Finché si teme la morte

Finché si teme la morte,
non si può veramente amare,
perché sa il vero amante
che la casa dell’amore
è molto
molto lontana

Kabir

2 Risposte

  1. Bisogna perdersi nel labirinto di se stessi, morire è questo. Amare è in quella felicità nell’infelicità che muove verso un luogo remoto, dentro e verso se stessi: “parentesi nella parentesi”. E questo è il punto di vista di chi è nel labirinto…

    “- e ora qualche passo
    da parete a parete,
    su per questi gradini
    o giù per quelli,
    e poi un po’ a sinistra,
    se non a destra,
    dal muro in fondo al muro
    fino alla settima soglia,
    da ovunque, verso ovunque
    fino al crocevia,
    dove convergono,
    per poi disperdersi
    le tue speranze, errori, dolori,
    sforzi, propositi e nuove speranze.

    Una via dopo l’altra,
    ma senza ritorno.
    Accessibile soltanto
    ciò che sta davanti a te,
    e laggiù, a mo’ di conforto,
    curva dopo curva,
    e stupore su stupore,
    e veduta su veduta.
    Puoi decidere
    dove essere o non essere,
    saltare, svoltare
    pur di non farsi sfuggire.
    Quindi di qui o di qua,
    magari per di lì,
    per istinto, intuizione,
    per ragione, di sbieco,
    alla cieca,
    per scorciatoie intricate.
    Attraverso infilate di file
    di corridoi, di portoni,
    in fretta, perché nel tempo
    hai poco tempo,
    da luogo a luogo
    fino a molti ancora aperti,
    dove c’è buio e incertezza
    ma insieme chiarore, incanto
    dove c’è gioia, benché il dolore
    sia pressoché lì accanto
    e altrove, qua e là,
    in un altro luogo e ovunque
    felicità nell’infelicità
    come parentesi dentro parentesi,
    e così sia
    e d’improvviso un dirupo,
    un dirupo, ma un ponticello,
    un ponticello, ma traballante,
    traballante, ma solo quello,
    perché un altro non c’è.

    Deve pur esserci un’uscita,
    è più che certo.
    Ma non tu la cerchi,
    è lei che ti cerca,
    è lei fin dall’inizio
    che ti insegue,
    e il labirinto
    altro non è
    se non la tua, finché è possibile,
    la tua, finché è tua,
    fuga, fuga -”
    (Labirinto, di Wislawa Szymborska)

  2. O forse, la puoi solo accogliere col sorriso sulle labbra. La morte nel suo contrapposto di consapevole misterioso sentire di quando senti prepotentemente la vita. Saluti e lunga vita.Mirka

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