlo e mi ha apeto la porta un travestito, sono entrata e ne ho trovati altri tre. Ma ti rendio conto?…………… Va be, dai, ti saluto, magari un giorno vengo a trovarti se ti fa piacere e scusa sai, scusa….”

(Ma scusa di che? Mica l’ho capito?)

Prendi VALERIA,

Leggendo Vent’anni dopo di Dumas…

“Ah Marì, che stai a fa’ qui? (neanche il tempo di risponderle) Ah, stai aspettà Arianna, certo che pure tu fijetta mia stai a fa ‘na vita, sempre sola te vedo…Pure mi marito me l’ha detto: quella è na’ santa, la devono fa santa!

Ma che te credi Marì, pure io nun ce la faccio più, nun ce la faccio più, Nun è tutto oro quello che luccica! Me sà tanto che un giorno de questi ammazzo quarcuno… Ma nun me senti urlà dentro casa? Lo so io quello che passo tutti i giorni…eheheh, ma tanto adesso che mio figlio è grande io alla vita mia nun ce rinucio più: a parte che tra due mesi me ne vado pe’ du’ mesi in Sud America. Lo sapevi che mi’ fratello c’ha ‘na villa là? (non ho il tempo di fiatare) Tutta n’artra vita là, ah Marì!!! Qua tocca che ce svejamo tutte e due io e te, che la vita passa…. Tutta n’artra cosa e poi tu già ce lo sai che io l’estate me ne vado quattro mesi ar mare a lavorà e così non devo vedè tutti i giorni mi’ marito…che per carità, je vojo bene, ma nun je la faccio più, me ne devo annà me devo ripijà la vita mia, solo che poi me vengono i sensi de corpa nei suoi riguardi e allo stesso tempo me dico pure: ma come faccio io a campà se lo lascio a questo? (Il marito è costruttore).”

“Ma scusa non hai una casa al mare ed un lavoro?”

“E lo so….però sai te vojo fa ‘na confidenza: a volte penso che Francesco se lo lascio muore e dico ar Padre Eterno: Signore, è come se me sentissi che Francesco potrebbe morì…perdoname Dio mio ma se così fosse, per me sarebbe una vera liberazione….. Va be va’, te sto a stressà, scusa sai, scusa.”

(Ma scusa de che? Mica l’ho capito.)

Prendi FRANCESCO (marito di Valeria).

Leggendo Cent’anni di Solitudine di Marquez….

Ciao Marina, come stai?

-Bene…

Certo che io e te stiamo sempre soli…però, pure tu qualche errore nella vita lo avrai fatto. Te sei scelta gli uomini sbagliati. Va be’ che pure io…te lo dico in confidenza: guarda che a mia moglie di me non gliene frega niente. Che te credi?

-Niente, non credo niente….(veramente tua moglie ti vorrebbe vedere morto…ogni sera, come un mantra, si raccomanda a Dio Padre)

Va bene, scusa sai, scusa….”

(Ma scusa di che? Mica l’ho capito?)

Prendi PAOLO,

Leggendo Il corpo e l’anima di Krenheider.

Buongiorno Signora,

legge? Bella Giornata oggi. Aspetta la piccola vero? Guardi volevo dirle che la stimo tantissimo e che le sue ragazze sono bellissime, come la mamma…. (e ti pareva, va be!). Sa, domani mi opero, è già la seconda volta, mi vengono dei melanomi, sa i tumori maligni della pelle?…ma io sono un positivo e supero tutto alla fine. Pensi che lavoro in un ufficio postale. Mi conceda l’espressione: ambiente di merda, con la M maiuscola. Ma perché il mondo è così? Ma poi, non creda, ogni famiglia ha la sua…pensi che mia moglie dieci anni fa ha dichiarato fallimento, con tutte le conseguenze che un azione fallimentare porta….tutti ci hanno voltato le spalle: mia madre, fra l’altro è una iena, mio padre è morto, i fratelli è come se non ci fossero e la famiglia di mia moglie ci si è scagliata contro. E poi, devo farle una confidenza: mio figlio sta convivendo in casa nostra con il suo compagno…. Comunque, signora, mi scusi tanto sa, mi scusi…”

Fermiamoci qui….ci sarebbe di peggio…tipo le frustate col guinzaglio ai cani e le botte alla neosposa di cinquant’anni (come se io mi dovessi sposare fra qualche anno per prendere le botte! A cinquant’anni ci si sposa per amore, PAOLA!)

Comnque , ritornando al ritornello “Mi scusi”…Ma niente niente la gente mi viene a raccontare le cose più assurde perché si sente in colpa nei mei riguardi perché io sono madre di due ragazze autistiche?

Ciao ciao. Siamo tutti matti!

Nell’Interiorità di Anima — “Andare in se stessi”

Si è andati all’esterno in tutte le direzioni,
invece di andare in se stessi
dove c’è soluzione a ogni enigma.

Arthur Schopenhauer, Manoscritti 1804-1818, 154, 1814, citato in Gabriele La Porta, Dizionario dell’Inconscio e della Magia, Sperling & Kupfer, 2008.

Nell’Interiorità di Anima — “Cielo che incontra terra”…

Cielo che incontra terra

Conosci la verità in te, conosci te stesso nella verità: ed ecco! in quel momento, con tua meraviglia, riconoscerai nel tutto e in ogni singolo, proprio nel luogo che ti circonda, la patria a lungo cercata invano e appassionatamente sognata: QUI IL CIELO SI INCONTRA CON LA TERRA.

Arthur Schopenhauer, Manoscritti 1804-1818, 17-1812, in Breviario, a cura di Carla Buttazzi, Milano, Rusconi, 1996, pag. 35

Possibilità

Nella vita ci capita come al viandante: man mano che avanza, gli oggetti per lui assumono una forma diversa da quella che avevano in lontananza, ed è come se al suo avvicinarsi mutassero aspetto. Ciò accade soprattutto coi nostri desideri. Spesso troviamo qualcosa di completamente diverso, migliore di quello che cercavamo; spesso troviamo la cosa cercata, ma per vie completamente diverse da quella invano battuta all’inizio. E dove noi cercavamo piacere, felicità, gioia spesso troviamo illuminazione, consapevolezza, conoscenza – un bene duraturo, autentico, al posto di uno fuggevole e apparente.

Arthur Schopenhauer, Parerga e Paralipomena vol I – Parerga, 492-1850, in Breviario, a cura di Carla Buttazzi, Milano, Rusconi, 1996, pag. 187