Voi, che per gli occhi mi passaste il core
e destaste la mente che dormia,
guardate a l’angosciosa vita mia
che sospirando la distrugge Amore.
E’ ven tagliando di sì gran valore
che’ deboletti spiriti van via,
riman figura sol’ en segnoria
e voce alquanta che parla dolore.
Questa vertù d’amor che m’ha disfatto
da’ vostr’occhi gentil presta si mosse;
un dardo mi gittò dentro dal fianco.
Si giunse ritto ‘l colpo, al primo tratto,
che l’anima tremando si riscosse,
veggendo morto ‘l cor nel lato manco.
Guido Cavalcanti
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… Questa non lascia dietro di sè superstiti; non è come quell’altra, arma che procura dolore e “come lo trono che fer’ per la finestra de la torre e ciò che dentro trova spezza e fende”, sicchè uno rimane diviso e “como statua d’ottono, ove vita nè spirto non ricorre, se non che la figura d’omo rende”. Sono due donne differenti o la stessa donna? Un invito a pranzo, direi…
Il palpito d’ Amore.
la classica frase che dice: avere il cuore spezzato.
Credo che questa lirica spieghi esattamente il dolore che si prova, non è fisico, ma una freccia che trapassa il cuore rende molto bene l’ idea (morire interiormente). Ovviamente oltre a ciò poi si nasconde sempre altro..