Da “La terra desolata”

Aprile è il più crudele dei mesi, genera
Lillà da terra morta, confondendo
Memoria e desiderio, risvegliando
Le radici sopite con la pioggia della primavera.
L’inverno ci mantenne al caldo, ottuse
Con immemore neve la terra, nutrì
Con secchi tuberi una vita misera.
L’estate ci sorprese, giungendo sullo Starnbergersee
Con uno scroscio di pioggia: noi ci fermammo sotto il colonnato,
E proseguimmo alla luce del sole, nel Hofgarten,
E bevemmo caffè, e parlammo un’ora intera.
Bin gar keine Russin, stamm’ aus Litauen, echt deutsch.
E quando eravamo bambini stavamo presso l’arciduca,
Mio cugino, che mi condusse in slitta,
E ne fui spaventata. Mi disse, Marie,
Marie, tieniti forte. E ci lanciammo giù.
Fra le montagne, là ci si sente liberi.
Per la gran parte della notte leggo, d’inverno vado nel sud.

Quali sono le radici che s’afferrano, quali i rami che crescono
Da queste macerie di pietra? Figlio dell’uomo,
Tu non puoi dire, né immaginare, perché conosci soltanto
Un cumulo d’immagini infrante, dove batte il sole,
E l’albero morto non dà riparo, nessun conforto lo stridere del grillo,
L’arida pietra nessun suono d’acque.
C’è solo ombra sotto questa roccia rossa,
(Venite all’ombra di questa roccia rossa),
E io vi mostrerò qualcosa di diverso
Dall’ombra vostra che al mattino vi segue a lunghi passi, o dall’ombra
Vostra che a sera incontro a voi si leva;
In una manciata di polvere vi mostrerò la paura.

[…]

T. S. Eliot

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7 Risposte

  1. T. S. Eliot ben conosceva la poesia che fa cantare anche la polvere mentre imperversa il profumo dei lillà. Ciao prof e sempre un ‘Evviva. Bianca 2007

  2. Gabriele ti andrebbe in ricordo di Inconscio e magia, di mettere la poesia che senti più affine a te in questo momento e giusto due note scritte da te sulla poesia in questione, come se fosse incoscio e magia in ricordo di quella bella trasmissione,e visto che il video non c’ è invece di commentare a parole dietro una macchina da presa, basterebbero due righe( a fondo poesia) scritte da te a commento come se fossi in trasmissione..così giusto per ricordare quel quid di bello.
    Ti ringrazio mi piacerebbe molto se ti andasse di farlo. Un caro saluto.

  3. come sapevi fare solo tu così, una volta (nella tua trasmissione)..

  4. Ciao Anna. Ti ringrazio per il suggerimento. Comincerò da domani. Baci baci

  5. ps:Ho usato il termine macchina da presa invece che telecamera, usato apposta in modo improprio per mettere in risalto il lato “romantico” della vicenda di un qualcosa che non c’è più, retrò

  6. [a metafora di ciò che ho scritto e non a paragone]

    la magia di un qualcosa che ora non c’è più (il film muto)..

    ora torna con la parola…grazie!

  7. Tutto si ri-genera da una forza incontrollabile e prorompente, “crudele”, che va al di là del desiderio risvegliato da immagini infrante tratte da un ricordo… Come le radici sopite dalla pioggia.
    Nell’illusione di sentirsi liberi di desiderare si può spostare avanti e indietro il ricordo, “slittare” dalla primavera all’inverno e poi all’estate, per tornare in inverno, al caldo… Come secchi tuberi sotto la neve.
    Senza la percezione di quel “sentimento dell’andare”, il Figlio non conoscerebbe la sua “destinazione”: e vedrebbe inutile un albero secco, il canto del grillo, l’arida pietra che non è con le altre a far cantare l’acqua del fiume…

    L’immagine di sè del passato sarebbe un’ombra che lo insegue; l’immagine di sè del futuro, un’ombra che gli viene incontro.
    L’ombra del presente è la paura di desiderare, testimoniata da quella manciata di polvere che lascia di sè.

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