La grandezza dell’uomo si misura in base a quel che cerca e all’insistenza con cui egli resta alla ricerca.
Heidegger
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A volte non si sa neppure cosa si cerca ma…si cerca e qualcosa d’iinimmaginabile si trova sempre. Incredibile ma vero. Parola di una inconsapevole ricercatrice.
Bianca 200
Nel “l’inno della perla”, il re affida al principe, suo figlio, il compito di sottrarre una perla ad un mostruoso serpente marino; ed affinché non se ne scordi, il compito viene inciso nel cuore del principe.
Quando questi, dopo aver indossato i panni del luogo dove va, dimentica la missione, il padre gli invia un’aquila per ricordargliela.
Così, il principe sottrae la perla al mostro, indossa le vesti regali ed eredita il regno del padre.
Dunque, l’aquila sembrerebbe il punto di svolta della storia, l’evento esterno che ci richiama al nostro compito: una persona che ci aiuta o un’apparente coincidenza …
Nell’ “Inno della perla”, di Tommaso, dove molta importanza ha la Veste, e non soltanto la Perla, la Parola del padre si fa Simbolo, Immagine archetipica, che interviene in un preciso momento della vicenda psichica del principe, per mettere in contatto la parte inconscia con la parte cosciente e consentire a questa di mediare i contenuti psichici con l’Io: la memoria, così attivata, genera nuova energia psichica (sconfitta del serpente) finalizzata alla conquista della perla, simbolo del vero Sé, la Veste, ciò per cui il principe era nato. E’ un processo di individuazione, la salvezza dall’oblio di se stessi, un “ritorno dagli inferi”.
… E l’insistenza con cui l’uomo resta alla ricerca, dipende dal desiderio…
Ma, secondo Seneca, “i desideri secondo natura sono limitati, mentre quelli dell’opinione sono senza limite, perchè il falso non conosce limiti.” Così come “ogni strada ha un termine; ma le deviazioni si prolungano all’infinito. Per sapere se i desideri sono naturali oppure immaginari, Seneca propone allora di considerare “se essi possono avere qualche limite; ma se dopo una lunga strada, (ti) rimane ancora un viaggio più lungo da compiere”, allora vuol dire che non si sta seguendo il cammino della natura. Imparare a contenere e regolare gli intusiasmi fa grande l’uomo che ha trasformato in abitudine “quello che è uno slancio del momento”.
Epitteto raccomanda, invece, di non essere causa di turbamento altrui e imperturbabilità dinanzi alla roba d’altri, a ciò che non è come mostra di essere, a quello che non è in potere nostro, come gli atti altrui, al fine di “mantenere la disposizione dell’animo in istato conforme a natura”, in virtù del quale non ricevere nemmeno nocumento veruno… per l’opinione che gli uomini hanno delle cose…
Infatti dice: “Sovvengati che l’intento dell’appetizione sì è il conseguire ciò che ella appetisce , e l’intento dell’avversione il no0n incorrere in ciò che ella fugge. E colui che non ottiene ciò che appetisce è senza fortuna; colui che incorre in quel che egli schifa, ha cattiva fortuna. ora se l’animo tuo non ischiferà se non solamente delle cose che sono in nostro potere, quelle tali che saranno contro natura, non ti avverrà di incorrere in cosa alcuna alla quale tu abbi contrarietà. ma se egli sarà volto a schifare morbi, la povertà, la morte, tu avrai cattiva fortuna. Astieniti dunque dall’aversione rispetto a qual si sia cosa di quelle che non sono in nostro potere…”
Meglio astenersi, dunque, in certi casi. E’ il caso in cui la grandezza dell’uomo si misura in base alla capacità di astenersi dalla ricerca.
Baci!
Mortaccidepippo…!
Usi la mente come un uomo, ma la sbandieri come una donna..
Dopo aver letto, il mio cervello si è ritratto nella ghiandola pineale, deciso ad uscirne non prima di lunedì.
Hihi…
Saluti….
Tranquillo, non si è notato che il tuo cervello fosse uscito. Saluti.
…. fannnniente….,
baci dalla pineale.