Sei stata mia compagna di scuola

Sei stata mia compagna di scuola
ma hai un anno meno di me
abbiamo un bambino che va a scuola mi
sono innamorato di te…
Fingerò d’essere una tua scolara
che s’è innamorata di te
mi sono fatta una frangetta
per cenare fuori con te…
Cerchiamo una locanda piccina
nella città ma non c’è
inventiamola affacciata sul fiume
che allevò me e te…

Di acqua nel fiume che è nostro
ce n’è e non ce n’è…
Inventerò un nuovo mese
ricco d’acqua per te…

Che si rifletta in me
nei miei occhi
china dalla veranda inverdita
sull’acqua che somiglia la vita

rubandomi e restituendomi a te.

Attilio Bertolucci

Pubblicità

Roma

L’Epifania è così mite qui
come se già fosse aprile, ma le nuvole
sono quelle dell’anno nuovo
che inumidiscono gli occhi,
a guardarle,
perché così simili a quelle
degli anni che non sono più.

Si muovono lente,
bianche o d’un grigio chiaro
sul cielo celeste tramutantesi in azzurro
volgendo l’ora al mezzogiorno
che ci chiama alla Messa.

Quando usciremo dall’incenso in fretta
verso la casa che ride nell’alto sole dell’una,
la città che non ci lascia ricordare
neve e sole sulla neve e brina
ci avrà abbracciati, dolce meretrice,
ci avrà vinti per sempre.

Attilio Bertolucci

“E quindi uscimmo a riveder le stelle”

Inferno_Canto_34,_Gustave_Dorè_3(Gustave Doré, Divina Commedia, 1861-1868)

Carissimi,

che il 2015 sia per voi anno di pace e serenità. Con affetto,

Gabriele

Ogni amore è fantasia

 Ogni amore è fantasia;
inventa l’anno, il giorno,
l’ora e la sua melodia;
inventa l’amante e anche
l’amata. Non è una prova
contro l’amore che l’amata
non sia mai esistita.

Antonio Machado

Vivere oggi

Esistono solo due giorni nell’anno che nulla può essere fatto. Uno si chiama ieri e l’altro si chiama domani, pertanto oggi è il giorno sicuro per amare, credere, fare e principalmente vivere”.

Dalai Lama

Il dono

Il dono eccelso che di giorno in giorno
e d’anno in anno da te attesi, o vita
(e per esso, lo sai, mi fu dolcezza
anche il pianto), non venne: ancor non venne.
Ad ogni alba che spunta io dico: “È oggi”:
ad ogni giorno che tramonta io dico:
“Sarà domani”. Scorre intanto il fiume
del mio sangue vermiglio alla sua foce:
e forse il dono che puoi darmi, il solo
che valga, o vita, è questo sangue: questo
fluir segreto nelle vene, e battere
dei polsi, e luce aver dagli occhi; e amarti
unicamente perché sei la vita.

Ada Negri

Ogni amore è fantasia

Ogni amore è fantasia;
inventa l’anno, il giorno,
l’ora e la sua melodia;
inventa l’amante e anche
l’amata. Non è una prova
contro l’amore che l’amata
non sia mai esistita.

Antonio Machado

Canzone d’aprile

 Fantasma tu giungi,
tu parti mistero.
Venisti, o di lungi?
Ché lega già il pero,
fiorisce il cotogno
laggiù.
Di cincie e fringuelli
risuona la ripa.
Sei tu tra gli ornelli,
sei tu tra la stipa?
Ombra! Anima! Sogno!
Sei tu…?
Ogni anno a te grido
con palpito nuovo.
Tu giungi: sorrido;
tu parti: mi trovo
due lagrime amare
di più.
Quest’anno… oh! Quest’anno,
la gioia vien teco:
già l’odo, o m’inganno,
quell’eco dell’eco;
già t’odo cantare
Cu… cu.

Giovanni Pascoli

Lady Lazarus

L’ho rifatto.
Un anno ogni dieci
Ci riesco –
Una specie di miracolo ambulante, la mia pelle
Splendente come un paralume Nazi,
Un fermacarte il mio
Piede destro,
La mia faccia un anonimo, perfetto
Lino ebraico.
Via il drappo,
o mio nemico!
Faccio forse paura? –
Il naso, le occhiaie, la chiostra dei denti?
Il fiato puzzolente
In un giorno svanirà.
Presto, ben presto la carne
Che il sepolcro ha mangiato si sarà
Abituata a me
e io sarò una donna che sorride.
Non ho che trent’anni.
E come il gatto ho nove vite da morire.
Questa è la numero tre.
Quale ciarpame
Da far fuori ogni decennio.
Che miriade di filamenti.
La folla sgranocchiante noccioline
Si accalca per vedere
Che mi sbendano mano e piede –
Il grande spogliarello.
Signori e signore, ecco qui
Le mie mani,
i miei ginocchi.
Sarò anche pelle e ossa,
Ma pure sono la stessa identica donna.
La prima volta successe che avevo dieci anni.
Fu un incidente.
Ma la seconda volta ero decisa
a insistere, a non recedere assolutamente.
Mi dondolavo chiusa
Come conchiglia.
Dovettero chiamare e chiamare
e staccarmi via i vermi come perle appiccicose.
Morire
è un’arte, come ogni altra cosa.
Io lo faccio in modo eccezionale.
Io lo faccio che sembra come inferno.
Io lo faccio che sembra reale.
Ammettete che ho la vocazione.
È facile abbastanza da farlo in una cella.
È facile abbastanza farlo e starsene lì.
È il teatrale
Ritorno in pieno giorno
a un posto uguale, uguale viso, uguale
Urlo divertito e animale:
“Miracolo!”
È questo che mi ammazza.
C’è un prezzo da pagare
Per spiare
Le mie cicatrici, per auscultare
Il mio cuore – eh sì, batte.
E c’è un prezzo, un prezzo molto caro,
Per una toccatina, una parola,
o un po’ del mio sangue
o di capelli o un filo dei miei vestiti.
Eh sì, Herr Doktor.
Eh sì, Herr Nemico.
Sono il vostro opus magnum.
Sono il vostro gioiello,
Creatura d’oro puro
Che a uno strillo si liquefà.
Io mi rigiro e brucio.
Non crediate che io sottovaluti le vostre ansietà.
Cenere, cenere –
Voi attizzate e frugate.
Carne, ossa, non ne trovate –
Un pezzo di sapone,
Una fede nuziale,
Una protesi dentale.
Herr Dio, Herr Lucifero,
Attento.
Attento.
Dalla cenere io rivengo
Con le mie rosse chiome
e mangio uomini come aria di vento.

Sylvia Plath

Amore che vieni, amore che vai

Quei giorni perduti a rincorrere il vento
a chiederci un bacio e volerne altri cento
un giorno qualunque li ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
un giorno qualunque ti ricorderai
amore che fuggi da me tornerai
e tu che con gli occhi di un altro colore
mi dici le stesse parole d’amore
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
fra un mese fra un anno scordate le avrai
amore che vieni da me fuggirai
venuto dal sole o da spiagge gelate
perduto in novembre o col vento d’estate
io t’ ho amato sempre , non t’ ho amato mai
amore che vieni , amore che vai
io t’ ho amato sempre , non t’ ho amato mai
amore che vieni , amore che vai.

Fabrizio De Andrè

Già la pioggia è con noi

 Già la pioggia è con noi,
scuote l’aria silenziosa.
Le rondini sfiorano le acque spente
presso i laghetti lombardi,
volano come gabbiani sui piccoli pesci;
il fieno odora oltre i recinti degli orti.

Ancora un anno è bruciato,
senza un lamento, senza un grido
levato a vincere d’improvviso un giorno.

Salvatore Quasimodo