Ho abbastanza visto. Ho incontrato in ovunque la visione.
Ho abbastanza avuto. Frastuono di città, la sera, e sotto il sole, e sempre.
Ho abbastanza conosciuto. Le fermate della vita. – O Frastuoni e Visioni!
Parto per affetti e rumori nuovi!
Arthur Rimbaud
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Se le fermate della vita sono quel sentirsi sazio di un affetto quando il frastuono delle ombre serali si fa conoscenza sotto il sole… E una volta “visto” è visto abbastanza, cioè è tempo di ripartire per un altro viaggio… Vuole che gli si dica di andare, questo amante di Sophia che cerca le ragioni degli affetti?
Andando sempre oltre, troverà se stesso sempre più avanti del suo limite: un miraggio, o una visione. Penserà di aver trovato la via più breve per le Indie, per poi sottomettere quella “visione” alla super visione dell’inferno da cui proviene? Tensione all’Uno che può compiersi per le vie più impensabili…
Il mondo, dopo tutto, è dei visionari e “il mare più bello è quello che non navigammo”, tuttavia … “nel tuo amore chiudo gli occhi, e procedo senza errare, alla cieca, senza chiedere nulla a quella luce lenta e sicura con cui si riconoscono lettere e forme e si fanno conti e si crede di vedere chi tu sia, o mia invisibile.”
Un abbraccio…
In viaggio…
Ulisse, Omero
“Poichè la nave uscì dalle correnti
Del gran fiume Oceáno, ed all’Eéa
Isola giunse nell’immenso mare,
Là, ’ve gli alberghi dell’Aurora, e i balli
Sono, e del Sole i lucidi Levanti,
Noi dalla nave, che fu in secco tratta,
Scesi, e corcati su la muta spiaggia,
Aspettammo dell’Alba il sacro lume.
Ma come del mattin la bella figlia
Colorò il ciel con le rosate dita”…
…”E alla Sguardoazzurrina innanzi ai piedi
Cascò l’eterea fiamma. O generoso,
Così la Diva, di Laerte figlio,
Contienti, e frena il desiderio ardente
Della guerra, che a tutti è sempre grave,
Non contro a te di troppa ira s’accenda
L’ampioveggente di Saturno prole.
Obbedì Ulisse, e s’allegrò nell’alma.
Ma eterno poi tra le due parti accordo
La figlia strinse dell’Egïoco Giove,
Che a Mentore nel corpo, e nella voce
Rassomigliava, la gran Dea d’Atene.”
La vela azzurra naviga verso casa…
ed infatti il bambino partì. E inventò i colori delle vocali, danzò su ghirlande tese tra campanile e campanile, discese, battello ebbro, fiumi impassibili fino al Poema del Mare, trasformò il fango in oro, la parola in Verbo. Ma la sua Opera fu vana e il suo appello rimase inascoltato, ed incompreso. E l’Enfant prodige vaga ancora oggi nell’oscurità.
…E’ non é (di N. Fabi)
“E’ una passione giocosa
un buon sentimento
uno sguardo e un pensiero
che non si riposa
E’ la vita che accade
E’ la cura del tempo
E’ una grande possibilità
Non è una sfida
Non è una rivalsa
Non è la finzione di essere meglio
Non è la vittoria l’applauso del mondo
di ciò che succede il senso profondo
E’ il filo di un aquilone
un equilibrio sottile
non è cosa ma è come
E’ una questione di stile
non è di molti ne’ pochi
ma solo di alcuni
E’ una conquista una necessità
Non è per missione
ma nemmeno per gioco
Non è “che t’importa”
Non è “tanto è uguale”
Non è invecchiare cambiando canale
Non è un dovere dovere invecchiare
Sentire e fare attenzione
ubriacarsi d’amore
è una fissazione
è il mestiere che vivo
e l’inchiostro aggrappato
a questo foglio di carta
di esserne degno
è il mio tentativo”
(Si ringrazia: http://www.musicalstore.it/TESTI%20NAZIONALI/fabi%20niccolo/testi/E%20Non%20e.htm )