“Forse il punto essenziale è che, notte dopo notte, anno dopo anno, essi (i sogni) preparano l’Io immaginale per la vecchiaia, la morte e il fato immergendolo sempre più profondamente nella memoria. Forse l’essenziale dei sogni ha poco a che fare con le nostre preoccupazioni quotidiane, e il loro scopo è il fare anima dell’Io immaginale”.
James Hillman
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[…] Vivere là alle falde dei monti
dove mare e dirupo si confondono,
dove i verdi pendii ora son acqua
ora la guancia immensa dove i soli si specchiano,
dove il mondo ha un’eco in quella musica,
specchio al quale non sfugge il più piccolo uccello,
in cui è riflesso il trascorrere gioioso del creato.[…]
(Vicente Aleixandre)
Forse con gli anni cambia la percezione di sé in relazione al vissuto, che fa da sfondo. (Misurarsi con le perdite, gli addii di persone care, per esempio: nell’elaborazione collettiva di un lutto avvengono scippi di pezzi di intimità che cambiano totalmente il quadro interiore di qualcuno. E succede così di guardare ad un fratello o ad una sorella per la prima volta o di sentirsi orfani per non riconoscersi nella sua storia affettiva rivisitata dal diniego.)