I colori dell’Alchimia

Cari amici,

vediamo insieme  il significato ermetico del NERO, del BIANCO, del GIALLO e del ROSSO secondo la filosofia esoterica.

 

Questi sono i colori dell’alchimia, la scienza parallela alla magia che vuole trasmutare non il piombo in oro, come credono gli stolti, ma la mente asfittica dell’uomo, chiusa e ottusa, in un’intelligenza aperta e tollerante (oro).

Le tonalità corrispondono a questi significati:

Nero (Nigredo) —   È la notte, l’oscurità del dolore. È quella scheggia della nostra vita in cui tutto sembra senza speranza e senza scopo. I problemi avviluppano e soffocano. Tutto è tetro e cupo. Ma è anche il momento in cui una voce lontana comincia a sussurrare: «Attento, così stai soffrendo troppo, devi cambiare». E nel buio pesto si accende un pallido fuoco. La coscienza ha intrapreso il lentissimo giro del «cangiamento».

Bianco (Albedo) —    È il momento in cui la persona inizia a capire che è necessaria una trasformazione.

Giallo (Citrinitas) —  È il momento in cui il processo si è messo in moto e inizia il percorso della mutazione di sé. Ma questo sentiero è doloroso, occorre lasciarsi dietro i difetti, le preoccupazioni, le piccole meschinità e gli egoismi. È una fase dura e spesso chi intraprende il sentiero è tentato a questo punto di tornare indietro. Eppure c’è anche una forza interiore, ormai matura, che non rinuncia e continuamente sprona a proseguire.

Rosso (Rubedo)  —   È l’esplorazione raggiante della nuova personalità. Il vecchio io è come una crisalide, avvizzisce e lascia il posto alla nuova farfalla. La mente si è aperta e le piccole meschinità, le invidie, i rancori, i tremori, le paure e le angosce sono ormai alle spalle. È la rinascita. Una nuova vita attende chi ha iniziato il calvario.

 

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Nell’Interiorità di Anima – “Dolore”

Dolore (1)

Non si guarisce dai sintomi per tornare come prima, ma mediante il percorso nel dolore, che necessariamente implica un aspetto creativo e finalistico, ci si trasforma, si acquisisce uno sguardo più umano e profondo che consente di contenere la sofferenza e di scorgerne il valore.

Carla Stroppa, Così lontano, così vicino, in AA.VV., Anima – Per nascosti sentieri, Moretti e Vitali, 2001, pag. 44

Dolore (2)

“Tutta la vita è dolorosa.” Ed è proprio così. Se tentiamo di correggere il dolore, riusciremo solo a spostarlo altrove. La vita è dolorosa. Come si fa a convivere col dolore? Dobbiamo scoprire l’eterno dentro di noi. Disimpegnarci, ma anche tornare a impegnarci. Dobbiamo – e questa è una splendida formula – “prendere parte con gioia al dolore del mondo”.

Joseph Campbell, Riflessioni sull’arte di vivere, Guanda, 1998, pag. 105

Dolore (3)

Noi non riceviamo [dolori] più di quanto possiamo affrontare, anche se questo significa la morte. La guarigione non implica necessariamente rimanere in vita, ma avvicinarsi alla totalità, talvolta attraverso la morte, la guarigione finale. Qualunque cosa ci venga data appartiene al nostro destino e siamo in grado di prendercene cura.

Albert Kreinheder, Il corpo e l’anima, Moretti e Vitali, 2001, pag. 45

 

Tutto il resto è

Tutto il resto è solo circondarsi
di nullità e sentimenti sparsi,
sono magici gli istanti di passione,
le parole che vibrano emozione.

Le parole inventate e sconosciute,
il fuggire dalle note mute,
nei giardini dei segreti violati,
laddove è vietato non essere sognati.

Marco Germani

Il domani è già passato

Non avessi sperato in te
e nel fatto che non sei un poeta
di solo amore
tu che continui a dirmi
che verrai domani
e non capisci che per me
il domani è già passato.

Alda Merini

Alcuni luoghi hanno un’anima

 

Carlos Castaneda, parlava dell’esistenza di “luoghi di potere”, dove è possibile esercitare la “seconda attenzione” o percezione sottile.
Nel libro L’anima dei luoghi (James Hillman e Carlo Truppi Rizzoli, 2004 – 152 pagine),
lo psicanalista e l’architetto italiano si auspicano che le
case, i monumenti e le città, rispettino e rispecchino la natura segreta dei luoghi in cui sorgono.
Recentemente ho trascorso una giornata in un luogo che mi ha incantato.
Un piccolo resort fra Montefiascone e Civita di Bagnoregio.
Ci sono solamente otto stanze. Sembra tutto fuori dal tempo.
L’albergo è letteralmente affacciato sul lago di Bolsena.
Ha una vista panoramica che restituisce bellezza e incanto nell’animo di chi la guarda.
Il lago è apparente immobile e struggente. Calmo e inquieto.
Il pomeriggio sono rimasto a leggere e a contemplare il panorama, seduto su un divano e, la sera, ho continuato ad ammirarlo, seduto al mio tavolo, fra un ottimo bicchiere di vino rosso e della pasta tipica del luogo.
Se volete emozionarvi, andateci. Ma non aspettatevi il frigo bar in stanza perché quello, di anima, ha ben poco. Piuttosto, chiedete una stanza con il balcone.
Ovviamente mi conoscete e sapete che sono lontano da qualsiasi logica clientelare.
Ho pagato il mio soggiorno e ripagherò ancora, qualora volessi tornarci.
Ma la proprietaria è molto simpatica e si “merita” questo mio “particolare” modo di ringraziarla, per aver trascorso dei giorni emozionanti.
Gabriele
Il Caminetto Resort
823649

Amore

L’Amore può dar forma e dignità a cose basse e vili, e senza pregio; ché non per gli occhi Amore guarda il mondo, ma per sua propria rappresentazione, ed è per ciò che l’alato Cupido viene dipinto col volto bendato.”

William Shakespeare da “Sogno di una notte di mezza estate” .

Noi siamo Dio


A seconda della cultura in cui nasciamo e cresciamo, faremo nostre delle credenze e delle convinzioni che ci formeranno durante la nostra crescita, condizionando la nostra esperienza di vita. Lo stesso discorso vale per il tipo di “credo religioso” che decideremo di fare nostro, determinando la nostra morale e i nostri valori più profondi. Ora, a mio avviso, religione e spiritualità sono due cose totalmente diverse e distinte.
Questa considerazione non è irrilevante per chi legge, in quanto il
punto di vista con cui voglio prospettarvi questo libro non ha nulla a che fare con le religioni che insegnano un Dio esterno a noi. Un Dio posto in un luogo sperduto lassù nell’alto dei cieli e per questo irraggiungibile all’essere umano. Il punto di vista che ho intenzione di presentare ha invece a che fare con la spiritualità
sacra che riconosce Dio all’interno di ogni forma ed espressione di vita. Vi insegnerò a comprendere come l’abbracciare questa
credenza, facendola divenire una forte convinzione personale, potrà catapultarci in un mondo parallelo e magico, dove nulla accade per caso e dove tutto si potrà scegliere.

Se è vero che un bruco è destinato, per sua natura, a trasformarsi in farfalla, anche l’essere umano è destinato a diventare da bambino ad adulto. L’unica ma sostanziale differenza è che ogni essere umano può scegliere quale farfalla divenire. Può decidere, deliberatamente, “chi” e “cosa” diventare e quale realtà co-creare per se stesso. E’ fondamentale che iniziate a comprendere che siamo un tutt’uno con la divinità che dimora dentro ciascuno di noi. Siamo noi gli artefici di noi stessi.

 

(tratto da Il Bruco e la Farfalla, di Rita Zeppa)

Natura e poesia nelle opere di Nino Cordio al Museo Crocetti

Natura e poesia nelle opere di Nino Cordio al Museo Crocetti dal 22 aprile all’11 maggio 2016

la mano dell’artista, il sorriso del bambino natura e poesia nelle opere di nino cordio

Venerdì 22 aprile 2016 alle ore 18.00, nella sala polifunzionale del Museo Crocetti si inaugurerà la mostra dell’artista siciliano Nino Cordio.

Saranno esposte per la prima volta molte prove delle acqueforti dell’incisore scomparso a Roma nel 2000 ed una selezione di opere rappresentative della varietà di tecniche artistiche da lui utilizzate (incisioni, dipinti ad olio, disegni, sculture e affreschi) e che allo stesso tempo veicolano in maniera semplice e diretta la sua poetica, incentrata sulla rappresentazione della natura, che assume toni ora nitidamente realisti, ora soggettivi. Cordio aveva la straordinaria capacità di portare l’immagine “al limite della meraviglia”, affermava Renato Guttuso, in lui infatti la capacità tecnica e la poesia si fondono generando forti emozioni artistiche.

I soggetti prediletti sono le nature morte, i paesaggi, la figura umana che, resi con un utilizzo espressivo ed emotivo del colore, sottolineano sempre un certo intimismo e amore della quotidianità, restituendoci una pittura che si può definire biografica.

Il richiamo all’antico, specialmente negli affreschi, testimonia la sua formazione e la capacità di assimilazione di culture antiche, quali quella greca e quella romana, che ci riconducono ai luoghi della sua vita.

Il rapporto stretto con la materia emerge maggiormente nella scultura e nell’affresco, dove l’opera d’arte e la mano che la creò si fondono, e la pastosità della cromia diventa importante e comunicativa quanto l’immagine rappresentata.

I laboratori

durante le settimane della mostra l’Associazione Informadarte si propone di veicolare l’opera e la poetica di questo grande artista con dei laboratori indirizzati ai bambini e ai ragazzi con l’auspicio di poter contribuire, seppur in minima parte, a realizzare un antico sogno dello stesso Nino Cordio: portare i bambini, non solo a vedere, ma a vivere l’arte in prima persona.

 
Da http://www.romatoday.it/eventi/opere-di-nino-cordio-museo-crocetti.html

L’Amore

Un’unica forza, l’Amore, unisce infiniti mondi e li rende vivi»

Giordano Bruno

 

Il cerchio magico

Sopra: John William Waterhouse, “Il cerchio magico”, 1886

[…]

La mappa del cielo non è più un quadro ben proporzionato di corpi fisicamente determinati, in posizioni e distanze misurabili, in rapporti numerati, con radiazioni che si assommano o si elidono, che agiscono variamente secondo gli angoli d’incidenza, o le intensità. Ci avvolge un padiglione meraviglioso e terribile, da cui esseri demoniaci, divinità maligne o benevole, con i loro sterminati corteggi, dardeggiano influssi d’ogni sorta, esiziali e vitali. Perfino il «dolce» Petrarca canta: «hec supra horrificis diversa animalia passim / vultibus et variis cernuntur[…] figuris». E qui, nel mondo, bisogna giostrare per neutralizzare, o sviare e trasformare le radiazioni cosmiche, ora facendole convergere e concentrare, se benefiche, ed ora disperdendole, o attenuandole, se malefiche, con l’aiuto di pietre, di anelli, di sigilli, e così via. Non solo: bisogna esorcizzare dèmoni e pregare dèi; bisogna imprigionarli in immagini ingannevoli e seducenti – bisogna entrare, insomma, nel cerchio magico degli spiriti.

Eugenio Garin, “Lo zodiaco della vita “, Laterza, Roma-Bari 1976

 

A proposito di Newton

Carissimi,

Titano-Newton, intento ad eseguire il suo percorso in Ratio, perde la consapevolezza di quel mondo sfuggente che è proprio dello spirito.

Gabriele

Nell’Interiorità di Anima – “Daimon”

Il daimon è quell’entità intermedia tra il piano divino e umano, quel compagno “unico e tipico nostro” affidatoci, secondo il mito platonico di Er, prima della nascita. È ciò che chiamiamo “vocazione”, “chiamata”, “carattere”. È il portatore del nostro destino. Nel venire al mondo dimentichiamo tutto questo: è così che il daimon interviene per ricordarci il contenuto della nostra “immagine” e ricondurci ad essa.

Daimon (1)

In ultima analisi, ogni vita è la realizzazione di un tutto, cioè di un Sé, ragion per cui tale realizzazione può essere chiamata “individuazione”. Tutta la vita è legata a portatori individuali che la realizzano ed è semplicemente inconcepibile senza di loro. Ma il portatore è anche soggetto ad un destino ed una destinazione individuali ed è soltanto la realizzazione di questo che dà un senso alla vita.

Carl Gustav Jung, citato in Joseph Campbell, Riflessioni sull’arte di vivere, Guanda, 1998, pag. 60

Daimon (2)

Jalal ‘uddin Rumi, il più grande poeta del suo secolo, e forse di tutti i tempi, fu altrettanto chiaro riguardo alla necessità cogente del daimon: “C’è una sola cosa al mondo che non dovete mai dimenticarvi di fare. Se dimenticate tutto il resto, ma non questo, non c’è da preoccuparsi; se invece ricordate tutto ma dimenticate questo, allora non avete fatto niente nella vostra vita. “È come se un re vi avesse mandato in qualche paese a eseguire un compito, e voi faceste mille altri servizi, ma non quello che vi ha mandato a compiere. Dunque gli esseri umani vengono al mondo per realizzare una particolare opera. Quell’opera è lo scopo, ciascuno specifico per ogni persona. Se non la compi è come se una spada indiana di valore incalcolabile venisse usata per affettare carne putrefatta”.

Noel Cobb, Maestri per l’anima, Moretti e Vitali, 1999, pagg. 20-21

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Jung fu sommerso da “un flusso incessante di fantasie”, una “molteplicità di contenuti psichici e di immagini”. Per far fronte a questa tempesta di emozioni annotò queste fantasie e lasciò che le tempeste si trasponessero in immagini […] Le figure che Jung incontrò per prime e che lo convinsero della realtà della loro essenza psichica […] derivano dal mondo ellenistico e dalla sua fede nei demoni. (Daimon è l’espressione greca originaria per queste figure, che in seguito divennero demoni, a causa della visione cristiana, e demoni in contraddizione positiva con tale visione) […] Conosci te stesso alla maniera di Jung significa divenire familiari con i demoni, dischiudersi ad essi e ascoltarli, cioè conoscerli e distinguerli.

James Hillman, Le storie che curano. Freud, Jung, Adler, Raffaello Cortina Editore, 1984, pagg. 67-69

 

Newton

Carissimi,
vi chiedo, oggi, di riflettere insieme su questa famosa illustrazione del visionario William Blake, che, come sempre, nasconde profondi messaggi e simbolismi.

Buona giornata!

 

“Suffragette” di Sarah Gavron, un film che mostra gli albori della lotta per l’emancipazione femminile

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È un film che dovrebbero vedere tutte le donne. Quelle giovani per capire che le libertà e i diritti che hanno trovato alla loro nascita sono il frutto di dure battaglie, fatte da coloro le hanno precedute. Quelle più avanti con l’età per ricordare, nel caso l’avessero dimenticato, che le possibilità di cui godono oggi, non sono da considerare così scontate.

“Suffragette” diretto dalla regista britannica Sarah Gavron mira a questi obbiettivi, attraverso il racconto di una storia ispirata ad alcuni fatti realmente avvenuti in Inghilterra tra il 1912 e il 1918, ad opera di alcune donne che lottarono per ottenere il diritto ad andare a votare. Maud Watts (Carey Mulligan) è una giovane donna che lavora 13 ore al giorno in una lavanderia dall’età di otto anni.

È sposata con un suo collega, Sonny (Ben Whishaw), ed hanno un figlio, George, che lei vede molto poco a causa degli orari assurdi di lavoro. Il suo capo ha abusato sessualmente di lei e delle sue compagne anche appena adolescenti. Una vita d’inferno, molto comune a tante donne nel periodo della seconda rivoluzione industriale. Un giorno, mentre sta andando a consegnare un pacco nel centro di Londra per conto del padrone, viene coinvolta in un’azione violenta del movimento delle suffragette, consistente nel tirare sassi alle vetrine dei grandi magazzini. Un modo esasperato di farsi ascoltare, dopo non aver ottenuto nulla dopo anni di militanza pacifica. Tra di loro, Maud scorge la sua collega di lavanderia Violet (Anne-Marie Duff), che nota la sua presenza e, percependo un interesse verso la lotta da parte sua, la convince a diventare un’attivista del movimento.

Così, la ragazza si troverà a portare la sua testimonianza di donna lavoratrice addirittura in parlamento davanti al primo ministro dell’epoca, David Lloyd George (vero primo ministro britannico dal 1916 al 1922 nel film impersonato da Adrian Schiller), che all’inizio sembra conciliante, ma poi rifiuterà categoricamente di cedere il tanto agognato suffragio universale. Le donne continueranno la loro lotta, sollecitate e appoggiate da Edith (Helena Bonham Carter), una farmacista che con l’aiuto del marito (a quanto pare uno dei pochi uomini illuminati) gestisce la base segreta delle suffragette nel retrobottega del loro negozio. Seguendo le parole dell’attivista Emmeline Pankhurst (personaggio realmente vissuto, interpretato da Meryl Streep in una breve apparizione), operaie, borghesi, ragazze e madri di famiglia si troveranno a combattere per un unico ideale, pagando con il carcere, l’emarginazione sociale, con la perdita del lavoro, della famiglia e, qualche volta, anche con la vita.

Tutto questo toccherà a Maud e alle sue compagne, minacciate pure dalla polizia stessa attraverso l’ispettore Steed (Brendan Gleeson) che, durante gli interrogatori, le inviterà a non seguire i propri ideali per evitare guai. Alla fine però anche lui si convincerà delle ragioni che animano le donne a lottare per i propri diritti, pur non ammettendolo apertamente. In gran Bretagna, il suffragio universale venne concesso nel 1928, in Italia soltanto nel 1946, in Svizzera nel 1971, in Portogallo nel 1976, nel Liechtenstein nel 1984 e in Arabia Saudita soltanto nel 2015. C’è bisogno di film come “Suffragette” perché ancora oggi la strada da percorrere per la parità completa è ancora lunga e difficile. Le lotte del passato servono ad infondere coraggio per portare a termine quelle del presente. Per realizzarlo, la regista e la sceneggiatrice Abi Morgan (The Hour, The Iron Lady, Shame) si sono ispirate alle lettere, alle biografie e ai diari intimi scritti dalle donne in quegli anni.

La stessa Emmeline Pankhurst, fondatrice del “Women’s Social and Political Union” (WSPU), un movimento che aveva come slogan “azioni non parole”, è stata molto importante per la costruzione della storia e dei personaggi. L’altra donna veramente esistita e inserita nel film è Emily Davidson, morta nel 1913, facendosi investire dal cavallo di re Giorgio V durante una parata per attirare l’attenzione dei media.

Le immagini vere del suo funerale sono diventate la scena finale di “Suffragette”. Un sacrificio che allora risvegliò molte coscienze femminili. Ecco, il film, che non brilla per originalità, ma che non possiede neppure la rigidità delle pellicole in costume, ha il merito di renderci partecipi delle estreme situazioni quotidiane in cui vivevano le donne all’inizio del ‘900. Carey Mulligan, nella sua apparente fragilità, ci mostra una forza di carattere straordinaria che non la fa mai tornare sui suoi passi, neppure quando il figlio viene dato in adozione a causa delle sue attività e dei suoi arresti. “Mai arrendersi, mai smettere di lottare” incitava la Pankhurst a chi la seguiva. Parole ancora molto attuali purtroppo.

Clara Martinelli

Link: http://www.ilquorum.it/suffragette-di-sarah-gavron-un-film-che-mostra-gli-albori-della-lotta-per-lemancipazione-femminile/

Anche se torno a casa così tardi

Anche se torno a casa così tardi – così tardi –
Comunque il mio ritorno a casa – ripagherà –
Più grande sarà l’Estasi
A cui avevano rinunciato aspettandomi –
Quando una notte – calante – muta – e oscura –
Sentiranno il mio inatteso bussare –
Coinvolgente sarà quel momento –
Distillato da decadi di Tormento!

Pensare solo a come arderà il focolare –
Solo a come occhi a lungo ingannati si volteranno –
Stupiti da quello che io stessa dirò,
E da quello che essi stessi, diranno a me –
Fa dileguare Secoli di lontananza!

Emily Dickinson

Il genio

(William Blake, Ancient of days, 1794)blake.jpg

I tempi son tutti eguali, ma il genio è sempre al di sopra del suo tempo”.

William Blake

La Divina Immagine

Grazia, Amore, Pace, e Pietà
Chi è negli affanni prega,
E ad esse virtù che liberano
Torna l’animo grato.

Grazia, Amore, Pace, e Pietà
È Iddio, Padre caro,
Grazia, Amore, Pace, e Pietà
È l’uomo, Suo figliuolo e Suo pensiero.

La Grazia ha cuore umano;
Volto umano, Pietà;
Umana forma divina, l’Amore,
E veste umana, Pace.

Ogni uomo, d’ogni clima,
Se prega negli affanni,
L’umana supplica forma divina,
Amore e Grazia e la Pietà e la Pace.

Da tutti amata sia l’umana forma,
In Turchi si mostri o in Ebrei;
Dove trovi Pietà, l’Amore e Grazia,
Iddio sta di casa.

William Blake

Questa sera alle 18,00 a Roma… Metamorfosi

Sabato 2 Aprile 2016 dalle ore 18.00 presso la Gelateria Splash di via Eurialo 102 a Roma, ci saranno le presentazioni dei libri : L’uomo Blu di Massimo Occhiuzzo e Metamorfosi di Agnese Monaco. In Contemporanea ci sarà il vernissage della Mostra Pittorica Personale di Agnese Monaco dal titolo : “Evoluzioni di colore e forma tra Oriente e Occidente“.
La Mostrà inizierà il 2 aprile fino al 14 aprile sera. INGRESSO LIBERO.

Ricordiamo che Agnese Monaco ha scelto di donare parte del ricavato della vendita del libro ad Animaliberi Onlus, a tutela degli animali più bisognosi.

Il 2 aprile ci sarà la consegna del salvadanaio con i proventi proprio all’ambasciatrice della onlus. La serata è ad entrata LIBERA con BUFFET gratuito e tante sorprese per grandi e piccini. Ci saranno VIAGGI SENSORIALI tra LUCE e COLORE…
Vi aspettano numerosi!

http://agnesemonaco.altervista.org/