L’uomo non sia indegno dell’Angelo
la cui spada lo protegge
da quando lo generò quell’Amore
che muove il sole e le stelle
fino all’Ultimo Giorno in cui rimbomba
il tuono nella tromba.
Non lo trascini ai rossi lupanari
né ai palazzi che eresse la superbia
né alle taverne insensate.
Non si abbassi alla supplica
né all’obbrobrio del pianto
né all’illusoria speranza
né alle miseremagie della paura
né al simulacro dell’istrione;
l’Altro lo osserva.
Ricordi che non sarà mai solo.
Nel clamore del giorno e nella notte
quell’incessante specchio è testimonio;
non ne incrini una lacrima il cristallo.
Signore, alla fine dei miei giorni sulla Terra
non abbia offeso l’Angelo.
Jorge Luis Borges
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