Henri Bergson si occupa del problema tempo nel secondo capitolo dell’Introduzione alla Metafisica e afferma che il tempo passa più o meno velocemente a seconda degli stati d’animo che si stanno provando. Ne è così convinto che alla fine, invece di chiamarlo “tempo”, lo chiama “durata”. Detto ancora più terra terra, per Bergson una cosa è stare un’ora abbracciato col proprio grande amore e un’altra passare quella stessa ora sotto il trapano di un dentista. Nel primo caso si dice che il tempo è volato, nel secondo che non passava mai. A volte basta distrarsi un pochino per farlo scorrere più in fretta. Chi ne dubita provi, quando è fermo con l’auto a un incrocio, a guardare fisso fisso il semaforo rosso in attesa che diventi verde. Più lo guarderà e più lunga sarà l’attesa.
Se, invece, darà una sbirciatina ai titoli del giornale che ha sul sedile accanto, arriverà subito il verde e gli altri automobilisti suoneranno il clacson per farlo ripartire.LUCIANO DE CRESCENZO, “Tale e quale”
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L ISTANTE DECISIVO DI BRESSON,
il FOTOGRAFO DEL CARPE DIEM,
A BRESSON INTERESSAVA CATTURARE QUELL ISTANTE, PERCHÈ SAPEVA CHE POI
UNA VOLTA PASSATO, NON SAREBBE PIÙ TORNATO.
E FOTOGRAFAVA MOSSO DA ISTINTO, QUELLO
DI CATTURARE
L INAFFERRABILE
CON L IMMAGINE E CI RIUSCIVA!!!
Bresson:
“La macchina fotografica è per me un blocco di schizzi, lo strumento dell’intuito e della spontaneità.”
«Non è la mera fotografia che mi interessa. Quel che voglio è catturare quel minuto, parte della realtà.»
(Henri Cartier-Bresson)
«Le fotografie possono raggiungere l’eternità attraverso il momento.»
(Henri Cartier-Bresson)
“FOTOGRAFARE È TRATTENERE IL RESPIRO quando le nostre facoltà convergono per captare la realtà fugace; a questo punto l’immagine catturata diviene una grande gioia fisica e intellettuale.
Fotografare è riconoscere NELLO STESSO ISTANTE E IN UNA FRAZIONE DI SECONDO UN EVENTO e il rigoroso assetto delle forme percepite con lo sguardo che esprimono e significano tale evento. È porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore. È un modo di vivere.
Per “significare” il mondo, bisogna sentirsi coinvolto in ciò che si inquadra nel mirino. Questo atteggiamento esige concentrazione, sensibilità, senso geometrico.
La macchina fotografica è per me un blocco di schizzi, lo strumento dell’intuito e della spontaneità, il detentore dell’attimo che, in termini visivi, interroga e decide nello stesso tempo.
La “tecnica” è importante solo se riesci a controllarla al fine di comunicare quello che vedi. La tua personale “tecnica” devi creartela e adattarla all’unico fine di rendere la tua visione evidente sulla pellicola.”
La fotografia è una mannaia che coglie nell’eternità l’istante che l’ha abbagliata.
Bresson
ps: amo fotografare!E adoro Bresson
Vedere per credere
DA PRECISARE CHE OVVIAMENTE NON ESISTE
FOTOMONTAGGIO QUA,
LA FOTO SCATTATA
è QUELLA CHE CATTURA IL MOMENTO,
SENZA RITOCCHI DOPO!!!!!!
i primi 2 minuti e 30 sono Di Bresson le foto poi di un altro fotografo…
buona visione
reflex forever!!!
…Pensavo ai vetri della macchina tappezzati con i fogli di un giornale sportivo… E’ per prolungare i tempi supplementari… ( 🙂 )