Libri segnalati: “La madre” di Orietta Cicchinelli

la madre

 

“La Madre” è il libro d’esordio della giornalista Orietta Cicchinelli, responsabile Spettacoli-Roma del quotidiano Metro, edito dalla casa editrice NED. Dedicato a Vincenzo Cerami, con il quale la scrittrice era unita da un profondo legame affettivo, è un progetto che nasce dal racconto di un’esperienza personale colma di sensazioni ed emozioni legate alla figura materna, non solo quale genitrice, ma anche di ritorno alle origini, alla Madre Terra appunto. Distribuito in esclusiva a Roma da ARION, “La madre” è introdotto dallo psichiatra e neurologo Elio Sena, mentre la prefazione del libro è a cura dell’ attore Maurizio Battista. Pier Paolo Mocci, editore di NED, riserverà 1 euro a copia (prezzo di copertina 6 euro) per l’acquisto di prime necessità per le giovani madri in difficoltà ospitate nella casa-famiglia Protettorato di San Giuseppe a Roma. L’autrice, invece, cederà la totalità dei suoi diritti d’autore sempre in favore di beni per le ragazze-madri di Via Nomentana 341.“Ho scritto questo libro durante il primo Natale senza lei – spiega Orietta Cicchinelli – un evento che non poteva passare sotto silenzio. Mentre la vedevo ancora china a mettere nel camino il ciocco più grosso, la ricordavo sulla pagina, per “regalare” ai miei qualcosa di particolare. Ne è venuto fuori un racconto per me e spero per il lettore emozionale, di getto. Spero ora di trasferire un’emozione anche di chi lo avrà tra le mani”.

 

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“Leggere, leggere, leggere!” in mostra a Rancate

leggendo praga

Paolo Sala, “Leggendo Praga”, 1886

“Leggere, leggere, leggere! Libri, giornali, lettere nella pittura dell’Ottocento” è il titolo della mostra in corso nella Pinacoteca Giovanni Zust di Rancate, nel Canton Ticino. L’esposizione, che avrà termine il 24 gennaio, mette in evidenza, attraverso una nutrita scelta di opere pittoriche che hanno immortalato l’arte della lettura, il momento di fondamentale sviluppo dell’alfabetizzazione delle classi popolari tra Otto e Novecento.

Vestire un’opera d’arte

Nino La Barbera
e la corporeità del Bello
di Valeria Arnaldi

Uscire dai confini della tela per portare l’arte nel
quotidiano, contaminando l’orizzonte in tutte le sue
superfici. Liberarsi degli spazi riservati all’opera, che di
fatto la imprigionano limitandone effetto, comunicazione e
soprattutto compartecipazione, per diventare linguaggio
concreto, materico, materiale ma al contempo concettuale,
e conquistare l’aggiuntiva dimensione del movimento –
morbido, sensuale, naturale – usando come primo
supporto il corpo a metafora dell’universo, possente nella
sua naturalezza, magico nella sua interpretazione e
costruzione. Sono protesta e proposta a incontrarsi nel
nuovo lavoro di Nino La Barbera che, stanco dell’attuale
“stasi” dell’arte, gravata da una concezione retrò – non
necessariamente classicista – comunque abusata
dell’immaginario creativo, trasporta il suo stile e le sue
figure su nuove “tele” da indossare, portando pennelli e
colori sugli abiti femminili a rendere più intimo il rapporto
tra pittore, modella o musa e opera, celebrando la
femminilità nelle sue diverse accezioni, da Eva a Venere,
senza dimenticare Minerva. La donna, seduttrice per
vocazione e tradizione, diventa così strumento di
diffusione di fantasia e fantastico, per risvegliare
attenzione e sensibilità, più ancora emozione e riflessione,
su una contemporaneità distratta che, spesso, non ha
tempo né desiderio di prendere coscienza di sé. Le forme
pittoriche, passibili di più letture tra estetica e simbolismo,
si animano sotto gli occhi dell’osservatore, irrompendo
nella sua quotidianità per costringerlo a prendere atto del
Bello come categoria filosofica. Eva medita su se stessa e
la sua vanità di individuo finito per acquisire attraverso la
riflessione di Minerva la consapevolezza dell’infinitudine
del genere, conquistando così, tra cielo e terra, l’energia di
una novella Venere capace di sovvertire l’ordine del
cosmo con e per amore della Vita nelle sue manifestazioni,
dalla danza di una foglia che lotta strenuamente contro
l’inclemenza dell’autunno fino alla vertigine dell’uomo
demiurgo che appone la sua firma sull’orizzonte,
semplicemente esistendo.

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ABITI DIPINTI da Nino La Barbera
(Mi onoro di esserne amico, avendone assoluta stima e considerazione umana e professionale)
Gabriele
 
Per chi volesse contattarlo:
(nino.labarbera@gmail.com) (rosainblu@gmail.com)