Come spostando pietre:
geme ogni giuntura! Riconosco
l'amore dal dolore
lungo tutto il corpo.
Come un immenso campo aperto
alle bufere. Riconosco
l'amore dal lontano
di chi mi è accanto.
Come se mi avessero scavato
dentro fino al midollo. Riconosco
l'amore dal pianto delle vene
lungo tutto il corpo.
Vandalo in un'aureola
di vento! Riconosco
l'amore dallo strappo
delle più fedeli corde
vocali: ruggine, crudo sale
nella strettoia della gola.
Riconosco l'amore dal boato
- dal trillo beato -
lungo tutto il corpo!
Marina Achmatova
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…”Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende…” Ehm…
Commento (monello) al post, immaginando di poter un giorno incontrare la protagonista della poesia e di non saltarle dentro come è il mio solito… Provo questa veste, nella stessa che va comoda ai cinici e agli storici:
“Con l’aiuto degli uomini e di altri elementi
il tempo si è dato un gran da fare intorno a lei.
Dapprima l’ha privata del naso, poi dei genitali,
quindi delle dita delle mani e piedi,
col passar degli anni delle braccia, uno via l’altro,
della coscia destra e di quella sinistra,
del dorso e dei fianchi, della testa e delle natiche,
e quel che già di era staccato lo riduceva in pezzi,
calcinacci, ghiaia, sabbia.
Quando muore così qualcuno vivo,
molto sangue sgorga a ogni colpo.
Le statue di marmo tuttavia muoiono in bianco
e non sempre del tutto.
Della statua in questione si è conservato il busto
ed è come un respiro trattenuto nello sforzo,
poiché adesso deve
attirare
a sé
tutta la grazia e la gravità
di quanto si è perduto.
E questo gli riesce,
questo ancora gli riesce,
riesce e affascina,
affascina e dura –
Anche il tempo qui merita una menzione di lode,
poiché ha smesso di lavorare
e ha lasciato qualcosa per dopo.”
(Statua greca di W. Szymborska)
.
…”nella stessa che va comoda ai cinici e agli storici”… = “la stessa che va comoda ai cinici e agli storici… “