Coglierò per te
l’ultima rosa del giardino,
la rosa bianca che fiorisce
nelle prime nebbie.
Le avide api l’hanno visitata
sino a ieri,
ma è ancora così dolce
che fa tremare.
E’ un ritratto di te a trent’anni,
un pò smemorata, come tu sarai allora
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Ancora altri spunti…
Non ricordare niente di quello che si è, se quello che si è corrisponde a quello che si è donato sino a ieri…
Quindi non ricordare nemmeno di aver donato in un empito di affetto o per inconscio bisogno di non trattenere niente che non si sia in grado di custodire. Una rosa. Potesse anche essere l’anima di chi la dona: è terribilmente triste, ad un certo punto, desiderare di avere una direzione e, quando è il momento di accogliere il testimone, sentirsi dilaniare dal dubbio di non essere mai e mai in quel posto. Quell’ape. Sì, proprio lei. Senza l’avido bacio di un’ ape non vivrebbe la rosa: non serve sapere da quando. Nessuno se lo ricorda.