Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
Cesare Pavese
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“Lo guarda, senza osare avvicinarsi a questa creatura che non ha nulla, nessuno, soltanto la musica.. Immagina che è stato così fin dall’infanzia. Pensa che allora non è valsa la pena – per lui – di venire a questo mondo, per rimanere inascoltato e sconosciuto, più povero di un uccello, più debole di un ombra. E lo ama perdutamente.. come si può amare soltanto negli amori impossibili, che non si avverano”.
da ‘La resurrezione di Mozart’ – N. Berberova.
…”Comprarono il pane appena cotto e sorse il sole, che li sorprese addormentati sulle scale la mano nella mano.”
(Si ringrazia Claudio Baglioni, a cui ho preso in prestito una svolta alla storia di Pavese e che facesse da comune denominatore tra due istanze emerse impellenti, tutte mie: la marmotta Phil e la Norma.)
verrà la morte e avrà i miei occhi… perchè lei sola è la molla che mi spinge a vivere ogni singolo istante al meglio, lei sola che mi terrà la mano quando affaticata e appagata di tanta fatica sarò lieta di chiuderli i miei occhi…
Narciso… E la negazione dell’alterità dalla quale dipende la vita. Come anche la morte.